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La Cina risponde ai ricatti di Trump: una lezione per un’Unione Europea serva, piegata e senza autonomia!

Giuseppe Salamone – 08/04/2025

https://giuseppesalamone.substack.com/p/la-cina-risponde-ai-ricatti-di-trump

 

La Cina, ancora una volta, ci mostra cosa significhi avere coraggio e lungimiranza politica in un mondo sempre più dominato da pressioni, minacce e ricatti economici. Di fronte all’ennesima provocazione di Donald Trump – che ha annunciato l’intenzione di imporre ulteriori dazi del 50% sui prodotti cinesi se Pechino non ritirerà le sue misure di ritorsione – la risposta di Pechino è stata decisa, chiara e priva di ambiguità: la Cina non si piegherà. Anzi, rilancia: “Combatteremo fino alla fine”.

Non si tratta solo di uno scontro commerciale tra due potenze. È una dimostrazione concreta di cosa significhi oggi difendere la propria sovranità economica e politica senza cedere alle logiche del ricatto. La Cina non si limita a reagire: imposta la sua posizione su basi di principio, rivendicando il diritto a essere trattata con rispetto e a non subire imposizioni unilaterali. “Se gli Stati Uniti vogliono davvero parlare, dovrebbero adottare un atteggiamento di uguaglianza, rispetto e reciproco beneficio”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian.

Nel frattempo, l’Unione Europea appare paralizzata, debole e priva di visione strategica, quasi “cagata sotto” – per usare un’espressione cruda ma efficace – davanti a ogni svolta geopolitica. Mentre la Cina alza la testa, l’UE china il capo, abbandonando ogni velleità di autonomia per adeguarsi passivamente alle direttive della Casa Bianca.

La gestione della crisi ucraina è l’esempio più lampante di questa sudditanza. L’Europa ha adottato, su pressione americana, una serie di sanzioni economiche che si sono rivelate autentici atti di autolesionismo. Il tentativo di colpire la Russia ha finito per colpire le stesse economie europee, aggravando la crisi energetica, favorendo la deindustrializzazione, mettendo in ginocchio le PMI e alimentando un’inflazione a livelli record. Il tutto, per sostenere una guerra per procura che ha trasformato l’Ucraina in un campo di battaglia per interessi che poco hanno a che fare con la sicurezza dei cittadini europei.

A questo quadro già drammatico si aggiungono anni di politiche economiche fallimentari spesso e volentieri che portano la firma di sua maestà Mario Draghi, impostate sul dogma dell’austerità e sull’ossessione per lo spread. Mentre la Cina investiva in innovazione, infrastrutture e sostegno alla domanda interna, l’Europa tagliava la spesa pubblica, congelava i salari, precarizzava il lavoro e lasciava morire la propria manifattura. Il risultato? Un continente economicamente indebolito, socialmente frustrato e incapace di incidere sulle grandi questioni globali.

E mentre la Cina investiva nella crescita interna, nell’innovazione tecnologica e nel rafforzamento della domanda interna, perseguendo una strategia economica basata sullo sviluppo e sull’aiuto alla propria economia reale, l’Unione Europea si metteva al servizio della grande finanza. Ha favorito banche e speculatori, ha salvato istituti di credito con denaro pubblico mentre imponeva sacrifici alla popolazione. Ha messo i parametri di bilancio davanti ai bisogni dei cittadini, soffocando ogni possibilità di ripresa reale. Ha affamato i popoli per rassicurare i mercati.

Questi sono i risultati. Da una parte un paese come la Cina che si presenta sulla scena globale con forza, determinazione e visione. Dall’altra un’Europa smarrita, piegata, incapace di difendere i propri interessi e i propri cittadini. La differenza è tutta qui: tra chi ha avuto il coraggio di pensare al proprio futuro, e chi ha scelto di svendersi per servire i suoi padroni: la grande finanza e la Casa Bianca!

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