ursula militare

La lezione di Göring e la manipolazione delle masse: uno schema senza tempo!

Giuseppe Salamone – 04/03/2025

https://giuseppesalamone.substack.com/p/la-lezione-di-goring-e-la-manipolazione

 

Alcune frasi, una volta lette, non si dimenticano più. Il colloquio tra lo psicologo Gustav Gilbert e Hermann Göring durante il processo di Norimberga nel 1946 è uno di quei momenti in cui la verità viene espressa con una lucidità spietata. Göring, braccio destro di Hitler e fondatore della Gestapo, non si nasconde dietro ipocrisie: descrive con disarmante chiarezza il modo in cui i leader possono manipolare intere nazioni, portando il popolo esattamente dove vogliono.

 

Ecco il passaggio chiave di quel dialogo:

GÖRING:

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“Ovviamente la gente non vuole la guerra. Naturalmente la gente comune non vuole la guerra; né in Russia né in Inghilterra né in America, né, per quel che conta, in Germania. Questo è chiaro. Ma dopotutto sono i leader di un Paese che ne determinano la politica ed ogni volta è solo questione di portare il popolo dove lo si vuole, ciò è sempre vero, in una democrazia come in una dittatura fascista, in presenza di un Parlamento o in una dittatura comunista.”

 

GILBERT:

“Una differenza c’è. In una democrazia il popolo ha una voce nelle decisioni politiche attraverso i rappresentanti che ha eletto, e negli Stati Uniti solo il Congresso può dichiarare guerra.”

 

GÖRING:

“Oh, sì tutto ciò è splendido, ma voce o non voce, il popolo può sempre essere sottomesso al volere dei leader. È facile. Tutto ciò che devi fare è dir loro che sono sotto attacco e denunciare i pacifisti per la loro mancanza di patriottismo che non può che mettere a rischio il Paese. Funziona allo stesso modo in qualunque nazione.”

 

Un meccanismo chiaro, semplice, spaventosamente efficace. Ora, guardiamoci intorno.

 

Il presente e la ripetizione della storia

Le parole di Göring non sono solo un pezzo di storia: sono un ammonimento. Oggi, la stessa strategia viene riproposta con modalità più raffinate, ma con lo stesso obiettivo: convincere l’opinione pubblica che esiste una minaccia costante e che solo seguendo ciecamente le direttive dei governi si può garantire la sicurezza.

 

Quante volte ci viene ripetuto che siamo sotto attacco?

  • I conflitti internazionali giustificano l’aumento delle spese militari.
  • La tensione geopolitica richiede sacrifici e allineamento totale alle scelte dei governi. Chi dissente viene etichettato come filo-nemico, sovversivo, pericoloso per la stabilità nazionale. Le stesse logiche, gli stessi metodi, le stesse conseguenze.

 

Abbiamo davvero imparato dal passato?

La storia ci insegna che il consenso si costruisce con la paura e che i popoli, se spinti nel panico, accettano qualsiasi misura pur di sentirsi al sicuro. Göring lo sapeva bene, e la sua lezione resta valida ancora oggi.

L’unica difesa contro questo ciclo è la consapevolezza. Non si tratta di negare i problemi reali del mondo, ma di saper riconoscere quando la paura viene usata come un’arma politica.

Ci stiamo facendo guidare, ancora una volta, verso scenari già scritti?

 

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