angelo bonelli e nicola fratoianni

Il pacifismo di nicchia e la lotta contro la guerra

Forum dei Comunisti – 17/03/2025

 

Dentro il calderone della guerra che sta bollendo sempre più è necessario discernere le questioni sul tappeto per evitare che tutto finisca nel solito modo e cioè che, mentre la situazione si aggrava ed esprime contraddizioni e pericoli sempre maggiori si risponda con i soliti pannicelli caldi che non mutano di un millimetro le cose.

La manifestazione del 15 marzo a Piazza del Popolo a Roma, va presa sul serio, perché ha rappresentato il punto di partenza di un’avventura militare europea che può avere a breve sviluppi inaspettati. Piazza del Popolo ha rappresentato infatti il compattamento di un largo strato di popolazione italiana che, per coscienza di appartenere all’élite dominante o per rigurgiti antirussi che vengono dalla paura dell’orso sovietico, cioè dall’anticomunismo ‘democratico’, si mobilitano per appoggiare e giustificare, al momento giusto, l’allargamento della guerra. È sostanzialmente una chiamata alle armi coperta da distinguo, democrazia ed europeismo alla Spinelli.

Questo clima di mobilitazione è destinato a durare e a contribuire al coinvolgimento nei progetti di guerra diretta sostenuti dai cosiddetti ‘volonterosi’: Regno Unito, Germania, Polonia, ecc. compresa la Francia del piuttosto malmesso Macron.

Per capire in che modo vanno le cose in Italia e in che direzione muoverci, dobbiamo partire dalla situazione politica e da quella oggettiva in Italia. La situazione politica ci dice che la punta di lancia dell’imperialismo liberal-europeista trova difficoltà a compattare il suo fronte e partecipare senza indugi al banchetto della guerra. Spaccature e incertezze ci sono nel governo e anche l’opposizione istituzionale tergiversa o si chiama fuori come nel caso 5 Stelle. Scandalosa, in questo contesto, la partecipazione di AVS alla manifestazione di piazza del Popolo a Roma, cosa di cui dovrà rendere conto ai suoi elettori.

Stando ai dati dei sondaggisti poi, viene fuori che il popolo italiano è in maggioranza contro la guerra e questo spiega le contorsioni in atto tra le forze politiche istituzionali.

La partita comunque è dura perchè l’Europa comprende paesi come il Regno Unito, fuori dall’UE, ma intenzionato a dirigere l’orchestra, e la Germania che prevede 500 miliardi di riarmo, intenzionati a scendere in campo contro la Russia in Ucraina. Saranno i popoli inglese e tedesco che dovranno scegliere in merito e decidere, ma intanto compito nostro, sulla base della situazione politica e oggettiva italiana, è quello di organizzare un movimento che unisca le varie spinte che vanno in direzione della pace.

Quando Giuseppe Conte ha annunciato il suo no al riarmo, abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento per unire le forze e partire da lì per creare un movimento contro la guerra che non sia espressione di nicchie politiche consolidate, ma di un fronte molto più ampio. In piena autonomia e convergente.

Gli anarco-sindacalisti dello 0,9% credono che creare un movimento sostanzial­men­te minoritario risolva le cose. E’ la solita solfa insopportabile di chi da decenni sceglie la piazza ‘a prescindere’ senza porsi il problema di esprimere una forza reale e rappresentativa che possa realmente incidere nella situazione. Le mosche cocchiere marciano compatte con le loro bandierine mentre la situazione si muove in un’altra direzione. Questo ci induce a intensificare la nostra campagna per superare l’impotenza.

 

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