Rassegna 21/02/2025

Per il Premio Attila 2024 votate entro il 28 febbraio.

Dopo quelle già pubblicate, Meloni, Tajani, Sangiuliano, Toti, Craxi, Mattarella, Zelens’kyj , Battistini, Vittorio Emanuele, Vannacci , Musk, Nordio, Picerno, Renzi, Brugnaro, sono pervenute ulteriori candidature: Matteo Piantedosi, “il ministro degli interni che dimentica di soffermarsi sulle frasi razziste e apertamente nostalgiche nei confronti di nazismo e fascismo, pronunciate dai ragazzi di Gioventù Nazionale”. Aldo Spinelli, “Scampa alle manette di Mani pulite confessando al giudice una tangente di mezzo miliardo di lire alla Democrazia Cristiana, abbandona la protezione del ministro Prandini che gli era valsa la presidenza della società del traforo del Frejus, cura assiduamente i rapporti politici con il Psi di Craxi e infine con il Pds e poi Ds di Burlando, approdando padrone del porto di Genova infine alle Mani pulite di Toti”. Antonio Tajani, “Vicesegretario del Fronte Monarchico erede del trono di Berlusconi:  «Mussolini? Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro Paese, poi le bonifiche».”
L’ intera Rassegna dei Premi Attila dal 2004 (pagine 125)  è disponibile a chi ne fa richiesta.

Perchè Meloni vuole aumentare le spese militari italiane alla UE?

Se è vero, come scrive l’Agenzia europea di difesa, che le spese miliari sono già arrivate a 279 miliardi di euro nel 2023 e si prevede arriveranno a 326 miliardi nel 2024 con un rapporto sul Pil che passa dall’1,6 all’1,9%? Si tratta di un aumento del 30% in poco più di due anni e che colloca la spesa dei 27 Stati Ue accanto alla Cina (278 miliardi) e molto più avanti della Russia, terza con 102 miliardi di euro. Un rapporto più che vantaggioso che sembra confermato anche dall’analisi dei mezzi e degli uomini a disposizione. Perchè? vuole attaccare guerra alla Russia non più per interposta Ucraina? E’ un suicidio: commenta la vignetta di Vauro.

Trump putiniano, anche lui. Tra poco anche Meloni.

“Dittatore senza elezioni, Zelensky farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà un Paese”.  “Un dittatore mai eletto”, “un comico mediocre” che “rifiuta di indire elezioni, è molto giù nei sondaggi ucraini (4%)e l’unica cosa in cui è stato bravo è l’aver suonato Biden come un violino”. “Be’, sei stato lì per tre anni. Avresti dovuto chiuderla dopo tre anni. Non avresti mai dovuto iniziarla. Avresti potuto fare un accordo”. “Pensateci, un comico di modesto successo ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari, per entrare in una guerra che non poteva essere vinta, che non avrebbe mai dovuto iniziare, ma una guerra che lui, senza gli Stati Uniti e Trump, non sarà mai in grado di risolvere”. Anzi, “Zelensky  ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato sono mancanti”, “probabilmente vuole mantenere in funzione il treno della cuccagna”.  In passato Donald Trump lo aveva già definito sarcasticamente come “il miglior piazzista sulla terra: ogni volta che viene in Usa se ne va con 60 miliardi.
Torna ad attaccarlo Elon Musk: “Zelensky non può affermare di rappresentare la volontà del popolo ucraino a meno che non ripristini la libertà di stampa e smetta di cancellare le elezioni!”.”In America teniamo elezioni presidenziali ogni quattro anni, anche in tempo di guerra. Abbiamo tenuto elezioni durante la guerra civile. Abbiamo tenuto elezioni durante la seconda guerra mondiale. Prima che il presidente Zelensky decida di fare di nuovo la predica al presidente americano, dovrebbe tenere elezioni anche lui”.
Zelensky ha replicato dando ad entrambi dei putiniani. L’epiteto era stato ripetuto per anni nei confronti dei pacifisti che sostenevano trattative, piuttosto che l’invio di armi di Meloni & Co. per “una guerra  fino all’ultimo ucraino”.

I Pfas non dovrebbero mai trovarsi nei giocattoli per bambini.

Secondo l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente-Isde e l’Associazione Culturale Pediatri-Acp, i Pfas continuano a essere presenti nei prodotti destinati ai bambini, con il rischio di gravi conseguenze sulla loro salute. Isde e Acp hanno inviato una lettera ai ministri della Salute e dell’Economia per chiedere di vietare l’uso di Pfas e bisfenoli, già banditi dagli imballaggi alimentari in diversi Paesi, ma ancora ammessi nei giocattoli. Le evidenze scientifiche sono schiaccianti: i Pfas sono sostanze che indeboliscono il sistema immunitario, riducono l’efficacia dei vaccini e aumentano il rischio di malattie croniche, sono stati rinvenuti nelle urine dei bambini di tutta Europa e sono associati a problemi di sviluppo, obesità e persino tumori.
La partita ora si gioca nei palazzi della politica, tra pressioni industriali, in particolare di Solvay che, nello stabilimento di Spinetta Marengo, è l’unico produttore italiano di Pfas. Sono scelte che definiranno il livello di tutela per le nuove generazioni.
Il tema della “qualità” dell’acqua è tornato alla ribalta dopo la pubblicazione, da parte di Greenpeace, di una mappa a livello nazionale della contaminazione da Pfas nelle acque potabili con prelievi prevalentemente fatti da fontanelle pubbliche: nell’analisi di Arzignano erano state trovate concentrazioni maggiori rispetto alle altre città del Veneto prese in considerazione.
A fronteggiare la situazione l’amministrazione ha installato 27 casette dell’acqua, che sono provviste di filtri a carbone attivo.

Queste sono le migliori padelle senza PFAS.

Padelle antiaderenti o in ceramica?

Il “caso Pfas” spiegato nelle scuole. 

Se possiamo dare un suggerimento a Greenpeace e a chi ha le disponibilità finanziarie per farlo, è avviare nelle scuole italiane l’esperienza del Liceo scientifico G.B. Quadri di Vicenza, nel corso della quale sarà anche affrontato  il caso Miteni e l’inquinamento da PFAS, accompagnato dalla visione di Dark Waters. Sarà raccontato ai ragazzi l’impatto dell’inquinamento ambientale legato al caso Miteni di Trissino, un disastro che ha coinvolto profondamente il territorio vicentino. Grazie alla sua esperienza come giornalista d’inchiesta, Marco Milioni offrirà una prospettiva unica sul rapporto tra ambiente e responsabilità collettiva. Il progetto vicentino  non solo forma, ma stimola il pensiero critico e l’interesse per il giornalismo investigativo, coinvolgendo attivamente studenti e istituti del territorio. Clicca qui.

I Pfas nel sangue della madre in gravidanza.

l team di ricerca ha utilizzato i dati dell’indagine Ecochill per studiare l’effetto della concentrazione di PFAS nel sangue della madre nella gravidanza, dall’inizio alla metà della gravidanza. Clicca qui.

Volo di Stato per onorare il latitante.

Cliccando sul titolo: La vignetta di Mario Natangelo pubblicata in prima pagina su Il Fatto Quotidiano e che è stata “rimossa” da Facebook dopo dieci minuti di pubblicazione per violazione degli alti standard dei contenuti di Meta. 

Non era bastata la parata di politici per ricordare Bettino Craxi, storico leader socialista scomparso latitante dopo essere fuggito dai processi di Tangentopoli (che comunque gli sono costati condanne definitive per corruzione e finanziamento illecito). Ora si scopre che per portare gli omaggi a Craxi ad Hammamet, in Tunisia, è stato utilizzato il volo di Stato, cioè l’aereo blu pagato con i soldi dei contribuenti. Lo ha fatto, come certifica il database dei voli di Stato della Presidenza del Consiglio, il 18 gennaio scorso il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Quest’ultimo il 17 e 18 gennaio era partito per Berlino per partecipare a un ricevimento all’ambasciata italiana e a un vertice del Ppe, per poi fare scalo ad Hammamet il giorno successivo, poi a Catania per assistere alla prima del teatro Bellini e tornare a Roma. A colpire è il passaggio in Tunisia per il 25esimo anniversario dalla morte di Craxi. Obiettivo: portare “il saluto del governo e rendere omaggio a un grande italiano che è stato protagonista della nostra vita politica, ingiustamente criminalizzato”. E ancora, il tocco poetico: “Craxi, Andreotti e Berlusconi sono stati i grandi strateghi di politica estera”.

La salute al primo posto. Cosa fare.

Clicca qui il programma. In particolare, per il CASO PFAS: sabato 22 Vincenzo Cordiano e Vitalia Murgia (ISDE); domenica 23 Comitato mamme no pfas, Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

“L’Italia ripudia la guerra” …dipende contro chi.

Auspico che la Russia torni a svolgere un ruolo di rilievo nel rispetto della sovranità di ogni Stato, della carta dell’Onu e del diritto internazionale”: giuste parole ma non sulla bocca di Sergio Mattarella.  Nel 1999 un governo da lui vicepresieduto bombardò per 78 giorni Belgrado con la Nato e contro l’Onu, il diritto internazionale e la sovranità di uno Stato: la Serbia alleata di Mosca. Undici settimane di massacri, dai 1.200 ai 2.500 morti quasi tutti civili, fiumi di profughi, distrutta l’ambasciata cinese, polverizzati ospedali, scuole, zone residenziali, treni passeggeri, convogli di fuggiaschi, autobus, mercati, ponti affollati e gli studi della tv RTS (uccisi 16 fra registi, giornalisti e tecnici). Ma la Nato non la chiamò guerra, bensì “ingerenza umanitaria”. Quella brusca rottura della pace europea dopo 44 anni spalancò la strada a un’altra gravissima lesione del diritto: lo smembramento della Serbia col riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo contro la risoluzione dell’Onu n. 1244, che vi confermava la sovranità di Belgrado.
La scena si ripeté con le guerre illegali della Nato in Afghanistan (“lotta al terrorismo”), in Iraq (“esportazione della democrazia”) e in Libia (“sostegno alle primavere arabe”). Mattarella non fece mai  paragoni col Terzo Reich. Lo fa ora dopo che fra il 2014 e il 2022 fu proprio lui a insignire delle massime onorificenze della Repubblica Italiana ben 30 ministri, funzionari e oligarchi putiniani, alcuni già sanzionati per la Crimea. Il tutto anni dopo le guerre russe in Cecenia e in Georgia e i bombardamenti in Siria. Anzi, sul petto di Dmitry Peskov portavoce di Putin nel 2017 Mattarella appuntò la stella di Commendatore della Repubblica a Mosca. 

Aule in campi di battaglia.

Il nuovo pacchetto di riforme scolastiche proposto dal governo Meloni, guidato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, hanno sollevato critiche da più parti. Le riforme, che includono il voto di condotta come strumento punitivo, l’accelerazione dei percorsi tecnici e l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria, hanno sollevato un acceso dibattito e numerose proteste.
Meloni e Valditara promettono “di rivoluzionare il sistema educativo”, ma  rischiano di trasformare le aule in campi di battaglia. Tra voto di condotta usato come arma, istituti tecnici accelerati e piegati agli interessi delle aziende e alternanza scuola-lavoro obbligatoria, il pacchetto di misure divide il Paese, scatenando proteste da parte di docenti e studenti. Clicca qui.

Caligo e maccaja sul porto di Genova.

Il futuro della nuova diga foranea del porto di Genova, la più costosa opera portuale mai realizzata in Italia (1,3 miliardi tutti pubblici, di cui 500 dal fondo complementare al Pnrr e oltre 250 dalla Banca europea degli investimenti) si fa ancora più nebuloso: la trasparenza sui fondi e le incognite sulla progettazione.
L’incognita principale, emersa durante la progettazione e fulcro delle incongruenze dell’appalto cui sta lavorando la Procura, attiene alla tenuta dei fondali (93) su cui, a profondità da record, si intende far correre i 6 chilometri della diga: realizzati in cemento armato, sono veri e propri giganti, grossi come palazzi, vengono posati uno accanto all’altro sul basamento sommerso.
La nuova Diga foranea è progettata per consentire al Porto di Genova di ospitare in sicurezza navi più grandi, senza limitare gli accessi e le manovre verso gli accosti, e adeguandosi alle esigenze delle maggiori compagnie di navigazione. Senza questo intervento, il Porto di Genova perderebbe progressivamente parte del traffico attuale e non sarebbe in grado di intercettare nuovo traffico. Si obietta che il traffico di container ristagna in Italia da 15 anni, e dove già si possono accogliere le mega-navi di ultima generazione (Vado Ligure, Genova Pra’, Trieste) i tassi di utilizzo dei terminal oscillano fra il 25 e il 65%.

Nessuno sdegno sui Telemeloni.

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