Forum Italiano dei Comunisti

Rimuovere gli ostacoli che bloccano il cambiamento

Forum Italiano dei Comunisti – 10/07/2025

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TRA ROMANTICISMO POLITICO E MINORITARISMO
PROVIAMO A RIMUOVERE GLI OSTACOLI CHE BLOCCANO IL CAMBIAMENTO

 

C’è un’Europa che sta impunemente imboccando la via della guerra dopo aver sostenuto l’Ucraina contro la Russia, c’è un governo Meloni che interpreta fedelmente non solo l’ideologia neofascista, ma anche le indicazioni atlantiste del dominio americano e adotta una politica repressiva e neoliberista. Quindi viene spontanea una domanda: come si può contrastare tutto questo? A che punto siamo nella capacità di reazione agli avvenimenti, in particolare in Italia?

Sono domande queste che dobbiamo onestamente porci per evitare che i nostri avversari politici e di classe continuino a dormire sonni tranquilli. Perchè, al di là delle chiacchiere, se si trova un modo concreto per fronteggiare la situazione le cose possono cambiare. Altrimenti prevalgono il romanticismo politico e l’avanguardismo  minoritario  che ripetono i loro riti da decenni senza cambiare neppure il copione e che rendono inefficaci i propositi di mutare lo stato di cose presente.
Quello che dobbiamo dunque domandarci è quali siano le condizioni per arrivare ad una svolta. Qui ne indichiamo due che ci sembrano le principali.

La prima è di cultura politica, cioè trovare dentro l’area  comunista un gruppo dirigente che sia allo stesso tempo capace di mantenere una chiarezza strategica basata sulla interpretazione corretta della situazione, sia internazionale che nazionale e di cogliere gli elementi reali che possono modificare i rapporti di forza e su questo fondare la strategia e lo sviluppo stesso dell”organizzazione.
Come i fatti dimostrano siamo invece ancora inchiodati a schemi ideologici e di comportamento politico che non si agganciano con la situazione reale e rendono velleitario il proposito di incidere efficacemente. Dicendo questo non ci riferiamo all’universo politico in generale ma proprio a coloro che da comunisti dovrebbero avere gli strumenti per capire la realtà e determinare un modo adeguato di intervento.

Rimanendo quindi su una impostazione comunista del nostro ragionamento, è necessario  fare i conti con un modo di pensare schematico e astratto incapace di mettere in moto un processo reale di cambiamento. E’ contro questo tipo di cultura che dobbiamo condurre la nostra battaglia ridando alla parola comunista il senso vero della sua funzione. Non si può essere comunisti a prescindere e senza essere parte integrante di un vero processo politico che accantoni il romanticismo, il ritenersi soddisfatti della funzione di analisti senza che questa sia collegata alle necessarie verifiche che indichino tempi e modi dell’agire dello strumento organizzato.

Questo, per chiarire meglio che l’azione dei comunisti nella realtà non è rientrare in quel movimentismo che gira a vuoto da una piazza all’altra senza costrutto, ma di collegarsi al movimento reale che può decidere i cambiamenti. Non abbiamo bisogno di testimonianza, ma di agire politico.

Premesso questo possiamo capire meglio il senso con cui intendiamo affrontare il secondo punto che è relativo alle  considerazioni sul che fare? nella situazione presente. Dunque qual è il compito dei comunisti oggi tenendo conto dei rapporti di forza, del carattere di minoranza della loro presenza nella società (precisando che minoranza non significa minoritarismo), e che comunque possa rendere efficace l’azione politica?

Ci sono, nella storia del PCI due esempi storici molto importanti che hanno indicato la strada da seguire. La politica dell’Aventino che ha ridato una funzione reale ai comunisti dopo l’assassinio di Matteotti (1924) e la politica di Salerno (1944) che, a detta di Togliatti dopo lo sbarco in Italia, ha evitato al PCI di diventare una setta a tutto vantaggio dei suoi avversari politici, democristiani in particolare.

Nelle particolari circostanze in cui si trovano i comunisti oggi bisogna partire da quegli esempi per costruire, di fronte alle guerre in corso e alla destra al governo, quel fronte unitario che renda possibile una alternativa. Questa capacità che  renderebbe anche possibile ai comunisti evitare di apparire come i testimoni di Geova.

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