“Cade la Siria, resiste Cuba”

cubainformacion.tv – 12/12/2024

Cubainformation – Articolo: La Siria cade, Cuba resiste

 

Tadeo Tápanes, intellettuale, poeta e storico cubano, ben noto sui social network sulle questioni cubane per le sue analisi molto acute in relazione al blocco degli Stati Uniti contro Cuba, si unisce al nostro programma. Sarà nel programma per diverse settimane, sostituendo il nostro collega Lázaro Oramas, che è in viaggio a Cuba, e in seguito interverrà anche in vari spazi del programma.

In Siria è caduto l’unico governo laico e antimperialista della regione, sconfitto dai gruppi terroristici jihadisti, che ora vengono dipinti dai canali occidentali come “ribelli” e combattenti per la libertà. Una notizia triste, davvero oscura per l’umanità, frutto di circostanze simultanee e intersecanti: la guerra in Ucraina, lo sterminio in Palestina e Libano, l’usura di tredici anni di guerra, la fame e la desolazione in Siria… Ora lo smembramento e la scomparsa della Repubblica Araba Siriana sono attesi, per la gioia di Israele, degli Stati Uniti, dell’Unione Europea, della Turchia e delle monarchie arabe, attori chiaramente coinvolti negli eventi.

A proposito, la Siria è uno dei paesi che compongono la “lista dei paesi che sponsorizzano il terrorismo” degli Stati Uniti. Proprio come Cuba. E le conseguenze letali dell’essere in quella lista (distruzione della sua economia, del suo commercio, isolamento del sistema bancario e creditizio internazionale, ecc.) sono subite anche da Cuba.

In relazione a ciò, una delle linee dell’economia cubana colpite dall’inclusione nella “lista dei terroristi” è il turismo. E in questa guerra contro il turismo vediamo come i media della controrivoluzione, come Cibercuba, collaborino intensamente. L’obiettivo: che Cuba non guadagni un dollaro o un euro per il turismo, e che la gente muoia di fame.

E, naturalmente, parleremo in dettaglio del blocco yankee contro l’isola e degli errori di questi media sponsorizzati dal Dipartimento di Stato e dalla mafia di Miami, come ad esempio che “Non è un blocco, è un embargo” o che “Cuba può commerciare con i 187 paesi che hanno votato contro il blocco” alle Nazioni Unite. Analizzeremo anche gli effetti di questa guerra economica sui dati dell’emigrazione cubana negli Stati Uniti.

Cammineremo anche attraverso la 45ª edizione del Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano e Caraibico dell’Avana, dedicato a Juan Padrón e in cui, pochi giorni fa, è stata prodotta una bomba: la presentazione e la proiezione al cinema Yara dell’Avana, sei giorni prima della sua prima ufficiale su Netflix, dei primi due capitoli della serie “Cent’anni di solitudine”, basato sul romanzo di Gabriel García Márquez che, tra l’altro, è stato fino alla sua morte il presidente della Fondazione che dirige questo festival dell’Avana.

 

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