Respinti dagli ingressi della RAI i rappresentanti del Comitato Terapia Domiciliare Covid che sollecitavano un incontro con il presidente della Rai Marcello Foa circa l’assoluto silenzio del Servizio Pubblico Rai (che pure paghiamo noi tutti con dieci euro su ogni bolletta elettrica) sullo scandaloso boicottaggio governativo delle cure domiciliari e sulle grandi manifestazioni di protesta tenutesi a Roma e Milano.
Ma Marcello Foa, prima della sua nomina, in quota Lega – Cinque Stelle, non era quello che si era cucito l’aureola di “ribelle” con il suo libro “Gli stregoni della notizia. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi”?
Francesco Santoianni
Qui di seguito il comunicato del Comitato Terapia Domiciliare Covid
“L’avv. Erich Grimaldi, presidente del comitato terapia domiciliare covid e dell’associazione Unione CDL, alle ore 19 di oggi, in uno ad un centinaio di membri del gruppo, tra cui medici, professionisti sanitari e pazienti guariti, che si sono improvvisamente uniti, in viale Mazzini a Roma, nonché alla giornalista Angela Camuso, ha passeggiato innanzi agli studi Rai, chiedendo, in modo assolutamente pacifico e professionale, di poter dialogare con il Presidente Rai Marcello Luigi Foa, al fine di chiedere chiarimenti circa il silenzio e la censura della televisione pubblica, per cui i cittadini pagano il canone in bolletta, in oltre 16 mesi d’emergenza sanitaria, rispetto alle terapie domiciliari precoci per il covid, che hanno consentito di salvare migliaia di vite, contestando l’omesso rispetto della mission del Servizio Pubblico radiotelevisivo che trova fondamento nei principi posti dalla Costituzione italiana.
L’avv. Grimaldi ha ricordato che il ruolo del servizio pubblico è e deve essere plurale, aperto a idee diverse e anche contrastanti ma deve garantire il diritto di replica e alla libera e corretta informazione per i cittadini italiani, che hanno ricevuto, invece, indicazioni a senso unico sull’andamento dell’emergenza sanitaria, rimanendo terrorizzati dalla malattia.
La RAI, però, anziché, dialogare con l’avv. Erich Grimaldi e chiarire tali aspetti, ha improvvisamente chiuso i cancelli, ponendo, innanzi agli stessi, gli uomini della sicurezza, confermando, di fatto, in netto contrasto con i principi democratici del nostro paese, che la televisione pubblica si è trasformata in tv di stato, circostanza di una gravità inaudita.”