[Resistenza] È uscito il numero 1/2025 di Resistenza

Newsletter n. 1 del 3 gennaio 2025

 

È uscito il numero 1/2025 di Resistenza

Editoriale

Avanguardia

Il marasma provocato dalla crisi generale sta rapidamente portando il mondo verso uno spartiacque.
In ogni contesto si dispiega la lotta fra la via della guerra mondiale promossa dalla Comunità Internazionale degli imperialisti Usa, sionisti e Ue e la via della rivoluzione socialista. Si dispiega cioè la lotta fra la borghesia imperialista che vuole mantenere il suo dominio sulla società e il movimento comunista cosciente e organizzato che deve soppiantarla.
Per prevalere l’una sull’altra, entrambe le vie necessitano del sostegno e del coinvolgimento attivo delle grandi masse popolari: borghesia imperialista e movimento comunista cosciente e organizzato sono in competizione per mettersi alla testa della resistenza spontanea che le larghe masse oppongono agli effetti della crisi generale e darle uno sbocco.
Per la borghesia imperialista questo è un problema.

L’Italia è malata di Larghe Intese. Serve uno sbocco politico per la mobilitazione popolare

Il 2024 si è concluso in un clima di grande combattività dei lavoratori e delle masse popolari. Non sono cresciuti solo la preoccupazione (la grande maggioranza della popolazione vorrebbe sottrarre l’Italia alla spirale della Terza guerra mondiale e della conseguente economia di guerra), sono cresciute anche le mobilitazioni, le manifestazioni, le forme di dissenso e ribellione.
Citiamo solo alcuni esempi: gli scioperi generali del 29 novembre e del 13 dicembre, l’agitazione e gli scioperi nel settore dei trasporti, le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese, contro la guerra e contro il ddl 1660. Anche uno dei principali quotidiani nazionali, il Fatto Quotidiano, ha annunciato l’obiezione di coscienza, per “difendere la libertà di stampa”, contro la legge-bavaglio del ministro Nordio.
Il clima di combattività è frutto del fatto che qualcuno si è messo a organizzare i lavoratori e le masse popolari. In altri termini: se anziché limitarsi ai piagnistei qualcuno la promuove, la mobilitazione si sviluppa.

29 novembre e 13 dicembre – appunti sugli scioperi generali

Gli scioperi, le piazze, i lavoratori, la lotta di classe

Il 29 novembre si è svolto lo sciopero generale proclamato dalla Cgil e dalla Uil, ma anche dai sindacati di base, praticamente tutti tranne Usb.
La convergenza su un’unica data di sciopero non si vedeva da molti anni e in effetti è stata un importante segnale di maturità e responsabilità da parte dei sindacati di base che hanno anteposto le esigenze della lotta di classe allo spirito di concorrenza nei confronti della Cgil. 

Questioni di metodo

#1. Cos’è il coordinamento che ci serve

#2. Contraddizioni in seno al popolo

È nato il Coordinamento nazionale No Nato

Spunti dall’assemblea di fondazione

Nello scorso numero di Resistenza avevamo scritto che il percorso di costruzione del Coordinamento nazionale No Nato era entrato in una nuova fase, specificando che quello che per mesi è stato un embrione di coordinamento stava compiendo un salto verso una superiore strutturazione. Effettivamente la svolta è avvenuta: lo scorso 8 dicembre, a Bologna, c’è stata la sua assemblea di fondazione.
Gli stessi promotori dell’assemblea dell’8 dicembre hanno dichiarato che è stata un successo, data la partecipazione di decine di organismi operai e popolari, di un centinaio di partecipanti in presenza e di circa venticinque in collegamento. L’assemblea ha avuto buon esito non solo per i numeri e la qualità degli interventi, ma anche perché ha dimostrato che l’opposizione alla Nato è diffusa in ogni parte del paese. Ogni regione, provincia e città è animata da gruppi, partiti, movimenti, organismi sindacali, associazioni che fanno della lotta contro la guerra Usa-Nato una bandiera e che sono nei fatti focolaio di resistenza locale. L’assemblea dell’8 dicembre ha dimostrato che il motore della costruzione del Coordinamento sono stati i comitati e gli organismi locali che vedono nel coordinamento nazionale lo strumento per uscire dai confini e cimentarsi nella discussione, nell’elaborazione, nella progettazione: hanno intrapreso una strada che veniva definendosi man mano che la si percorreva.
Ora, il modo migliore per dare gambe al Coordinamento è non crogiolarsi sugli allori dell’assemblea dell’8 dicembre, ma usarla innanzitutto per raccoglierne spunti utili per le linee di sviluppo.

Oltre il tifo per Luigi Mangione

Dopo che la polizia ha arrestato Luigi Mangione, negli Usa è iniziato un vero e proprio movimento di massa per la sua liberazione: raccolta fondi per le spese legali, plateali manifestazioni di sostegno in ogni occasione in cui si radunano le masse popolari (dai concerti agli incontri sportivi), in varie città sono comparsi manifesti raffiguranti i volti di altri alti dirigenti d’azienda accompagnati dalla scritta “wanted”. La polizia è in difficoltà.

La caduta della Siria e l’incendio del Medio Oriente

L’8 dicembre i cosiddetti “ribelli siriani” hanno preso Damasco dopo un’avanzata lampo e Bashar al-Assad è stato destituito. Si è così concluso il lungo capitolo della devastante guerra civile che i gruppi imperialisti Usa, Ue, sionisti e i loro accoliti hanno fomentato e finanziato in Siria a partire dal 2011. Contestualmente si apre una nuova fase della Terza guerra mondiale che la Comunità Internazionale degli imperialisti sta promuovendo.
Per mettere a fuoco la portata questi eventi è utile partire dal ruolo che aveva la Siria di Assad.

Pensando ad Anna. Intervista al regista Tomaso Aramini

Lo scorso novembre, al Festival dei Popoli, è stato presentato Pensando ad Anna, un film basato sulla storia di Pasquale Abatangelo, militante comunista e rivoluzionario. Abbiamo trattato in passato del libro scritto da Pasquale, da cui il film trae origine (Correvo pensando ad Anna), che è stato anche oggetto di molte iniziative di presentazione nel periodo in cui uscì e riaccese il dibattito rispetto al bilancio del movimento rivoluzionario degli anni Settanta.
Riprendiamo quel filo di discussione poiché l’uscita del film certamente alimenterà il dibattito, a partire dalle polemiche che ne hanno accompagnato la presentazione. Abbiamo intervistato il regista, Tomaso Aramini.

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Agenzia Stampa Staffetta rossa

Sul boicottaggio della Leonardo e le mobilitazioni in corso

Lo scorso 13 dicembre un gruppo di cinquanta studenti dell’Intifada studentesca è entrato nella sede torinese della Leonardo e l’ha occupata per denunciarne la complicità con il genocidio in corso in Palestina per mano dello stato illegittimo di Israele.

Gli studenti armati di striscioni e fumogeni hanno oltrepassato i cancelli della sede riuscendo ad arrivare fino al tetto dove hanno issato la bandiera palestinese. La giornata di lotta si è conclusa con un corteo in corso Francia e un’assemblea di bilancio e rilancio della manifestazione in solidarietà al popolo palestinese che si è svolta il sabato successivo a Torino.

Dopo cinque giorni, anche a Roma circa settanta attivisti di collettivi, spazi e associazioni hanno fatto irruzione dentro ai cancelli della Leonardo di via Tiburtina.

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Milano. Rispediamo al mittente le provocazioni sioniste, solidarietà al CSA Vittoria

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Calendario 2025 – Avanguardia

Idee, movimenti, imprese, uomini e donne che hanno aperto la strada alla rivoluzione e al progresso. Vedi l’anteprima. Il calendario è in formato A3 (29,7 x 42 cm), a colori e ha un costo di 10 euro (+ 6 euro di spese di spedizione)

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

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