“Gangs of New York” – La corte distrettuale di Manhattan incrimina Donald Trump

Fulvio Grimaldi – 06/04/2023

 

Visione TV – Conduce Francesco Toscano. Partecipano Giammarco Landi e, dagli USA, Umberto Pascali

Fallite le operazioni Russiagate e Capitol Hill, rimanevano le elezioni truccate a favore di Biden. Fallito, con la sua candidatura alle presidenziali del 2024, per le quali risulta già il favorito, il tentativo di eliminarlo dalla scena politica, restava la via giudiziaria.

L’aspetto grottesco nel quale sprofonda l’intera operazione, è la natura ibrida e quindi compromessa in partenza, del sistema giudiziario USA, nel quale i magistrati sono esponenti di partito e, come nel caso del Procuratore di Manhattan, sono obbligati a fornire risposte a chi li ha fatti eleggere. E’ la clamorosa negazione del principio della divisione dei Poteri, alla base della democrazia.

Alvin Bragg, procuratore distrettuale di Manhattan, è iscritto al partito Democratico e, quindi, infeudato alle manovre dei famigli di Biden e dei suoi alleati Neocon per impedire a Trump di costituire un’alternativa, probabilmente vincente, alle prossime elezioni. Infatti, dopo l’incriminazione, i sondaggi indicano un’ulteriore impennata del sostegno all’ex-presidente.

La clamorosa disparità di trattamento di media e magistratura tra Trump e Biden, sommerso da infiniti scandali di corruzione insieme al figlio Hunter, dei cui misfatti, rivelati dal suo computer, autorità di polizia e giudiziarie impediscono la pubblicazione e l’incriminazione.

I risvolti interni e internazionali di un conflitto tra Trump e l’establishment al potere, sul piano delle politiche economiche (banche, farmaceutici, industria militare, delocalizzatori, contro industria manufatturiera nazionale), come sulle strategie geopolitiche (globalismo, unipolarismo contro multipolarismo e distensione).

Donald Trump non è un eroe dell’emancipazione dei popoli. Durante la sua presidenza ha subito condizionamenti anche pesanti e ha compiuto scelte dagli effetti negativi, a partire da Medioriente e America Latina. E’ da vedere se sono da attribuire a iniziativa autonoma, o a costrizioni che rimandano alla fine dei due Kennedy. Ma il ruolo assunto dalla Cina a fianco della Russia di Putin e i suoi clamorosi successi nella mediazione per la fine dei conflitti in Medioriente, insieme alla crescita del ruolo dei BRICS, potrebbero contribuire a creare un’ambiente favorevole agli obiettivi di pace che Trump ha annunciato di voler perseguire nel caso di una sua nuova presidenza.

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