donald trump e giorgia meloni

Giorgia, una sovranista di cartapesta

Alessandro Di Battista – 18/04/2025

https://alessandrodibattista.substack.com/p/giorgia-una-sovranista-di-cartapesta

 

E dire che si era presentata come “donna, madre, cristiana”, come paladina della Nazione, ricordate?

 

Sono uno di quelli che non ha mai considerato la parola sovranismo una bestemmia. Oggi, di sovranista e di patriottico, in Giorgia Meloni, non è rimasto proprio niente. Zero. Polvere. E dire che si era presentata come “donna, madre, cristiana”, come paladina della Nazione, ricordate? Oggi è rimasta solo una fotocopia sbiadita, buona giusto per qualche nuovo shooting tra i Fori Imperiali. Perché in fondo, dall’incontro con Trump, l’unico “risultato” che forse ha portato a casa è farlo venire in Italia per fare qualche bella foto. Sul resto? Silenzio. Appunti presi.

Altro che vertice tra leader. È stato un monologo di Trump. Lui parlava, lei annuiva. Lui parlava di dazi, di miliardi che gli USA stanno guadagnando, e lei che fa? Tira fuori la favoletta trita e ritrita del “milione di posti di lavoro”. E con un sorrisino, gli dice pure: “Se promuovo un po’ il mio Paese, mi capirai, sei un uomo d’affari”. Appunto. Uomo d’affari, Giorgia.

Energia. Trump lo sa bene: Biden ha messo l’Europa in ginocchio. E ha detto che l’Italia dovrà aumentare le sue importazioni di GNL americano, gas liquido più costoso e pure più inquinante di quello russo che passava nei gasdotti. E la Meloni? Zitta. Nemmeno uno sbuffo. Altro che sovranismo. Altro che interesse nazionale. Se domani ci fosse la pace in Ucraina, guai a tornare a comprare gas russo: dovremo continuare a farci impacchettare quello made in USA. E a lei va bene così.

Ucraina. Una scenetta patetica. Le fanno una domanda in italiano, lei risponde in italiano, tira fuori la solita formula vuota: “pace giusta”. Ma che vuol dire, esattamente? Nessuno lo sa. Nemmeno lei, probabilmente. Trump non si fida. Chiede la traduzione. E lì Meloni va nel pallone: interrompe l’interprete e, con un inglese arrangiato, si rivolge direttamente a lui. Perché? Perché ha il terrore di dire qualcosa che rompa il suo equilibrio di cartapesta. Lei è la stessa che aveva scommesso sulla vittoria militare dell’Ucraina a voce alta. Ricordate come urlava? Oggi davanti a Trump balbetta. Si chiama incoerenza. O peggio: sottomissione.

Armi. Su questo se ne parla veramente poco. Se qualcuno in Europa vuole farci credere che il riarmo sia una forma di passo in avanti dell’Europa verso un’indipendenza dagli Stati Uniti, sappiate che è una bugia totale. Secondo voi da chi compreremo le armi? Dagli americani ovviamente. Trump probabilmente è uno dei primi sponsor del piano di von Der Leyen. Non a caso ieri, Meloni con aria trionfale intendeva annunciare che l’Italia raggiungerà il 2% della spesa Nato. Sapete Trump come ha risposto? “Non è mai abbastanza”. E adesso giudicate voi.

Gaza. Assolutamente nulla. Neanche una parola sul genocidio. La donna, madre e cristiana continua a far finta che i palestinesi non esistano. Che vergogna.

 

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