ursula kaja zelensky

Colloqui di pace sabotati: il grande bluff della guerrafondaia Unione Europea!

Giuseppe Salamone – 23/04/2025

https://giuseppesalamone.substack.com/p/colloqui-di-pace-sabotati-il-grande

 

Hanno sabotato per l’ennesima volta, volutamente e scientemente, i negoziati. Si sarebbero dovuti svolgere a Londra tra USA, UK, Francia, Germania e Ucraina sulla base di una proposta di Washington. A proposito, l’Italia della donna, madre e cristiana non era stata nemmeno invitata. Ah, quanto è bella la sua credibilità internazionale. Quella che però solo i TG della stampa di regime e i suoi ultrà conoscono…

Ma torniamo a noi: era tutto pronto, ma sono entrati a gamba tesa prima Kaja Kallas a nome dell’Unione Europea e poi Zelensky, che hanno fatto saltare tutto semplicemente dicendo che non sono disposti nemmeno a parlare della Crimea.

Dichiarazioni fatte di proposito con il solo scopo di rompere il fragile equilibrio. E infatti il New York Times riporta che il segretario di Stato USA ha annullato immediatamente la sua presenza (ora va bene tutto, ma le figure da pirla annunciate non le va a fare nemmeno lui).

La situazione era questa: riconoscimento ufficiale della Crimea alla Russia e non ufficiale delle quattro regioni: Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. Per chi conserva un briciolo di onestà intellettuale, queste sono le basi per poter intavolare un negoziato con la Russia dopo che ha vinto la guerra contro l’intero Occidente.

Infatti, secondo quanto riportato dal Financial Times, anche dal Cremlino, dopo questa proposta, avevano fatto filtrare di essere disposti immediatamente a congelare il conflitto, mettere in atto un cessate il fuoco abbastanza lungo e iniziare a intavolare una fine della guerra più o meno definitiva.

Ma a qualcuno la pace fa proprio schifo. E quel qualcuno sta nelle stanze di Bruxelles, dove sembra essersi trasferita l’amministrazione Biden con i neocon a stelle e strisce. Questa è la realtà, il resto è solo propaganda.

Il fallimento dei colloqui di Londra è l’ennesima dimostrazione che una parte dell’establishment occidentale – quello più arroccato, ideologico e distante dalla realtà sul campo – non ha nessuna intenzione di favorire la pace. Le dichiarazioni rilasciate da Zelensky sono inequivocabili: “Non riconosceremo mai l’occupazione della Crimea. Non c’è nulla da discutere, è contro la nostra Costituzione.”

Punto. Nessun margine. Nessuna possibilità. Il tavolo salta. Subito dopo, la reazione americana: Marco Rubio, Segretario di Stato USA, cancella il viaggio a Londra, evitando di legittimare un vertice già morto ancor prima di iniziare. “Non si va a fare la figura dei fessi”, sembrerebbe essere stato il sottotesto.

L’ipotesi sul tavolo, tra le più concrete emerse negli ultimi mesi, non era una resa, ma un compromesso: Crimea riconosciuta ufficialmente alla Russia (cosa che già sul campo è realtà dal 2014), e riconoscimento de facto delle quattro regioni occupate – con l’obiettivo di congelare il conflitto e iniziare un processo di disimpegno militare.

Dal Cremlino, i segnali erano di apertura. Un cessate il fuoco, magari lungo e l’avvio di un dialogo più ampio. Ma questa possibilità, evidentemente, ha fatto storcere il naso a chi preferisce un conflitto permanente, un fronte caldo da utilizzare per logorare la Russia ma soprattutto per giustificare un riarmo, tenere l’Europa sotto controllo in preda alla paura.

Nel mezzo, un’Europa divisa, succube e, come nel caso dell’Italia, semplicemente irrilevante. Lontana dal centro delle decisioni, buona solo a ratificare scelte altrui e a raccontare alla propria opinione pubblica favole a reti unificate.

Il messaggio è chiaro: non si vuole la pace, si vuole il controllo.

A qualsiasi costo.

 

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