Giuseppe Salamone – 21/04/2025
https://giuseppesalamone.substack.com/p/e-morto-papa-francesco-con-lui-se
Papa Francesco è morto. E al netto di tutto, con la sua scomparsa viene a mancare una figura che ha segnato in maniera decisa e, per certi versi, unica, la storia recente. Non era un papa qualunque, non era un pontefice accomodante: era un uomo capace di disturbare i potenti e di infrangere la narrazione dominante con parole semplici e nette.
Lo voglio ricordare con una frase che ha fatto il giro del mondo, ma che è stata abilmente ignorata dai soliti noti: “La Nato se n’è andata ad abbaiare alle porte della Russia.” Una dichiarazione che non voleva giustificare alcuna aggressione, ma che osava mettere sul tavolo un’analisi geopolitica diversa, che smontava la comoda visione del bene contro il male. Zelensky, oggi più che mai, dovrebbe capire che ha perso: il tempo del negoziato è ora, e Francesco questo lo diceva da tempo, con fermezza e senza paura.
Lo stesso coraggio lo ha mostrato parlando del massacro a Gaza. Il 17 novembre 2024 ha detto parole che risuonano come un pugno nello stomaco dell’ipocrisia globale: “Occorre indagare se a Gaza è in corso un genocidio.” Nessun leader europeo – tranne Israele, che l’ha attaccato – ha avuto il coraggio di commentare. Silenzio. Il solito silenzio colpevole. Ma lui no. Lui ha parlato.

Ha criticato la folle corsa al riarmo, ha denunciato l’industria bellica come motore di morte e disumanità. Per questo è stato bollato come filorusso, antisemita, populista. Etichette comode per chi non ha argomenti. Certo, avrebbe potuto fare di più – e questo vale per tutti noi – ma la sua voce è stata, troppo spesso in solitaria, un faro di dissenso etico e civile in un mondo sempre più anestetizzato.
E lo scrivo da persona che con la Chiesa non ha mai avuto un rapporto confidenziale. Ma oggi, con la morte di Francesco, viene meno una voce importante, una voce coraggiosa, capace di smontare la propaganda e offrire una visione diversa, più umana, più vera. Chi oggi sostiene il prolungamento infinito della guerra in Ucraina, il riarmo cieco, il genocidio in Palestina… beh, oggi tirerà un sospiro di sollievo. E questo, purtroppo, la dice lunga.
Nei prossimi giorni assisteremo al solito teatrino: politici, giornalisti, intellettuali da talk show in coda a incensarlo. Verranno organizzate maratone televisive, talk show, speciali, tributi e infiniti dibattiti. I leader mondiali si affolleranno a Roma per rendere omaggio alla sua salma belli incravattati dimenticando le cose più dirompenti pronunciate da lui.
Ma ricordatevi una cosa: molti di quelli che oggi lo celebrano, ieri lo hanno ignorato e anche attaccato. Sono gli stessi che hanno fatto finta di niente quando parlava di pace, quando denunciava gli orrori del mondo con parole scomode. Da Meloni a Tajani, da Ursula a Kaja Kallas, da chiunque si sia voltato dall’altra parte mentre Francesco denunciava il sangue innocente versato a Gaza, alle responsabilità dell’Occidente nei conflitti globali: ipocriti e falsi come Giuda.
Papa Francesco è stato, prima di tutto, un uomo di pace. E in tempi così bui, dove la pace è considerata un’ingenuità o un’eresia, questo è stato il suo più grande merito.
Buon viaggio, Francesco.