Il 15 Aprile 1912 nasceva il fondatore della Repubblica Popolare e Democratica della Corea, Kim Il Sung
IL PENSIERO E L’OPERA DEL “GRANDE LEADER” KIM IL SUNG
Tutte le donne e gli uomini e tutte le organizzazioni rivoluzionarie e antimperialiste sparse nel mondo che lottano per il Socialismo, per un mondo più giusto, e per la pace, ricordano – nell’anniversario della sua nascita, avvenuta il 15 aprile 1912 – il “grande leader” coreano KIM IL SUNG, fondatore della Repubblica Popolare e Democratica della Corea, Ricordano anche, sia la sua opera rivoluzionaria per la costruzione del Socialismo nel proprio Paese e l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale più giusto, sia il suo importante ed originale contributo teorico.
Dopo una lunga militanza nella resistenza antigiapponese, che lo portò a guidare la lotta armata di liberazione nazionale contro l’occupante imperialista giapponese dalle montagne della Corea Settentrionale, finalmente il 9 settembre 1948, dopo la sconfitta degli imperialisti, KIM IL SUNG fu in grado di proclamare la nascita della Repubblica popolare (RPDC), di cui divenne Primo Ministro.
Ѐ molto significativo che tra i primi provvedimenti del nuovo Governo – oltre ad un rafforzamento dell’esercito popolare, cioè di una forza di difesa verso l’esterno, ma anche sempre pronta ad intervenire all’interno in sintonia con i bisogni e la vita reale della popolazione civile – vi fu il pieno riconoscimento dei diritti delle donne. Fu riconosciuta la piena parità di diritti delle donne con l’uomo anche in materia ereditaria, il diritto di voto, il diritto ad un salario uguale a quello maschile a parità di mansioni, il pieno diritto allo studio, il divieto dei matrimoni forzati, ed il diritto alla scelta libera dell’aborto. In questo campo la Corea popolare si pose, quindi, in una posizione molto più avanzata di tanti Paesi occidentali considerati patria dei famosi “diritti umani”.
Nel 1949 fu proclamata anche la nascita del Partito dei Lavoratori Coreano, di cui fecero parte i militanti comunisti e di altre formazioni della sinistra sia del Nord che del Sud della Corea. Il partito, sotto la guida di KIM IL SUNG che ne divenne primo segretario, si ispirò ad una interpretazione originale del marxismo-leninismo che teneva conto della situazione storica, politica e sociale concreta della Corea e della sua tradizione culturale. Questa impostazione culturale portò alla nascita e lo sviluppo dell’ideologia dello Juche.
Questa originale ideologia fu proclamata da KIM IL SUNG nel discorso del 28 dicembre del 1955: ”Sull’eliminazione del dogmatismo e del formalismo e la costruzione dello Juche nel lavoro ideologico”, e fu ulteriormente precisata nel discorso tenuto di fronte all’Assemblea Popolare Suprema del 16 dicembre 1967: “Difendiamo maggiormente lo spirito rivoluzionario dell’indipendenza, dell’autosufficienza e dell’autodifesa in tutti i campi dell’attività statale”. In questi discorsi, ed in tutti gli altri interventi del “grande leader” – oltre alla necessità di mantenere la piena indipendenza, l’autosufficienza economica, e un’efficiente forza di difesa per salvaguardare le conquiste del popolo – veniva esposta un’originale teoria rivoluzionaria.
Questa teoria parte dall’affermazione che “l’uomo è il padrone di ogni cosa e decide ogni cosa” e che “è l’essere materiale più sviluppato” della natura che può confrontarsi con la stessa natura considerandola come “l’oggetto del lavoro dell’uomo e anche la fonte materiale della sua vita”. Di conseguenza gli uomini, in quanto esseri sociali, lavorano insieme opponendosi ad ogni forma di sottomissione, difendendo la propria indipendenza, e utilizzando la propria creatività per migliorare la propria vita. Per realizzare questa grande opera utilizzano i doni della natura; e fanno questo in modo cosciente, consapevoli di stare costruendo una società più giusta. Quindi le masse sono artefici del cambiamento grazie al loro sforzo creativo e della costruzione della nazione e di una società nuova, dello sviluppo delle risorse nazionali, e della difesa in stretto collegamento con l’esercito popolare.
In questo sforzo di costruzione creativa sono fondamentali la conoscenza e l’istruzione. KIM IL SUNG afferma che le masse analfabete e prive di coscienza non possono fare nessuna rivoluzione. Il popolo conduce in modo cosciente la lotta – con l’indispensabile ruolo di direzione strategica di un partito rivoluzionario – contro le classi padronali di sfruttatori e l’imperialismo internazionale. Questo popolo rivoluzionario comprende sia gli operai e i contadini, sia i lavoratori intellettuali.
Non a caso nel simbolo del Partito Dei Lavoratori coreano compaiono un martello ed una falce, che simboleggiano operai e contadini, ma anche il pennello calligrafico che rappresenta gli intellettuali. La concezione del Juche, che tiene conto delle peculiarità nazionali, e che sottolinea il ruolo fondamentale della volontà e della creatività delle masse, e dell’istruzione in un’ottica umanistica, ha permesso un grande sviluppo tecnologico e scientifico della RPDC, ed anche una trasformazione e ammodernamento dell’agricoltura e la costruzione di una difesa moderna.
Dopo la vittoria ottenuta nella terribile guerra del 1950-1953 – sotto la direzione dello stesso KIM IL SUNG nominato Presidente della Commissione di Difesa Nazionale e Comandante dell’Armata popolare – e dopo la ritirata degli invasori statunitensi, KIM IL SUNG lanciò un grande piano quinquennale di ricostruzione. Questo piano ha dato grandi risultati nel settore dell’industrializzazione e determinato gli sviluppi ulteriori. Oggi la Corea popolare sta sviluppando anche il settore dei computer ed è stata in grado di produrre missili intercontinentali con potenziale testata nucleare e aerei di produzione nazionale. Questo ha assicurato il rispetto dell’indipendenza coreana anche da parte di Stati ostili.
Nel campo della politica estera la RPDC ha aderito dal 1975 al movimento dei non allineati mantenendo la propria indipendenza sia nei confronti dell’imperialismo USA, sia nei confronti degli stati amici, come Cina, URSS e poi Russia. Non sarà inutile ricordare che la RPDC è il più longevo degli Stati che si ispirano al Socialismo e mai è stato travolto dalle crisi che hanno determinato la fine di altri importanti Stati socialisti, come l’URSS e i Paesi del patto di Varsavia. Il “grande leader” KIM IL SUNG, divenuto anche Presidente della Repubblica nel 1972 e poi “Presidente eterno” dopo la sua morte nel 1994, ha lasciato nelle salde e abili mani del suo successore Kim Jong Il un Paese sviluppato e capace di difendere la propria indipendenza pur avendo dimensioni molto ridotte rispetto alle superpotenze mondiali. Il suo pensiero ed il suo esempio sono un insegnamento prezioso per tutti i militanti antimperialisti e le nasse progressiste del mondo.
Roma, 8 aprile 2025, Vincenzo Brandi,
Presidente del Gruppo Atei Materialisti Dialettici (G.A.MA.DI.).