Washington continua ad armare l’apartheid: bombe bunker USA pronte per Israele

Giuseppe Salamone – 03/07/2025

https://giuseppesalamone.substack.com/p/washington-continua-ad-armare-lapartheid

 

Con il nuovo ‘Bunker Buster Act’, gli Stati Uniti autorizzano l’invio di armi devastanti a Israele, ignorando il diritto internazionale e alimentando nuove escalation in Medio Oriente.

Washington e Tel Aviv continuano a operare fuori da ogni quadro legale internazionale, alimentando conflitti e sofferenze umane con una disinvoltura che sfida ogni principio di diritto e diplomazia.

Secondo quanto riportato dal New York Post, gli Stati Uniti si starebbero preparando a fornire a Israele bombe “bunker buster” da 30.000 libbre, le potentissime GBU-57, capaci di penetrare fino a 60 metri nel sottosuolo, insieme ai bombardieri stealth B-2. Il tutto rientra nel quadro di un nuovo disegno di legge denominato “Bunker Buster Act”, promosso da due parlamentari notoriamente filo-israeliani: Josh Gottheimer (D-NJ) e Mike Lawler (R-NY).

Questa mossa, palesemente provocatoria, giunge nonostante l’assenza di prove concrete che l’Iran stia sviluppando armi nucleari, come ribadito tardivamente anche dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Il pretesto? Le cosiddette “contingenze” future, ovvero la possibilità che Teheran possa un giorno riprendere un programma di armamento che storicamente non ha mai intrapreso.

Attacchi illegali e impunità

Il mese scorso, forze statunitensi e israeliane hanno portato avanti un attacco congiunto — e illegale — contro i siti nucleari iraniani. L’ex presidente Donald Trump si è persino vantato di aver “cancellato” le infrastrutture atomiche iraniane, che avevano un uso civile e pacifico. Uno dei bersagli principali è stato l’impianto di Fordow, dove le centrifughe sono state dichiarate “non operative” dopo il bombardamento.

Ma, come ammesso anche dal direttore dell’AIEA Rafael Grossi, un vero e proprio collaborazionista dei sionisti, l’Iran potrebbe essere in grado di ripristinare le operazioni entro pochi mesi. Una conferma, questa, del fallimento tattico e strategico dell’operazione: nessun risultato concreto, se non l’ulteriore destabilizzazione della regione.

Il volto oscuro dell’“aiuto umanitario” a Gaza

Intanto a Gaza, ciò che viene presentato al mondo come “aiuto umanitario” si rivela essere l’ennesimo strumento di controllo e repressione. Un’inchiesta dell’Associated Press ha smascherato una realtà inquietante: i contractor statunitensi assunti per proteggere i centri di distribuzione degli aiuti stanno usando munizioni vere, granate stordenti e spray al peperoncino contro i civili palestinesi — affamati, inermi, e in fila per ricevere cibo.

Due appaltatori americani, intervistati in forma anonima, hanno descritto la situazione come “caotica e pericolosa”, con personale pesantemente armato e privo di addestramento adeguato. I centri di distribuzione, gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF) — una controversa organizzazione israelo-statunitense — si sono trasformati in avamposti militari di fatto, dove i palestinesi vengono schedati, monitorati con sistemi di riconoscimento facciale e segnalati alle forze israeliane.

Civili come bersagli

Le testimonianze e i video condivisi con l’AP sono agghiaccianti: raffiche di colpi sparati tra la folla, bambini e donne travolti dai cancelli, civili tossendo per lo spray urticante. In una delle riprese, un contractor esclama con tono compiaciuto: “Penso che ne abbiate colpito uno!”. In un’altra, si vede una donna ferita distesa su un carretto trainato da un asino dopo essere stata colpita da una granata stordente.

Il tutto avviene con fondi pubblici americani: il governo degli Stati Uniti ha recentemente stanziato 30 milioni di dollari per supportare le operazioni della GHF, che però rimangono avvolte nel segreto. I giornalisti non hanno accesso ai centri di distribuzione, situati in zone strettamente controllate da Israele.

Illegittimità sistemica

Quello a cui stiamo assistendo non è solo un fallimento morale, ma una violazione sistematica del diritto internazionale. Israele e Stati Uniti agiscono con piena impunità: bombardano senza mandato, armano operazioni extralegali e trasformano i corridoi umanitari in strumenti di controllo e repressione.

Diplomazia, legalità, rispetto dei diritti umani: concetti sempre più svuotati di significato, sacrificati sull’altare della geopolitica e del dominio militare. Però si fanno chiamare “la più grande democrazia del mondo” e “la più grande democrazia del Medio oriente”. In realtà sono due Stati terroristi come mai nessuno prima.

 

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