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“Il 5 Aprile tutti a Roma”

Claudio Grassi – 31/03/2025

 

IL 5 APRILE TUTTI A ROMA

 

È stato importante che all’indomani dell’inizio del conflitto russo ucraino ci sia stato chi ha analizzato quell’avvenimento nella sua giusta dimensione.

Non una guerra come le tante che avevamo visto dal 1991 in poi, ma un avvenimento che evidenziava un salto di qualità. Non una guerra che si poteva circoscrivere ad un evento territoriale, ma una guerra che alludeva ad uno scontro mondiale. La “guerra mondiale a pezzi”, evidenziata con lungimiranza e in anteprima da Papa Francesco.

Una guerra che non nasce da problematiche locali.

Una guerra che, sfruttando tensioni locali, la si fa diventare guerra con dimensioni globali. È il disegno degli Stati Uniti d’America che, in un contesto di declino, usano l’Ucraina per evitarlo. Spingere la Federazione Russa ad intervenire militarmente in Ucraina per sconfiggerla ed affossarla. Metterla in ginocchio con sanzioni, impegno militare, crisi economica, crisi politica. Riportarla ai tempi di Eltsin. Smembrarla, distruggerla, spezzettarla, appropriarsi delle sue immense ricchezze. Distruggere la Federazione Russa per indebolire i BRICS. Distruggere la Federazione Russa per indebolire e isolare la Cina.

Questo il disegno di Biden e del cosiddetto Deep State.

Tutto ciò ha incontrato due ostacoli

Il primo

La guerra: in poco tempo doveva portare al collasso l’economia russa. Ciò non si è verificato. La guerra – che in poco tempo doveva portare ad una sollevazione del popolo russo contro Putin – non ha prodotto questo risultato. È successo l’opposto. L’economia russa ha retto. Sì è rapidamente riorientrata verso i Brics i quali non hanno ritenuto di dover aderire alle sanzioni contro la Federazione Russa. Non solo: Putin, che doveva essere defenestrato in conseguenza della guerra, ha raggiunto il massimo del consenso nel suo paese e non solo. In compenso l’Unione Europea, che ha varato le sanzioni, è entrata in una pesante crisi economica.

Il secondo

Le elezioni americane le ha vinte Trump. E Trump ha una idea opposta a quella di Biden e del Deep State per fare uscire gli Stati Uniti d’America dal declino in cui si trovano. Non ho bisogno di scrivere qui che Trump è altro da me e – credo di poterlo dire – per chi legge questo post, è altro da noi. È un leader politico impregnato di idee e di valori antitetici ai nostri. Detto questo il suo obiettivo è quello di chiudere la guerra in Ucraina, riconoscendo alla Federazione Russa un ruolo di potenza globale da trattare in quanto tale

E qui arriva il bello.

L’Unione Europea, che aveva e ha tutto l’interesse a chiudere questa guerra e a ristabilire buone relazioni con la Federazione Russa, si è mossa nella direzione opposta. Si è trovata spiazzata dalla vittoria di Trump e, anziché rivedere le proprie scelte, sta continuando nella sua politica autolesionista.

Ed ecco la grande idea. L’Europa ha un nemico: si chiama Russia. Il fatto che sia stata la Russia, 80 anni fa, a salvare l’Europa dal nazismo non importa a nessuno. Se non la fermiamo ci distruggerà. Dobbiamo amarci.

Ed ecco che quei soldi che, da quando esiste l’Europa, non abbiamo mai visto disponibili per far fronte alle vere necessità come la sanità, l’ambiente, la scuola, il lavoro… Quell’aiuto che poteva essere dato alla Grecia per farla uscire dalle sue difficoltà… Oggi appare improvvisamente: 800 miliardi per comprare armi.

Una scelta folle, che scommette sulla continuità della guerra e che, in una economia di guerra, pensa di rilanciare la propria economia, in particolare quella tedesca.

E qui le manovre di una parte degli USA appaiono assai evidenti. Il Deep State, sconfitto nelle elezioni americane, punta a rimanere in vita usando l’Unione Europea in funzione anti Trump. Per farlo ha bisogno che la guerra continui. L’attivismo della Gran Bretagna di Starmer, pur rappresentando un paese uscito dall’Unione Europea, si inquadra in questo contesto.

E qui torniamo a quanto dicevamo all’inizio di questo post.

Lo scontro internazionale che oggi viviamo è entrato in un tornante pericolosissimo, dove la guerra non è più una eventualità, ma un elemento centrale, possibile, di straordinaria attualità. I kit di sopravvivenza possono far sorridere, ma nessuno, fino ad alcuni anni fa, avrebbe previsto che uno dei massimi esponenti dell’Unione Europea ne avrebbe parlato. Ed è altresì evidente che, a differenza degli anni passati, quanto sta accadendo in Palestina, è impensabile possa trovare una soluzione senza immaginare un aggravarsi del conflitto e una sua estensione.

Stiamo vivendo il genocidio di un popolo che, a differenza del passato, è documentato in ogni suo più piccolo particolare. Non si illuda Israele e chi lo appoggia. Esistono milioni di ore di video, di filmati raccapriccianti, di immagini di atrocità mai viste, di distruzioni ingiustificate, che sono agli atti e che inchiodano gli esecutori e i mandanti, quali responsabili di una delle peggiore atrocità mai commesse nella storia dell’umanità.

Dunque, la guerra, le guerre, non come uno degli elementi che, in qualche parte del mondo qualcuno sta vivendo. La guerra come elemento sovraordinatore della politica, il dominus che accompagna e orienta la politica globale e nazionale. Quindi non esiste lotta politica efficace, che abbia un senso, che non parta da questa realtà. Che non metta la lotta contro la guerra e il riarmo al primo posto della propria iniziativa. Questo è oggi il discrimine. Il confine che segna se stai di qua o di là.

Voglio essere esplicito: se voti per la guerra, se voti per il riarmo, cioè per il massimo della distruzione ambientale, non mi importa se sei verde o di sinistra, sei dall’altra parte.

È dunque importante che ci sia chi abbia denunciato questa situazione fin da subito nonostante qualcuno dicesse che la guerra “sarebbe finita in pochi mesi…”

Che si sia creato un movimento. Che molte associazioni, personalità, si siano impegnate. Pagando di persona, con coraggio. Ricordate le liste dei putiniani? Una vergogna assoluta che disvela l’asservimento della grande stampa italiana. Questo lavoro è stato importantissimo e nonostante sia stato ostracizzato ha lavorato, ha scavato in profondità, ha dato fiducia a quella maggioranza del popolo italiano che è sempre stata contro la guerra. Anche se la maggioranza dei partiti in parlamento ha votato per continuare la guerra!

Oggi, nello sgomento dei Calenda, Gentiloni, Draghi, Picierno, e compagnia cantante, è apparso un sondaggio che dice che il 94% degli italiani è contrario all’invio di truppe in Ucraina.

Oggi, grazie al lavoro svolto in questi anni dai “coraggiosi della pace”, come Elena Basile, Raniero La Valle, Alessandro Di Battista, Alessandro Orsini, Michele Santoro, Domenico Gallo, Lea Melandri, Ginevra Bompiani, Luisa Morgantini, Angelo D’Orsi, Barbara Spinelli, Luciano Canfora, Piergiorgio Odifreddi, Vauro, Alex Zanotelli, Ali Rashid e molti, molti altri… e grazie allo spazio che Il Fatto Quotidiano ha riservato a queste posizioni… ecco: oggi possiamo lavorare per realizzare, finalmente, una grande mobilitazione nazionale contro la guerra. È la manifestazione del 5 aprile a Roma.

Merito del M5S che l’ha convocata. Merito del presidente Conte che l’ha voluta. A cui dobbiamo tutti partecipare. Non è solo una manifestazione contro la guerra. È una manifestazione fortemente politica che può aprire una partita del tutto nuova nella politica italiana. La costruzione di uno schieramento che vuole certamente battere le destre, ma senza rinunciare a contrastare la guerra e le politiche di riarmo.

 

Il 5 aprile tutti a Roma

 

Il Coraggio della Pace
#disarma
#lacasabrucia

 

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