un independent international commission of inquiry press conference on march 13 2025 geneva screenshot from un human rights council youtube channel

Un nuovo rapporto bomba dell’ONU accusa Israele di violenza sessuale e di genere contro i palestinesi

Mondoweiss Palestine Bureau – 14/03/2025

https://mondoweiss.net/2025/03/new-bombshell-un-report-accuses-israel-of-sexual-and-gender-based-violence-against-palestinians

 

Un nuovo rapporto pubblicato dalla Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta sulle Terre Palestinesi Occupate delle Nazioni Unite accusa Israele di impiegare sistematicamente la violenza sessuale, riproduttiva e di genere contro i palestinesi durante il suo assalto a Gaza. I risultati, presentati insieme alle audizioni pubbliche a Ginevra, evidenziano anche la distruzione sistematica delle strutture sanitarie riproduttive a Gaza e descrivono una “strategia più ampia per minare l’autodeterminazione palestinese”. Il rapporto rileva che la condotta di Israele è equivalsa a compiere “atti di genocidio” ai sensi del diritto internazionale, oltre a crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Secondo il rapporto, questi crimini includono nudità forzata, molestie sessuali e altre forme di trattamento disumano eseguite sotto ordini o con l’approvazione implicita di alti leader militari e civili israeliani. Ancora più importante, il rapporto ha concluso che la distruzione deliberata delle strutture sanitarie riproduttive, combinata con le restrizioni all’assistenza umanitaria, erano misure “intese a prevenire le nascite tra i palestinesi a Gaza”, che il rapporto ha definito “un atto di genocidio ai sensi dello Statuto di Roma e della Convenzione sul genocidio”. La Commissione ha aggiunto che “questo è stato fatto con l’intento di distruggere i palestinesi di Gaza come gruppo” e che “questa è l’unica deduzione che si potrebbe ragionevolmente trarre dagli atti in questione”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto il rapporto come “antisemita” e ha definito le sue conclusioni “bugie”, osservando che “non è una coincidenza” che Israele si sia ritirato un mese fa dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC), che ha anche definito “antisemita”. L’UNHRC, con sede a Ginevra, è l’organismo internazionale che ha incaricato la Commissione d’inchiesta che ha prodotto il rapporto.

Pubblicato giovedì, il rapporto delle Nazioni Unite fa parte di un’indagine in corso sulle presunte violazioni dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, compresa Gerusalemme Est. La Commissione ha già riferito in precedenza su questioni quali il blocco di Gaza e l’impatto delle operazioni militari sui civili palestinesi. Quest’ultimo rapporto sposta l’attenzione sulla violenza sessuale e di genere, presentando nuove prove che queste pratiche costituiscono un elemento deliberato dell’assalto israeliano a Gaza.

Durante le audizioni pubbliche tenutesi a Ginevra l’11 e il 12 marzo, la Commissione ha ascoltato testimonianze strazianti di vittime, testimoni e professionisti medici. Le sopravvissute hanno descritto atti di violenza, tra cui aggressioni sessuali e attacchi contro reparti di maternità e cliniche per la salute riproduttiva. Il rapporto rileva che queste violazioni non solo causano danni fisici e psicologici immediati, ma hanno anche effetti a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive di fertilità dei palestinesi come popolo.

Violenza sessuale e prevenzione delle nascite palestinesi

Il rapporto ha sottolineato il caso del centro di fecondazione in vitro di Basma, il principale centro di riproduzione di Gaza, bombardato dalle forze israeliane nel dicembre 2023, che ha distrutto 4.000 embrioni, 1.000 campioni di sperma e ovuli non fecondati, che costituivano tutto il materiale genetico del centro. Il centro di fecondazione in vitro di Basma ha servito da 2.000 a 3.000 pazienti al mese, eseguendo da 70 a 100 procedure mensili. L’analisi del rapporto indicava un deliberato attacco al centro da parte delle forze israeliane, senza “alcuna prova credibile” che rappresentasse un obiettivo militare.

Il rapporto ha anche evidenziato diversi casi di negazione dell’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva attraverso l’assedio e la distruzione di strade, come nel caso della sezione maternità dell’ospedale Al-Awda, il più grande reparto maternità nel nord di Gaza. L’ospedale ha esaurito il carburante per i suoi generatori mentre era sovraffollato con 15.577 pazienti in maternità dal 7 ottobre al 23 dicembre 2023 con 75 posti letto. Alla fine di febbraio 2024, l’ospedale ha parzialmente interrotto le sue operazioni a causa della mancanza di carburante. I medici hanno riferito alla commissione che alcune donne incinte hanno dovuto camminare fino a quattro chilometri per raggiungere l’ospedale, che l’assistenza sanitaria dell’ospedale si era deteriorata a causa dell’assedio e che le attrezzature danneggiate, comprese le incubatrici, non potevano essere riparate a causa della mancanza di parti di riparazione.

Nel rapporto sono state documentate anche violenze sessuali, tra cui la nudità forzata durante gli arresti di massa di uomini e donne. In una delle testimonianze riportate, una donna ha detto che i soldati israeliani l’hanno trattenuta mentre costringevano i suoi figli ad andarsene da soli e poi le hanno ordinato di togliersi i vestiti per la perquisizione, di fronte a soldati maschi.

In un’altra testimonianza, un gruppo di uomini e donne è stato costretto a togliersi i vestiti per le perquisizioni, mentre i soldati hanno deriso gli uomini per non essere stati in grado di intervenire per fermare la perquisizione delle donne. Entrambe le testimonianze riguardavano incidenti sulla strada di Salah al-Din che attraversa la Striscia di Gaza. Il rapporto includeva anche testimonianze di violenze sessuali durante la detenzione e gli interrogatori nella famigerata base di Sde Teiman nel deserto del Naqab.

Cultura dell’impunità”

Il rapporto critica la “cultura dell’impunità” che permette che tali violazioni persistano. Indica i fallimenti all’interno del sistema giudiziario militare israeliano nel perseguire o condannare i responsabili, inviando un chiaro messaggio di tolleranza per questi crimini. La Commissione ha chiesto l’accertamento delle responsabilità attraverso meccanismi internazionali, tra cui la Corte penale internazionale, e ha esortato i tribunali nazionali a esercitare la giurisdizione universale per difendere la giustizia e fornire un risarcimento alle vittime.

I risultati del rapporto dipingono un quadro cupo della crisi umanitaria causata dall’assalto israeliano alla Striscia di Gaza, durato 15 mesi. Il rapporto si aggiunge ai precedenti risultati di organismi internazionali che hanno accusato Israele di aver compiuto sterminio e atti di genocidio durante il suo assalto a Gaza, tra cui due rapporti pubblicati da Amnesty International e Human Rights Watch.

Il nuovo rapporto dovrebbe rafforzare il caso contro Israele avviato dal Sudafrica alla fine del 2023 presso la Corte internazionale di giustizia con l’accusa di genocidio. La Corte Internazionale di Giustizia aveva stabilito che Israele stava “plausibilmente” commettendo un genocidio e aveva ordinato a Israele di adottare misure specifiche per impedirlo, tra cui la revoca del blocco all’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia, che da allora Israele ha ripreso dopo la rottura della prima fase del cessate il fuoco di Israele con Hamas.

 


 

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