LUnità2 – 7 Giugno 2023
IL VICE CONTE MASSIMO D’ALEMA FA IL LOBBISTA – l’Unità2 (unita2.org)
L’indagine sulle armi in Colombia della Procura di Napoli è iniziata più di un anno fa e ha raggiunto il primo punto fermo, dopo perquisizioni e iscrizioni nel registro degli indagati per corruzione internazionale aggravata, nessun proletario è sotto inchiesta.
Tra i nomi blasonati sotto indagine spicca quello di uno dei principali distruttori del proletariato del nostro paese e del Partito Comunista Italiano, l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, uno dei massimi artefici della guerra alla ex Jugoslavia di cui paghiamo, come Europa, ancora le conseguenze; con lui sono sotto inchiesta l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, ex amministratore delegato del gruppo UniCredit, ex amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo; Giuseppe Giordo, ex direttore generale di Fincantieri; Gherardo Guardo, Umberto Claudio Bonavita, Francesco Amato, Emanuele Caruso e Giancarlo Mazzotta.
L’accusa: “iniziativa economica commerciale di vendita al governo della Colombia di prodotti di aziende italiane a partecipazione pubblica – Leonardo, in particolare aerei M 346, e Fincantieri, in particolare Corvette e piccoli sommergibili e allestimento di cantieri navali – al fine di ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le descritte forniture ed il cui complessivo valore economico ammontava a oltre 4 miliardi di euro”.
L’accusa agli indagati è di corruzione internazionale aggravata e viene contestata in quanto il reato sarebbe stato commesso “con l’ausilio di un gruppo criminale organizzato attivo in diversi Stati, tra cui Italia, Usa, Colombia e anche in altri. I fatti contestati risalgono a una data prossima al 27 gennaio 2022”.
Tra i complici c’è Marta Lucia Ramirez, ministro degli Esteri e vice presidente della Colombia. Il 2 giugno del 2020, il sito InsightCrime rivelò che Marta Ramírez e suo marito acquistarono nel 2006 un lotto a Bogotà dal narcotrafficante Guillermo Leon Acevedo, che usava lo pseudonimo Memo Fantasma. Alla Ramirez, affermano gli inquirenti, sarebbe dovuta essere corrisposta, in maniera occulta, una parte dei 40 milioni di euro promessi per presunte agevolazioni nel conseguimento di una commissione miliardaria.
Stando agli inquirenti alcuni degli indagati, Emanuele Caruso e Francesco Amato si sarebbero mossi come consulenti per la cooperazione internazionale del ministero degli Esteri della Colombia e tramite Giancarlo Mazzotta si sono messi in contatto con Massimo D’Alema, il quale avrebbe svolto il ruolo di mediatore informale con i vertici delle società italiane. Quale era lo scopo di tutta questa operazione? Giungere ad accordi con le autorità della Colombia promettendo una somma importante di circa 40 milioni di euro.
Chi sono coloro che avrebbero beneficiato dell’operazione oltre a quelli prima citati: nell’ipotesi di investigatori e inquirenti, sarebbero Edgardo Fierro Flores (capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia), German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto (delegati della seconda commissione del Senato della Colombia). Comunque l’operazione è di 4 miliardi di euro e i 40 milioni di euro rappresenterebbero la metà della provvigione che è di 80 milioni di euro pari al 2% delle commesse.
Seguiremo con molta attenzione l’evolversi di questa vicenda visto il peso specifico dei soggetti chiamati in causa e da comunisti seguiremo in modo particolare Massimo D’Alema, vista la sua metamorfosi da “comunista” a lobbista e a nobiluomo del Vaticano con il titolo di vice-conte dell’Ordine Piano ricevuto dalle mani di Benedetto XVI. Forse il nome esatto di quell’Ordine è: Ordine Piano di rinascita.