netanyahu e trump

La banalità del male in diretta mondiale: Trump e Netanyahu riscrivono l’orrore con toni da commedia dell’ipocrisia!

Giuseppe Salamone – 07/04/2025

https://giuseppesalamone.substack.com/p/la-banalita-del-male-in-diretta-mondiale

 

In un mondo dove le parole contano più delle vite, e la propaganda supera la pietà, assistiamo all’ennesimo teatrino grottesco con protagonisti due figure ormai tristemente note: Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Due uomini che, mentre la Striscia di Gaza si sgretola sotto le bombe e la fame, riescono a sorridere davanti alle telecamere annunciando piani che sembrano usciti da un distopico romanzo di Orwell.

Netanyahu, senza alcun imbarazzo, dichiara che i palestinesi “sono liberi”. Liberi… di andarsene. In Siria. In Ucraina. O in qualsiasi altra terra martoriata da conflitti, purché lontano da quella striscia di sabbia intrappolata da decenni di assedio. Con tono cinico, il premier israeliano afferma che Gaza “non è assediata da noi” e che Israele vuole solo “consentire ai residenti di andarsene”. Come se fosse una scelta. Come se fosse libertà.

Trump, da parte sua, rincara la dose. Si dice confuso sul motivo per cui Israele avesse abbandonato Gaza e annuncia con disarmante naturalezza che, dopo lo sfollamento della popolazione, quella terra sarà ribattezzata “Zona di Libertà”. Una libertà al contrario, fondata sullo sradicamento e sull’illusione di un futuro altrove. “Ci sono Paesi pronti ad accogliere i residenti di Gaza”, dice, quasi fosse un atto di bontà. Ma la verità è che nessun popolo dovrebbe essere costretto a scegliere tra l’esilio e l’annientamento.

Quello che accade oggi è un bullismo criminale trasmesso in mondovisione. Netanyahu affama, uccide, brucia e poi sbeffeggia chi sopravvive. Trump lo segue, servile e sprezzante, pronto a giocare la carta della minaccia contro l’Iran per giustificare la prossima guerra, mentre si finge mediatore di pace.

Nel frattempo, il mondo resta in silenzio. Quegli stessi indignati da salotto che per giorni hanno battuto il petto per Zelensky – leader che continua a chiedere più armi, più guerra, più soldi – ora tacciono davanti al dolore del popolo Palestinese che chiede solo pane, acqua e di non vedere i propri figli decapitati.

Nel mezzo di questo scempio, Trump annuncia colloqui diretti con l’Iran. Minaccia, però, che “l’Iran sarà in grave pericolo” se non accetta le condizioni. E Netanyahu non perde occasione per evocare la “soluzione diplomatica libica”, un’allusione che sa più di minaccia che di trattativa.

Tutto questo mentre l’Unione Europea continua a tacere maledettamente. Soprattutto i benpensanti alla Elly Schlein che attaccano ogni secondo della loro giornata Trump, ma davanti al suo ego criminale davanti a Netanyahu non hanno una sola parola da spendere. Non una condanna. Nemmeno una presa di posizione netta. Vergogna!

È la banalità del male, quella che trasforma i crimini in slogan e l’esodo in strategia. Ma soprattutto, è l’ipocrisia mondiale che uccide due volte: prima con le bombe, poi con l’indifferenza. Ora vediamo chi avrà il coraggio di parlare. Chi alzerà la voce per i bambini di Gaza come l’ha alzata per battersi il petto per Zelensky.

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