[Rete Ambientalista] S. O. S. Il sindaco tradisce Solvay

Rassegna 16/04/2025

Un anno è passato ed è scaduto l’abbonamento che ci ha consentito di spedire senza limitazioni di cadenza le mail a oltre 42.000 utenti (in costante aumento). Non siamo in grado di coprire i costi dell’abbonamento 2025: perciò lanciamo la consegna per sopravvivere come koala della (contro) informazione.
Malgrado tutto il lavoro (gratuito) che ci comporta, siamo convinti che siamo utili, che sarebbe un peccato se chiudessimo, che la estinzione della Lista sarebbe un grosso regalo agli inquinatori e ai guerrafondai.
Ad esempio, proprio ora che sulla “Questione Pfas” siamo ad un punto cruciale di svolta nazionale, dovremmo essere proprio noi voce fuori dal coro a dover tacere, paradossalmente proprio noi che siamo stati i primi (spesso, i soli) a condurre una battaglia quasi trentennale per la messa al bando dei Pfas, proprio noi a farci ridurre in silenzio da Solvay e soci (politici e magistrati), tutti noi della Rete costretti ad oscurare un nostro strumento di lotta e farci sconfiggere come Movimenti di lotta per la salute e la pace. A tacere, altro esempio, su guerra e pace proprio in questa tragica fase storica!
Così non avverrà se, anche quest’anno, la collettività ecopacifista riuscirà a sottoscrivere l’abbonamento.
Questa consegna è provvidenziale a salvaguardia di uno scomodo strumento di informazione e di lotta al servizio di migliaia di attivisti e simpatizzanti, quale è la RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute l’Ambiente la Pace e la Nonviolenza .
Al fine di salvaguardare questo servizio, pertanto invitiamo ciascuno di noi a inviare il bonifico tramite IBAN IT68T0306910400100000076215 specificando la causale oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it .
Il Sito ( www.rete-ambientalista.it ) e la Lista sono gestiti dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro” ( movimentolotta.maccacaro@gmail.com ).
Dall’esordio del 2008, abbiamo progressivamente abbandonato la mera dimensione locale per sviluppare sempre più uno spazio aperto alle esperienze dei Movimenti italiani impegnati nelle lotte sul fronte della salvaguardia dell’ambiente, della tutela della salute, della difesa della pace e della nonviolenza. Fa testo il numero dei “post” informativi provenienti da tutta Italia e non solo: siamo già a quota 1500 all’anno, ognuno corredato da cospicua documentazione scientifica, tutti archiviati e indicizzati in quasi 1100 categorie. Per “Rete Ecopacifista” perciò intendiamo “Rete delle Reti”, perché ciascuno degli utenti (42mila come mailing list) a sua volta ha un proprio bacino più o meno vasto di corrispondenti, comprese Liste di portata nazionale. Perciò l’effetto di sinergia e amplificazione delle notizie è esponenziale, includendo anche il mondo politico nazionale ed europeo (e… inevitabilmente un “affezionato” numero di inquinatori e bellicisti). Dunque, i numeri totali del target vanno ben oltre i nostri che pur al Sito contano circa 2milioni mezzo di accessi all’anno in ambito nazionale ed europeo, nonché 42mila con cadenza almeno settimanale (la nostra tiratura giornalistica!). Inoltre, i gruppi e le pagine Facebook hanno oltre 7.000 membri, i canali Youtube sempre in via di sviluppo come anche Twitter. I nostri libri sono stampati a spese dell’autore: la loro consegna è interamente dedicata a
C’è chi oggi ce l’ha con la Russia perché da sempre ce l’aveva coi comunisti. Col cazzo che oggi i russi sono comunisti. Finito (secoli fa?) l’effetto della Rivoluzione d’Ottobre, i miliardari sono diventati sempre più numerosi e sempre più ricchi (ei poveri sempre più poveri, come ovunque). Secondo la classifica di Forbes, al primo posto c’è Vagit Alekperov con una fortuna che sfiora i 29 miliardi, poi gli altri, donne comprese ( clicca qui ).
Il Sudan sta attraversando la più grande crisi umanitaria del mondo ei suoi civili continuano a pagare il prezzo dell’inazione della comunità internazionale, hanno affermato le ONG e le Nazioni Unite, mentre la guerra civile nel Paese entra nel suo terzo anno.
Le conseguenze per i 51 milioni di abitanti del Sudan sono state devastanti. Decine di migliaia di persone sono morte. Centinaia di migliaia di persone che rischiano la carestia. Quasi 13 milioni di persone sono state sfollate, 4 milioni delle quali nei paesi limitrofi.
Il genocidio in Palestina è figlio di un sistema internazionale – nato cinque secoli fa per legittimare la schiavitù – che oggi condanna il colonialismo soltanto a parole. Clicca qui .
La parola Pace è diventata quasi impronunciabile, una sorta di tradimento della patria, in una parte dell’Unione Europea, dove, invece, per un’ottantina di anni era stata la principale ragione dell’unità. Riarmo, da vocazione di sciagure, è diventato il punto principale dell’agenda politica. Clicca qui .
Con l’approvazione della Corte costituzionale, cinque referendum abrogativi — uno sulla cittadinanza, quattro sul lavoro — torneranno a dare voce diretta al popolo sovrano. Si voterà l’ 8 e il 9 giugno 2025, in coincidenza con i ballottaggi delle elezioni amministrative. Un appuntamento decisivo, dopo anni di silenzi istituzionali e media che guardano altrove.
L’iniziativa parte dal basso: dai tavoli per la raccolta firme nei mercati e nelle piazze, dai banchetti sotto la pioggia, dai click sulla piattaforma digitale messa a disposizione per la prima volta dal governo. Più di 637.000 firme per il quesito sulla cittadinanza. Oltre quattro milioni per i quesiti sul lavoro . Non una fiammata, ma una lenta e capillare mobilitazione, cresciuta fuori dai riflettori, sorretta da reti civiche, associazioni, sindacati, cittadini comuni.
Carlo Soricelli curatore dal 2008 dell’osservatorio di Bologna morti sul lavoro, spiega perché bisogna votare sì ai referendum. Clicca qui . Nel grafico, l’andamento dei morti sui luoghi di lavoro dal 2014, l’anno prima dell’introduzione del Jobs Act e l’impennata dei morti anche dopo l’introduzione degli appalti del Governo Meloni.
Di cui ci accorgiamo a stento perché forse non sono del tutto assenti nelle nostre menti. Quale messaggio diamo per contrastare il bullismo? Clicca qui .
 
L’uso del linguaggio offensivo contro le persone con disabilità si è andato via allargando, ampliando sia il suo utilizzo originario sia il suo significato, più ampio e meno. Clicca qui
Migliaia di persone (cittadini, comitati, istituzioni, biodistretti, esperti) nella manifestazione organizzata dal Comitato Tuscia in movimento nel Parco naturalistico archeologico di Vulci nella Maremma viterbese. Per dire no al Deposito nazionale e parco tecnologico (Dnpt) destinato a mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi di tutta Italia derivanti dagli impianti nucleari dismessi (Caorso, Latina, Trino vercellese e Garigliano), dai settori della medicina, della ricerca, dell’industria.
Alla provincia di Viterbo appartiene il 40% dei 51 siti italiani che la Sogin (la società pubblica che si occupa dello smantellamento delle quattro centrali nucleari italiane e della gestione dei rifiuti radioattivi di varia fonte) ha inserito nella proposta di una Carta nazionale delle aree idonee (Cnai).
Comitati e istituzioni, in alternativa a questo deposito in superfice, sostengono che “le scorie ad alta pericolosità dovranno essere destinate ad un sito geologicamente sicuro ed europeo; e siccome in Italia non è stato possibile individuarne uno in profondità che abbia le garanzie necessarie, in attesa, debbono essere messe in sicurezza dove stanno. Per quelle a bassa intensità, come i rifiuti di origine sanitaria, si può avere una gestione regionale”.
La Valle del fiume Sacco scende in piazza contro le armi. E in particolare contro il progetto, finanziato con fondi europei, per produrre nitrogelatina (150 chili all’ora) nella fabbrica “ex Winchester” di Anagni , oggi usata invece per la “demilitarizzazione” (il recupero e riciclo di materiale bellico). Una rete di comitati civici e associazioni della Valle del Sacco ha deciso di manifestare di fronte ai cancelli della fabbrica, di proprietà della multinazionale franco-tedesca KNDS.
La nuova attività sorgerebbe in una zona boschiva vincolata da tutela ambientale e compresa nel SIN ( Sito di Interesse Nazionale) per bonifica ambientale , a poche centinaia di metri dai primi caseggiati e dall’autostrada A1.
Nella Valle del Sacco, a 50 chilometri da Roma, a Colleferro dal 1912 si producono bombe, mine e missili. La Bombrini Parodi Delfino (Bdp) dava il pane a oltre 3mila operai e con l’indotto faceva lavorare decine di migliaia di persone. Tra gli anni 80 e 90 la BDP viene assorbita nel gruppo Snia Viscosa e dopo il 2000 dalla Simmel Difesa e oggi dal gruppo franco-tedesco KNDS : con 160 impiegati si fabbricano ancora – ufficiale – spolette, munizioni, granate, teste per missili e razzi.
I nuovi venti bellici hanno riacceso l’interesse su Colleferro: la KNDS è la capofila di un progetto che attinge ai fondi della difesa europea per circa 41 milioni di euro, per produrre cariche propellenti modulari per sistemi di difesa europea. Un piano che riguarda anche Anagni.
La contro l’opera che devasterebbe la collina est di Torino che è parte del manifestazione MAB-UNESCO!
Tonnellate di rifiuti fronte mare di tre industrie dismesse devono essere bonificate da più di un ventennio. Il piano esiste dal 2019 ma le scorie sono ancora lì. E la popolazione si ammala di tumore.
Le scorie dei processi produttivi sono finite, insieme alla loppa di alto forno proveniente dall’ IIva di Taranto, in una miscela chiamata conglomerato idraulico catalizzato. È il famigerato Cic con cui dal 1999 sono stati riempiti i piazzali della scuola primaria San Francesco, l’Itc di via Acquabona ma anche centri commerciali, alloggi popolari, villette a schiera, strade, persino il palazzo della Questura e le banchine del porto. Per l’esattezza 18 siti, messi sotto sequestro solo nel 2008. Il governo incaricò Eni di bonificare l’area.
I crotonesi lottano da cinque lustri contro i tumori e per ottenere la bonifica. Ma la bonifica non si è mai vista. Gli interventi conclusivi riguardano esclusivamente opere di messa in sicurezza (cementificazione e isolamento dei rifiuti), cosa ben diversa da interventi che permetterebbero la restituzione di terreni integri e liberi da discariche.
Gli scarti industriali restano in città, il commissario di governo li invia «tal quale» nella discarica di Sovreco . I comitati manifestano chiedendo la revoca dell’ordinanza e la bonifica dei luoghi.
Dato che l’alcol è cancerogeno, non dovrebbe esserne consentita la pubblicità come per le sigarette. Ma di fatto le sigarette si vendono solo in tabaccheria per gli opportuni controlli, mentre l’alcol, nelle sue varie forme, si vende ovunque. Come oggi è inconcepibile che si faccia un festival o un’esposizione a sostegno del consumo della sigaretta, non si dovrebbero autorizzare i numerosi eventi a favore del consumo di vino! Invece Vinitaly è stato frequentato ed esaltato da parte di vari ministeri e autorità. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida , non solo ha detto di non accettare la cancerogenicità dell’alcol ma ha dichiarato che bisogna rompere la criminalizzazione del vino, nonché le follie ideologiche attraverso l’aiuto della scienza rappresentata dal suo ministero. È veramente imbarazzante che si neghi l’evidenza. Intanto il ministero della Salute è muto.
* Silvio Garattini Fondatore e Presidente Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Il sindaco tradisce Solvay.

“Il sindaco di Alessandria utilizzerà i 100mila euro che ha patteggiato con Solvay per organizzare avvocati e medici legali in una class action per risarcire le Vittime del disastro sanitario di Spinetta Marengo”. Che notizia!
La voce produce una eco clamorosa: “Giorgio Abonante l’ha fregata bene, si è fatto dare i soldi da Solvay per utilizzarli contro di lei”. “Magari vuole pure ordinare finalmente la fermata delle produzioni inquinanti”.
“ A Bruxelles furibonda Kadri con Alleva ”. Guido Carlo Alleva è il famoso avvocato che, fornito di un pacchetto di euro, aveva ricevuto l’incarico di perpetuare i Pfas neutralizzando il processo penale tramite l’avvio di procedura di patteggiamento con la Procura della Repubblica; previ prezzolati beneplaciti delle parti civili istituzionali e fisiche. Illam Kadri è la presidentessa di Solvay Syensqo che ha ricevuto 27.5 milioni di euro in bonus negli ultimi due anni e che ambisce a ricevere entro il 2026 un altro bonus di fidelizzazione di 7.5 milioni di euro, se si concretizza l’effetto del patteggiamento.
Una ridda di voci, pro e contro. “Dobbiamo ricrederci su Abonante” commentano i Comitati “l’avevamo sputtanato per aver venduto, anzi svenduto la salute della popolazione alessandrina” “Abonante giuda, hai fregato noi” protesta l’assessore Federico Riboldi dalla Regione Piemonte “ Stavamo per concludere anche noi per un pacchetto di qualche migliaia di euro”.
Sui giornali “L’avvocato Lanzavecchia non commenta ”: è uno degli avvocati indicati per aver concordato 3.500 euro di elemosina agli assistiti parti civili.
Le voci si rincorrono fino a Roma. Il ministero dell’Ambiente: “Non risulta che il ministro Gilberto Pichetto Fratin avesse già dato parere favorevole alla Procura per il patteggiamento”.
Desolati per la perdita della propria parcella offerta da Solvay, in coro gli avvocati (alcuni patteggianti per conto di associazioni ambientaliste): “Se salta il colpo di spugna del patteggiamento, va avanti il processo penale ”, magari riqualificando il reato di disastro ambientale da colposo a doloso.
A questo punto “Parodi si occuperà personalmente del processo Solvay ”. Altrimenti ad esclusivo carico della giovane sostitutiva pm Eleonora Guerra. Cesare Parodi, il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati (ANM), dovrebbe trasferirsi al tribunale di Alessandria come procuratore capo.
“L’avvocato Alleva si precipita ad Alessandria”. Da Palazzo Rosso, sede del Comune, filtrano indiscrezioni: “I centomila euro t’ì li do sù dent”.
Finalmente, l’avvocato municipale Roberto Calcagni rompe il silenzio: “Smentiamo le illazioni che circolano. Il sindaco non ha alcuna intenzione di organizzare avvocati e medici legali in una class action per risarcire le Vittime del disastro sanitario di Spinetta Marengo. E neppure per biomonitoraggi ostili all’azienda. Il business dei soldi del patteggiamento sarà utilizzato solo per potenziare i cimiteri”. Si sgonfia la notizia, anche se…
Ma qui interrompiamo questa storia che ci è parsa inverosimile fin dall’inizio e che non avremmo dovuto cominciare a raccontare nemmeno per dovere di cronaca. E’ evidente, come avremo subito avvertito i lettori perspicaci, che si trattava di una “fake news”, bufala inventata e messa in giro dal solito-mica-tanto-ignoto per tenere vivi, tramite il paradosso della satira, il vergognoso epilogo della “Questione Solvay” a Spinetta Marengo e la traballante “Questione Pfas” in Italia: clicca qui .
“A Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, Solvay sta riuscendo nel tentativo di non arrivare al processo per disastro ambientale colposo, negoziando patteggiamenti che metteranno tutto a tacere. L’ultimo di questi è giunto proprio dal Comune di Alessandria, capoluogo di provincia, che ha accettato il riscatto di 100 mila euro proposto dalla multinazionale Syensqo (ex Solvay): “
Clicca qui . l’articolo su L’INDIPENDENTE firmato da Michele Manfrin.
Intervista a Lino Balza dopo lo sciagurato patteggiamento del Comune di Alessandria, che apre ad un colpo di spugna sul disastro ecologico e sanitario.

Pfas e vigili del fuoco.

Esposto di un gruppo di associazioni presentato alla Procura di Arezzo e ad altre 35 Procure italiane in merito alla contaminazione da Pfas nei presidi antincendio dei Vigili del fuoco, in particolare durante gli interventi e le esercitazioni con schiumogeni.
L’iniziativa nasce dalla mobilitazione dei familiari di tre vigili del fuoco del comando di Arezzo, deceduti per glioblastoma in meno di due anni.
Tra le 36 procure in indirizzo non c’è quella di Alessandria , evidentemente ad essa le Associazioni non fanno affidamento. Altro particolare sconcertante è che tra le Associazioni compare anche Medicina democratica che ad Alessandria non si è opposto al patteggiamento che metterebbe in salvo dal processo proprio la Solvay: produttrice monopolista in Italia dei Pfas.

La lobby chimica fa fuoco e fiamme per i Pfas.

In Francia, la legge vieta la produzione, l’importazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato di cosmetici, scarpe da sci, tessuti per l’abbigliamento, scarpe e impermeabilizzanti con PFAS a partire dal 2026, e di tutti i tessuti che li contengono dal 2030. Per gli utensili da cucina, nessun divieto per le padelle antiaderenti con rivestimento di PTFE (Teflon). Il testo iniziale della legge, infatti, conteneva anche questo dibattito, ma la pressione dell’industria lo ha fatto saltare. In particolare, ha avuto un ruolo importante il Groupe SEB, proprietario di marchi di padelle come Tefal e Lagostina, che fa parte della lobby di Solvay. In compenso, la legge francese, a differenza di quella italiana, istituisce la ricerca sistematica nell’acqua potabile di 20 classificazioni PFAS come preoccupanti a livello europeo. Clicca qui .

A Rosignano ci mancava proprio il riciclo delle terre rare.

L’Alpha Project di Solvay Chimica Italia (Rosignano, Livorno) punta al riciclo dei sei metalli del gruppo del platino (platino, palladio, rodio, rutenio, iridio e osmio): materie prime critiche necessarie per l’industria della difesa e dell’aerospazio, l’elettronica, la mobilità elettrica e lo sviluppo delle energie rinnovabili. In particolare, platino e palladio servono per realizzare i catalizzatori; rutenio e iridio vengono impiegati nell’elettronica; l’osmio si usa per gli strumenti chirurgici ed esperimenti scientifici. Clicca qui .

Organoclorurati nel Bisagno e nell’Entella.

La Regione Liguria ha avviato dal 2018 uno studio complessivo su due aree pilota, la piana del torrente Bisagno nel comune di Genova e la piana del fiume Entella nel comune di Chiavari, per valutare la presenza di queste sostanze nelle falde acquifere, affidando ad Arpa l’attività di analisi e monitoraggio. Clicca qui .

PFAS: contaminati il 30% dei prodotti di uso quotidiano.

Un’indagine realizzata da Altroconsumo, in collaborazione con otto associazioni di consumatori a livello internazionale, ha svelato che il 30% di 229 prodotti di uso comune, tra cui tessuti per la cucina , articoli per l’ arredamento , prodotti per la cura personale e materiali a contatto con gli alimenti , contiene PFAS, i cancerogeni “inquinanti eterni” che si accumulano nell’ambiente e nel nostro organismo, principalmente attraverso alimenti, acqua e polveri; mentre il 21% presenta PFAS che non rispettano la normativa UE attuale o quella che entrerà in vigore nel 2026. Clicca qui .
L’ultima inchiesta condotta da nove associazioni dei consumatori europei, tra cui la francese Que Choisir, più una canadese, ha cercato la presenza di Pfas in 230 prodotti di uso quotidiano , presenti in ogni stanza della nostra casa, dai cuscini alle tovaglie, dalle stoviglie ai cerotti, dal filo interdentale ai conservativi.
Clicca qui tutto l’elenco dei prodotti fuorilegge: il Salotto/Sala da pranzo è la stanza con la maggiore concentrazione, poi la cucina, infine il bagno e la camera da letto.
Alcuni Stati, come la Danimarca , hanno già imposto il divieto sull’uso dei PFAS , mentre in Francia è stata approvata una normativa per eliminarli . In Italia non esiste ancora una legge nazionale specifica in merito. Solvay è il produttore monopolista italiano. Al contrario, cinque Paesi membri dell’UE hanno chiesto all’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche di limitare l’utilizzo dei PFAS in prodotti di consumo e industriali. Clicca qui .

A Porto Marghera monitoraggio Pfas.

Il programma ministeriale raccoglierà 180 campioni di sangue tra i residenti di Marghera e Mira per rilevare i livelli medi di Pfas, diossine e altre sostanze. Clicca qui .

Batterie fantascientifiche che degradano i Pfas.

Per eliminare i PFAS dalle acque oggi si ricorre a metodi fisici quali la filtrazione per osmosi e quella con carbonio. Entrambi presentano limiti insormontabili, e sono oltremodo costosi. Infatti, finora non esistono alternative. Gli PFAS sono protetti da molecole con atomi di carbonio legati ad atomi di fluoro attraverso un legame talmente forte che, mentre assicurano ai materiali plastici che contengono una durata teoricamente illimitata, rendono impossibile la loro degradazione chimica. Infatti, sono chiamati contaminanti perenni. E per questo, per eliminarli, di solito si ricorre alla filtrazione, e non alle reazioni chimiche: occorrerebbe troppa energia, e non si avrebbe un esito ottimale. Tutto ciò, tuttavia, in un futuro troppo lontano potrebbe cambiare, grazie a un approccio completamente diverso, che sta dando risultati incoraggianti: quello della cosiddetta biomimetica, cioè l’imitazione di quanto accade in natura. Clicca qui .

Sui Pfas l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro.

Un commento di Luigi Campanella , professore emerito all’Università La Sapienza di Roma. Clicca qui .

Il 14% degli ingredienti presenti nei pesticidi è costituito da PFAS.

I pesticidi rappresentano un autentico flagello per la biodiversità. E molti di essi contengono composti fluorurati classificabili come perfluoroalchili (PFAS), la cui presenza, negli ultimi anni, è andata in aumento. Sono due studi appena pubblicati a puntare il dito contro decine si prodotti di cui l’agricoltura moderna non riesce a fare a meno, ma che probabilmente dovrebbero essere utilizzati con molto più parsimonia, e adottando strategie finalizzate a mitigarne gli effetti tanto sull’ambiente quanto sulla salute umana.
Messaggio di pace e salute a …… destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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