“Il grande esperimento Invalsi”

Non sono prove anonime, stravolgono i programmi scolastici, mettono in discussione l’aiuto reciproco tra bambini e soprattutto la loro serenità, tra deliranti cronometri, insegnanti che diventano sorveglianti e aule trasformate in celle di massima sicurezza, da cui a bambini e bambine di sette anni non è consentito allontanarsi per fare la pipì.

 

 

 

IL GRANDE ESPERIMENTO INVALSI
Non sono prove anonime, stravolgono i programmi scolastici, mettono in discussione l’aiuto reciproco tra bambini e soprattutto la loro serenità, tra deliranti cronometri, insegnanti che diventano sorveglianti e aule trasformate in celle di massima sicurezza, da cui a bambini e bambine di sette anni non è consentito allontanarsi per fare la pipì. Tuttavia quando si ragiona sulle motivazioni del rifiuto delle prove Invalsi, previste da queste settimana, si sottovaluta un aspetto, il più inquietante ma anche motivo di speranza: quei test si reggono prima di tutto sull’obbedienza gratuita dei docenti chiamati a somministrarli seguendo un vergognoso Manuale. Se gli insegnanti decidessero di non rinunciare al loro ruolo e presentassero le Invalsi senza tenere conto del Manuale del somministratore, tutto quell’odioso esperimento crollerebbe
GIANLUCA GABRIELLI
 

LETTERA APERTA SULL’ARRESTO DEI TRE DI BRIANÇON
Il 3 maggio si terrà a Gap il riesame per Eleonora, Theo e Bastien, arrestati il 22 aprile per aver attraversato simbolicamente la frontiera francese dall’Italia con una cinquantina di migranti (ph Luca Perino). Le autorità giudiziarie hanno negato ai tre il trasferimento da Marsiglia, impedendogli di poter presenziare al riesame: la procura teme che crescano le espressioni di solidarietà nei confronti dei tre (che rischiano fino a dieci anni di carcere) in Italia, Svizzera e Francia. In una lettera aperta da firmare subito, sottoscritta tra gli altri da Erri De Luca, Andrea Segre, Fiorella Mannoia, ZeroCalcare, Nicoletta Dosio, Alex Zanotelli, Alessandro Santoro, Marco Aime, Franco Berardi Bifo, Domenico Lucano, Mauro Biani, Haidi Gaggio , Alain Badiou, Etienne Balibar, Jean Ziegler, Jacques Gaillot, Cédric Herrou si legge: “Noi siamo e ci sentiamo tutti gente di montagna, accompagniamo da secoli chi deve oltrepassare le frontiere per mettersi in salvo… Continueremo a farlo… Come in mare così in terra: dichiariamo che proseguiremo a soccorrere chi ha bisogno dei nostri sentieri…”
FIRMA LA LETTERA
 

IO TI CREDO. NOI QUI TI CREDIAMO
“Io sì che ti credo. Ti credo anche se avessi portato i pantaloni corti e le gambe scoperte. Quel giorno… Io sì che ti credo. Immobile. Silente. Filmata come orrore da mostrare. Con gli occhi chiusi per non vedere. La faccia bloccata dentro alla paura… Io sì che ti credo. Alzo i miei guanti rossi. Contro l’orrore. La prepotenza. La violenza. Lo stupro che si rinnova nella condanna… Io sì che ti credo. Noi qui ti crediamo. Insieme ce la faremo a cambiare le cose. Se nessuna si tira indietro…”
PENNY

OLTRE I CONFINI DELLA VITA
“Il sogno di rigenerazione, così come l’ossessiva difesa della vita, della salute, dell’eterna giovinezza, diventano loro malgrado i testimoni più insospettabili dei pericoli che oggi minacciano la sopravvivenza: il deterioramento del clima e dell’ambiente, la guerra, le malattie, lo squilibrio tra i ricchi e i poveri del mondo, il moltiplicarsi delle cause di morte, la resa a un modello di sviluppo ormai incontrollabile… – scrive Lea Melandri – L’uomo tenta oggi la sfida ultima: padroneggiare il principio e la fine, strappare alla natura e al corpo femminile che ne è stato depositario, il centro imprendibile, segreto, che è all’origine della vita… Se l’uomo diventa “antiquato”, ha scritto Gunter Anders, estromesso dalla storia e sostituito dal suo prodotto più potente, la tecnica, quali totalitarismi e servitù ci aspettano nel futuro?…”
LEA MELANDRI

UN 1° MAGGIO ANTIFASCISTA
Ci sono parole e concetti che ogni tanto dovremmo riscoprire e al tempo stesso mettere sottosopra. In questa splendida pagina di storia e di libertà, Ascanio Celestini lo fa partendo dalla relazione, spesso sottovalutata, tra antifascismo e primo maggio e mettendo al cento i lavoratori e non il lavoro. “Il 1° maggio non si celebra solo il lavoro, ma anche un’idea della società che rispettando il lavoratore intende rispettare l’essere umano in generale. Un giorno nel quale si fa una scelta di libertà. Una libertà che deve essere condivisa con tutti – scrive Ascanio – Una festa del lavoro per tutti i lavoratori, quelli col passaporto italiano e quelli senza. Quelli bianchi (un po’ rosa) e quelli neri (marroncini)… Il lavoro &egra ve; una tortura se non si accompagna a una forte tutela della libertà. La libertà di tutti…”
ASCANIO CELESTINI
 

NARRARE IL 1° MAGGIO E LE ALTRE FESTE
Il primo maggio è l’unica festa laica comune a quasi tutti i paesi del mondo. I modi con cui lo si festeggia sono e sono stati tuttavia sempre assai diversi: Gli Stati Uniti sono tra le pochissime nazioni in cui è un giorno come tutti gli altri, nonostante fu proprio nelle strade di Chicago, nel maggio del 1886, che prese fuoco la dura e lunga lotta per la riduzione dell’orario di lavoro. Oggi, spiega Franco Lorenzoni, maestro, “a scuola facciamo un grande sforzo, non tanto nel proporre lo studio della storia, quanto nel rintracciarne il senso… Sia le feste laiche che quelle cristiane e di altre religioni, costituiscono un repertorio antropologico stratificatosi nel tempo, che molto racconta del bisogno umano di dare senso e spessore alla stor ia…”
FRANCO LORENZONI
 

LAVORARE FA MALE
Nel mondo, ogni anno, tre milioni di persone muoiono a causa del lavoro. In realtà dei morti e dei feriti a causa del lavoro non esistono statistiche esatte perché molti sono lavoratori non protetti, non registrati. Molti altri muoiono a mesi o anni di distanza per le conseguenze dell’assorbimento, durante il lavoro, di polveri o sostanze tossiche o cancerogene, come ad esempio l’amianto. I morti per il lavoro meritano al più qualche frettolosa riga nella cronaca dei giornali: ci siamo abituati all’orrore, alla mercificazione della vita
GIORGIO NEBBIA

NUOVI E VECCHI MUTUALISMI. RIBELLARSI FACENDO
Realtà contadine, spazi sociali, sportelli di mutuo soccorso, reti per l’economia solidale ed esperimenti di inclusione fra migranti e non hanno partecipato a una due giorni di discussioni, tavoli di lavoro e plenaria sul tema del mutualismo
ALESSIA MANZI

ABITARE È METTERE IN COMUNE
Dietro etichette come “sharing economy”, lo sappiamo, si nascondono esperienze molto diverse tra loro, non prive di limiti e grandi contraddizioni. Tuttavia ci sono anche tentativi importanti che mettono al centro la ricomposizione delle comunità territoriali, come alcuni condomini aperti che hanno cominciato a condividere la fontana dell’acqua, la lavanderia, l’orto, la palestra, la portineria solidale, il sistema di raccolta differenziata, il ricovero delle bici, il wifi, il giardino. la sala lettura e la terrazza…
MARA TROVATO

SCHIACCIARE POVERI E CLASSI MEDIE
*Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”, scriveva don Milani. Uno sguardo attento sul gettito fiscale oggi dimostra chiaramente come coloro che sono in alto hanno fatto di tutto per cancellare quelli che la Costituzione chiama criteri di progressività. “E poiché lo scandalo si fa sempre più grave – scrive Francesco Gesualdi -, perfino l’Ocse invita a considerare l’introduzione di un’imposta progressiva sul patrimonio…”
FRANCESCO GESUALDI

UN NUOVO VENTO NELLE UNIVERSITÀ FRANCESI
Per alcuni marzo di cinquant’anni fa è l’inizio del Sessantotto, per altri è Maggio il tempo dell’insurrezione. Di certo in marzo e aprile gli studenti francesi sono stati in agitazione contro l’ennesima riforma del sistema di insegnamento e di accesso all’università (non ci sarà neanche più l’esame per accedere, sarà un algoritmo a scartare i curricula!). L’obiettivo, raccontano da Montpellier, è chiaro: chiudere l’università alle classi popolari. La protesta, al di là del mese e dei cinquant’anni dal Sessantotto, sembra importante per almeno due ragioni. La prima: alte università hanno bloccato e occupato (e purtroppo sono state spesso represse dalla polizia o dai fascisti, secon do i casi). La seconda: gli studenti e le studentesse hanno scelto di camminare insieme a diversi altre pezzi di società in lotta, come la comune libera della ZAD di Notre Dame de Lande o i lavoratori che lottano contro la privatizzazione delle ferrovie
MAX

UNA MARATONA CONTRO LA CENSURA
Ricordate? A Carpi qualche tempo fa, il libro di Bianca Pitzorno “Ascolta il mio cuore” è stato tacciato pro-gender. Per questo nel chiostro di una biblioteca di Modena è nata un’iniziativa bellissima con cui sbriciolare i pregiudizi che si annidano nell’educazione delle bambine e dei bambini
CARLA FEDELE

TAVERNA RINVIATA
A causa del maltempo la Taverna della Yogurta di sabato 5 maggio a Manziana è stata  rinviata a data da destinarsi
R.C.

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

AGENDA

ROMA 4 MAGGIO, PENSARE MIGRANTE

VERONA 4 MAGGIO, COME PESCI NELL’ACQUA. MAFIE IN VENETO

MATERA 4 MAGGIO, COSTRUIAMO I SISTEMI SEMENTIERI

VALLERMOSA-CAGLIARI 6 MAGGIO, SEMINI-AMO

BARI 6 MAGGIO, MUTUALISMO. PRATICHE, CONFLITTO, AUTOGESTIONE

ROMA 5 MAGGIO, MAURO BIANI A CASETTA ROSSA

RIACE-RC 25/27 MAGGIO, INCONTRO DELLA RETE DEI COMUNI SOLIDALI

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *