Alessandro Di Battista – 26/03/2025
https://alessandrodibattista.substack.com/p/uccidere-i-bambini-per-uccidere-il
I bambini sono il futuro. Ucciderli significa spezzare la possibilità stessa di esistenza di un popolo.
Muhammad al-Durrah, dodici anni. Era l’anno 2000. Si rifugiò dietro un barile insieme al padre, a Gaza. Il padre cercò di proteggerlo col proprio corpo. Non bastò. Muhammad fu colpito a morte. In diretta. Davanti al mondo intero. Israele negò e provò a manipolare la realtà. Ma le immagini erano così chiare. Il mondo guardava.
Dal 2000 al 2024 oltre 13.000 bambini palestinesi sono stati arrestati. E almeno 2.427 uccisi prima del 7 ottobre 2023.
C’è una strategia dietro l’orrore. Una logica disumana ma fredda, chirurgica, calcolata: cancellare il futuro della Palestina. Per questo Israele ha ucciso e continua ad uccidere i bambini. Perché i bambini sono il futuro. Ucciderli significa spezzare la possibilità stessa di esistenza di un popolo.
È la stessa narrazione — vergognosamente rilanciata anche da molti media italiani — che vuole Gaza come un luogo senza innocenti. È la disumanizzazione necessaria per bombardare scuole, ospedali, campi profughi. E intanto l’Occidente finge di non vedere. Parla di “diritto alla difesa” mentre si difende il diritto all’annientamento.
E dove non arrivano le bombe, arriva la fame. Secondo l’UNICEF, già un anno fa un bambino su tre nel nord di Gaza era gravemente malnutrito. A Khan Younis, oltre un bambino su quattro rischia di morire di fame.
E quando arriva una malattia? Niente ospedali. Niente medicinali. Niente acqua. Solo morte. Secondo un articolo di un anno fa di The Lancet a Gaza c’è un bagno ogni 220 persone. Ogni 4.500, una doccia.
Negli ospedali di Gaza esiste un acronimo terribile: WCNSF — Wounded Child, No Surviving Family. Bambini feriti, senza più nessuno. Senza più un nome pronunciato da una madre, da un padre, da un fratello.
Nella Cisgiordania occupata, la repressione è meno visibile ma altrettanto feroce. Ogni anno Israele arresta tra i 500 e i 700 bambini palestinesi, anche di 12 anni. Il mese scorso, Muin Ghassan Fahed Salahat, 14 anni, è diventato il più giovane palestinese detenuto senza accuse né processo. La chiamano detenzione amministrativa con “prove segrete” che né lui né il suo legale possono visionare.
Questo è Israele. Questo è terrorismo di Stato.