La manifestazione nazionale indetta dal Si.Cobas sabato 24 febbraio, a Roma è la dimostrazione che la classe operaia non piega la testa di fronte all’ennesimo contratto-capestro firmato dalle direzione dei sindacati di regime in combutta con il padronato e il suo Stato. Non si limita più a “resistere” agli attacchi dei padroni, ma passa al contrattacco. Concentramento ore 14:00 Piazza Esquilino.
La mobilitazione e capacità di iniziativa della classe operaia, la larga adesione agli scioperi dei settori Trasporti e Logistica di mesi scorsi spingono i padroni, il Governo, consulenti del lavoro e sindacati collaborazionisti ad accanirsi contro quelle organizzazioni sindacali conflittuali e di base, quegli operai e delegati sindacali che si organizzano per fare fronte agli effetti delle politiche padronali. Il dilagare della repressione aziendale e la criminalizzazione di chi lotta, come nel caso dei lavoratori della logistica in sciopero a Piacenza qualche giorno fa, conferma che i capitalisti e i governi loro asserviti non hanno altra soluzione, per tentare di sopravvivere alla crisi del loro stesso sistema, che non sia quella di fare la guerra ai lavoratori e al resto delle masse popolari. Ma allo stesso tempo questa è solo la conferma della loro debolezza! La classe operaia quando si muove piega i padroni!
Compagni! Operai! Lavoratori! Di fronte alla crisi del capitalismo sono due le vie opposte: o quella della borghesia, del clero e dei loro seguaci e agenti che ricorreranno sempre più a manovre d’ogni genere per fornire più soldi e potere alle banche, alle istituzioni finanziarie e ai grandi capitalisti a discapito degli interessi delle masse popolari o quella delle Organizzazioni Operaie e Popolari che costituiscono un loro governo d’emergenza che realizzi un programma che apra la strada alla rivoluzione socialista nel nostro Paese a partire da sei misure generali:
1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi secondo un piano nazionale: nessuna azienda deve essere chiusa!
2. eliminare tutti quelle attività e produzioni inutili e dannosi per l’uomo e per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti: basta con gli avvelenatori, gli speculatori e gli squali!
3. assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli in cambio le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società: nessun lavoratore deve essere licenziato o emarginato!
4. distribuire i prodotti alle aziende, alle famiglie, agli individui e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, conosciuti e democraticamente decisi: a ogni adulto un lavoro utile, a ogni individuo una vita dignitosa, a ogni azienda quanto serve per funzionare!
5. stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi,
6. iniziare a riorganizzare le altre relazioni e attività sociali in conformità alla nuova base produttiva.
Un governo del genere non si fa attraverso le elezioni! Un governo con la volontà politica di attuare le misure immediate che occorrono a frenare la crisi, è un governo che si regge su le Organizzazioni Operaie e Popolari che da un capo all’altro del Paese stanno fiorendo per contrastare la crisi e iniziare a praticare autonomamente soluzioni ai problemi che strozzano gli operai e le loro famiglie. Sono le Organizzazioni Operaie e Popolari che oggi devono imparare ad agire come centri autorevoli che dirigono la produzione della ricchezza sociale e organizzano la vita sociale collettiva delle masse popolari contendendo potere alle autorità dei padroni! Sono le Organizzazioni Operaie e Popolari devono prendere il “governo” delle aziende, dei territori, del Paese intero!
Compagni! Operai! Lavoratori Non possiamo e non dobbiamo più limitarci a rivendicare diritti alle autorità costituite dei padroni e dello Stato dei padroni, ma possiamo e dobbiamo imparare a far da noi, essere ed agire noi stessi come nuove autorità pubbliche, coordinandoci con altri operai e lavoratori (indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza o dall’adesione a nessun sindacato come stanno iniziando a fare gli Operai Autorganizzati FIAT-FCA!) e il resto delle masse popolari che organizzano la resistenza sociale al procedere della crisi generale del capitalismo. Di lavoro da fare ce n’è tanto e oggi ci sono le conoscenze e i mezzi per farlo, ma ci vuole una direzione che combini gli sforzi di tutti. Occorre un governo espressione del movimento operaio e popolare organizzato, da questo sostenuto, che gli indichi caso per caso cosa occorre fare e che assicuri scrupolosamente l’esecuzione delle sue disposizioni.
Occorre costituire e imporre un #GovernoDiEmergenzaPopolar