[Sinistrainrete] Giuseppe Masala: L’Europa, il conflitto in Ucraina e il tabù nucleare che vacilla sempre più

Rassegna del 24/06/2023

 

 

Giuseppe Masala: L’Europa, il conflitto in Ucraina e il tabù nucleare che vacilla sempre più

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L’Europa, il conflitto in Ucraina e il tabù nucleare che vacilla sempre più

di Giuseppe Masala

720x410c50pkuvnmCome abbiamo detto nell’articolo precedente è nel contesto di una Germania ormai riunificata e risorta – e che grazie alla costruzione europea è riuscita a monopolizzare e quasi ad annettere l’intera Europa – che si è ripreso a parlare di “deterrente nucleare” nei circoli che contano siano essi diplomatici, siano essi militari.

Lo scontro Germania-USA

Questo avviene perché è la Germania stessa, inebriata dai successi post unificazione, a chiedere un posto in prima fila nel tavolo dove si decidono i destini del mondo. Un tavolo questo dove Berlino però non ha titolo per partecipare sia perché priva di un deterrente militare credibile, sia perché non abbastanza forte demograficamente, sia perché potenza sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale e dunque priva del seggio nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma sull’altro piatto della bilancia la Germania ha dalla sua l’egemonia europea conquistata grazie ai trattati che hanno istituito la Unione Europea che è stata egemonizzata dai tedeschi, sia grazie alle enormi ricchezze accumulate negli anni grazie a strategie commerciali vincenti, come per esempio gli accordi con la Russia che consentono a Berlino di avere enormi quantità di energia a prezzi stracciati consentendo al suo gigantesco apparato industriale di essere competitivo a livello mondiale.

Strategia dunque complessa e su diversi piani quella architettata prima da Kohl e poi dalla Merkel, che però non poteva passare inosservata a Washington che infatti ha iniziato a minacciare (e ad agire) per punire l’insubordinazione tedesca.

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Nazareno Galiè: L’importanza dell’ideologia: a proposito del rapporto tra Rossana Rossanda e il Pci

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L’importanza dell’ideologia: a proposito del rapporto tra Rossana Rossanda e il Pci

di Nazareno Galiè

00057E59 rossana rossandaNon è una Rossana Rossanda “eretica” quella che viene fuori dalle belle pagine di Rossana Rossanda e il Pci: Dalla battaglia culturale alla sconfitta politica 1956 -1966 (Carocci editore) di Alessandro Barile, semplificazione finora ampiamente abusata che l’autore disfa collocando nella dimensione che le è propria l’attività politico culturale della dirigente comunista. Prendendo in considerazione gli anni in cui Rossanda è stata dapprima responsabile della Casa della cultura di Milano e in un secondo decisivo momento a capo della Sezione culturale del Pci, Barile indaga le ragioni del conflitto tra la ragazza del secolo scorso e gli altri funzionari di punta del partito, in quegli anni impegnati ad organizzare le masse sulla via italiana al socialismo. Occorre, tuttavia, precisare che nel libro di Barile coesistono molti temi di carattere storico-culturale, che non rimandano ad un unico filo conduttore. Nondimeno, i molteplici snodi problematici vengono riflessi dal caleidoscopio della politica culturale del Pci, l’altro vero argomento del libro oltre che Rossanda. In ogni modo, attraverso il volume è possibile seguire, in controluce, l’evoluzione delle vicende politiche italiane (l’egemonia politica democristiana dopo il 18 aprile del 1948, la crisi del fronte popolare, l’avvio, a tratti contrastato, del centrosinistra) e soprattutto quelle svolte, innescate in ultima analisi dal miracolo economico – presupposto logico di quel “neocapitalismo” che tanto spazio trova nel libro – che hanno cambiato radicalmente la società italiana rispetto a come si era strutturata alla fine della guerra. È un libro, potremmo dire, che tematizza i cambiamenti, o meglio le crisi che mettono in discussione l’ideologia e, quindi, la prassi nella sostanza riformista del Pci. È anche una riflessione sul nesso tra politica e cultura, che richiama, ovviamente, anche l’attualità.

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lorenzo merlo: Sembrava un trono

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Sembrava un trono

di lorenzo merlo

 bvjkleTaci stupido! Non sai chi sono io.

Amazzonia

In seguito a un recente incidente aereo (1), quattro bambini tra i tredici e un anno sono sopravvissuti quaranta giorni da soli nella giungla amazzonica. A chi li ha trovati hanno raccontato che si sono nutriti secondo quanto aveva insegnato loro la nonna.

Ecco, per adesso, tenere a mente la nonna.

 

Russia o Tronista 1

C’è chi la nonna non l’ha avuta. Al suo posto gli è capitato una specie di algoritmo, una di quelle cose o bianche o nere, un codice binario dove la via dello stampino è segnata, dove l’arlecchino della vita prende bastonate di santa ragione, con somma soddisfazione dei proboviri – individui dal nullo eros – che, armati del nerbo intrecciato di scientismo e diritto, ci vengono a dire come stanno veramente le cose. Lo fanno con la tranquillità che il sapere tecnico, scambiato per conoscenza superiore, credono permetta loro.

Così, dal trono della ragione e del diritto dileggiano chi riconosce le ragioni di Putin e la causa Natorale della guerra – oltre due terzi del mondo –, e comunque quelli che non ne possono più delle esportazioni in doppio petto e armi in pugno di qualunque merda si voglia.

Rivolgendosi a questi, il tronista, inetto a cogliere l’humus d’insieme, prodromo del presente, non esita sarcasticamente a sostenere pochezze, come se il tempo fosse iniziato il febbraio scorso:

  • dunque, chi provoca – a insindacabile giudizio dell’aggressore Putin – merita una reazione anche violenta. E se l’aggredito reagisce, è terrorismo;

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Giacomo Gabellini: Spese militari e capacità bellica reale non coincidono negli Usa per questa ragione

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Spese militari e capacità bellica reale non coincidono negli Usa per questa ragione

di Giacomo Gabellini

Stando a quanto dichiarato da Mark Skidmore, professore di economia specializzato in finanza pubblica che lavora presso la Michigan State University, tra il 1998 e il 2015 due dipartimenti del governo federale Usa avrebbero effettuato spese non giustificate per oltre 21 trilioni di dollari. È quanto emerge da un’analisi a tappeto condotta da Skidmore e da una squadra di suoi collaboratori sul bilancio del Pentagono, del Dipartimento per gli Alloggi e lo Sviluppo Urbano e dell’Ufficio dell’Ispettore Generale. L’idea di passare al setaccio i conti del governo federale nasce dalle denunce formulate in precedenza da Catherine Austin Fitts, che in qualità di assistente al Dipartimento per gli Alloggi e lo Sviluppo Urbano sotto l’amministrazione Bush jr. denunciò che l’Ispettore Generale gli aveva confidato che, al luglio 2016, nel bilancio del Dipartimento della Difesa vi era un “buco” da 6,5 trilioni di dollari di spese ingiustificate. Skidmore, confortato dalla sua lunga esperienza nella pubblica amministrazione, pensò subito che la Fitts avesse scambiato miliardi con trilioni, ritenendo che un ammanco del genere fosse troppo grande anche per un apparato colossale come il Pentagono.

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Giovanni Di Benedetto: L’inaccettabile presente

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L’inaccettabile presente

di Giovanni Di Benedetto

Pubblichiamo la recensione del libro “Sfruttamento e dominio nel capitalismo del XXI secolo” (Multimage, 2023), curato da Toni Casano e Antonio Minaldi. Il volume è stato recentemente presentato dallo stesso Giovanni Di Benedetto, assieme a Pietro Maltese, a “Una marina di libri – Palermo, Giugno 2023”, sotto la regia organizzativa della Biblioteca Centrale della Regione Sicilia

C’è l’immagine di un evento della contemporaneità che può sintetizzare al meglio la cifra del bel volume curato da Toni Casano e Antonio Minaldi, intitolato Sfruttamento e dominio nel capitalismo del XXI Secolo (Multimage Firenze 2023). È l’evocazione del tragico disastro della diga di Nova Kakhovka in Ucraina, con il suo portato di distruzione di massa nei confronti dell’umanità e della natura. La responsabilità della tragedia di Nova Kakhovka va attribuita interamente alla guerra in corso e al suo carattere imperialista che chiama in causa gli effetti devastanti del modo di produzione capitalistico. Solo una lettura complessa e sistemica dell’accaduto permette di oltrepassare l’angusta visuale di chi si ostina a crogiolarsi sul ributtante balletto delle responsabilità.

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Salvatore Bravo: L’Anima e il Corpo

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L’Anima e il Corpo

di Salvatore Bravo

Luisa Muraro: L’anima de corpo. Contro l’utero in affitto, ed. La Scuola, 2016

La drammaticità e la complessità dei problemi e delle scelte della realtà contemporanea contrastano con il semplicismo delle soluzioni che si adottano. In genere dinanzi a vincoli che necessitano di riflessione personale e collettiva il sistema economico spinge per un “sì” indifferenziato e acefalo. Non porre limiti e non pensare collettivamente il senso e le conseguenze delle azioni sta diventando il costume abituale della globalizzazione crematistica. Il denaro per moltiplicarsi senza limiti ha il volto accogliente del “sì” ad ogni desiderio. La potenza del desiderio, forza dionisiaca di vita e pensiero, è divenuta nelle strettoie del mercato un mezzo per produrre denaro. I desideri sono sollecitati, inseguiti e coccolati, in quanto sostengono il mercato. Il nostro è il regno del cavallo nero di Platone. Si precipita verso il basso, ma non si guarda lo schianto.

Il libro di Luisa Muraro L’anima del corpo Contro l’utero in affitto è un testo che rompe il “sì” omologato a tale pratica e la disvela nella sua verità mercantile e tragica.

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Leonardo Sinigaglia: Forum di San Pietroburgo. I dilemmi di Putin con l’area liberale interna

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Forum di San Pietroburgo. I dilemmi di Putin con l’area liberale interna

di Leonardo Sinigaglia

 

Il quadro militare

Sul fronte di Zaporizhya le forze armate del regime di Kiev continuano a subire perdite ingenti senza riuscire ad ottenere risultati significativi. Un paio di piccoli villaggi ridotti in macerie sono tutto quello che in quasi due settimane il più grande esercito d’Europa è riuscito a strappare alla difesa russa, senza con questo riuscire nemmeno arrivare alla prima linea di difesa, dovendosi accontentare di assalti suicidi contro le postazioni più avanzate.

Ma se nella realtà la fantomatica “controffensiva” stenta a prendere piede, sui media occidentali continuano ad essere cantate le pretese “vittorie” delle milizie ucraine, anche se, è bene notarlo, con ben più fatica e imbarazzo che in passato. Proprio venerdì il Guardian ha citato le parole del viceministro della difesa del regime, Hanna Malyar, che è arrivata a dichiarare come i combattimenti si stiano spostando “in direzione di Mariupol”, anche se questa è diverse decine di chilometri lontano dalle zone di combattimento!

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Renato Caputo e Holly Golightly: Losurdo e la critica ai processi di de-umanizzazione

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Losurdo e la critica ai processi di de-umanizzazione

di Renato Caputo e Holly Golightly

La società borghese si autocelebra come «un vero Eden dei diritti innati dell’uomo», ma qui «l’uomo in quanto tale svolge un ruolo piuttosto misero». Basta passare dalla circolazione a alla produzione e ci si accorge che il lavoratore «porta al mercato la propria pelle e non ha null’altro da aspettarsi che la…conciatura»

Se un “politico di professione” come Palmiro Togliatti, molto legato al “socialismo reale” e quindi al marxismo orientale, non sottovaluta, come fanno alcuni marxisti occidentali della sua epoca, la questione coloniale, dipende anche dal fatto che il suo pensiero si ispira ad Antonio Gramsci per il quale “il comunismo è per l’appunto «l’umanesimo integrale»” [1]. Gramsci, evidenzia Domenico Losurdo nel suo libro dedicato al filosofo italiano, “nel prendere decisamente posizione a favore dell’emancipazione dei popoli coloniali, […] mette in stato d’accusa la borghesia liberale del tempo non solo sul piano immediatamente politico: essa non è capace di sentire i problemi, le sofferenze, i diritti degli esclusi dalla civiltà e dall’Occidente. […] La marcia del comunismo è in un certo senso la marcia dell’universalità” [2].

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Paolo Di Marco: Cavaliere o pedone?

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Cavaliere o pedone?

di Paolo Di Marco

cavalierpedoneDel lestofante testé morto tutti ricordano l’aspetto esteriore e gli atteggiamenti da guitto ma pochissimi (il solo Fatto) le malefatte; e anche qui con molta discrezione e tutti i distinguo (“la magistratura ha sempre archiviato”…).

E invece mi sembra buona occasione per ricostruire un pezzo significativo di storia patria con tutti i suoi intrecci espliciti e sotterranei.

 

1- breve cronaca

Il padre lavora in una piccola banca (Rasini) che si diceva (fonte Sindona) essere avamposto dei ricicli mafiosi; ma ha anche contatti col mondo della borghesia milanese a cui piace tenere i soldi in Svizzera (vizietto che in quegli anni era assai diffuso);

Quando il piccolo si mette in affari immobiliari -con Milano 2 opera più nota- i soldi arrivano tramite quelle fonti (v. Travaglio et al, ‘L’odore dei soldi’, più recentemente su Il Fatto gli audioarticoli della biografia; sempre sul Fatto l’art di Marco Lillo). Soci principali dell’Edilnord sono Rasini e Rezzonico, commercialista svizzero.

Colla collaborazione di don Verzè (poi sospeso a divinis) nel ’68 compra i terreni di Segrate; su una parte sorgerà il San Raffaele, sull’altra Milano2; corrompendo dirigenti e piloti Alitalia per spostare le rotte degli aerei che rendevano i terreni privi di valore. Questa volta gli occulti finanziatori svizzeri tirano fuori 3 miliardi.

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Carlo Lucchesi: Lotta alla precarietà del lavoro, snodo decisivo per sinistra politica e sindacato

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Lotta alla precarietà del lavoro, snodo decisivo per sinistra politica e sindacato

di Carlo Lucchesi

5d7e71c67582552a05884f2f2fde51e9 XL1. Le più importanti e profonde riforme del dopoguerra si sono fatte in Italia negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso quando al governo del Paese c’era una coalizione di centro-sinistra nella quale la parte moderata era nettamente maggioritaria. Fu possibile essenzialmente grazie all’iniziativa del movimento sindacale capace di elaborare proposte unitarie sui grandi temi del welfare e deciso a sostenerle con la lotta dei lavoratori tanto da conquistarsi il consenso di gran parte del Paese. Si trattò dello sviluppo e della proiezione nei territori e nell’intera società nazionale delle lotte di fabbrica, che già avevano raggiunto un’estensione straordinaria. L’organizzazione tayloristica del lavoro aveva sì enormemente incrementato la produttività, ma aveva consegnato ai lavoratori un potere di interdizione sul processo produttivo che, una volta tradotto dai Consigli dei delegati in capacità e potere negoziale, aveva fatto compiere un grande salto in avanti non solo al salario, ma all’intera condizione di lavoro. Lo slogan “dalla fabbrica al territorio” segnalava appunto l’esigenza e la volontà di consolidare quelle conquiste tanto come difesa del potere d’acquisto, quanto come spostamento nei rapporti di potere fra le classi. Sul piano politico, il PCI dall’opposizione e il PSI dal governo fecero in modo che sul terreno legislativo si realizzassero mediazioni di alto contenuto alle quali dettero un notevole contributo l’area socialmente progressista della DC e parti consistenti dell’associazionismo cattolico.

Niente del genere è accaduto da allora, neppure quando al governo si sono trovate coalizioni di centro-sinistra formalmente assai più sbilanciate a sinistra di quanto fossero i governi degli anni ‘60 e ‘70.

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Redazione: Dalla No Tav al No Ponte in Sicilia al fango di Bologna: una grande giornata di lotta

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Dalla No Tav al No Ponte in Sicilia al fango di Bologna: una grande giornata di lotta

di Redazione

Tre grandi mobilitazioni popolari di resistenza sui territori: dalla Val di Susa alla Sicilia passando per l’Emilia devastata dall’alluvione. Protagonismo popolare e alternative di sistema ci mettono la faccia. Ci si vede in piazza a Roma sabato 24 giugno.

Val di Susa/Maurienne. Il corteo No Tav

Una grande giornata di lotta No Tav come non se ne vedevano da tempo e con delle importanti novità che non poco preoccupano la lobby internazionale degli affari legata alle grandi opere pubbliche. Il primo dato, non trascurabile, è la pressione esercitata dalle popolazioni sui due lati delle alpi. In Maurienne, con una mobilitazione imponente che ha percorso le strade della valle in direzione ostinata verso i cantieri geognostici, scontrandosi con un imponente dispositivo di polizia e slanciandosi sulla strada provinciale per poi, per oltre un’ora, provando a raggiungere l’autostrada scontrandosi con i 2000 gendarmi messi in campo per l’occasione. Arteria principale raggiunta poi in un secondo momento beffando la polizia e aggirando il blocco attraversando il fiume riuscendo così a fermare il traffico.

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Fabrizio Verde: Forum di San Pietroburgo. Nicaragua e Venezuela sulla via dei Brics e de-dollarizzazione

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Forum di San Pietroburgo. Nicaragua e Venezuela sulla via dei Brics e de-dollarizzazione

di Fabrizio Verde

I paesi latinoamericani continuano a interrogarsi su come superare le criminali politiche di blocco statunitensi e le ingerenze di Washington nella vita interna di quei paesi non allineati alle direttive del tracotante vicino nordamericano.

Durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF), i rappresentanti del Nicaragua e del Venezuela hanno indicato che la de-dollarizzazione è il passo più efficace da compiere per contrastare le sanzioni occidentali.

Inoltre, entrambe le nazioni concordano sul fatto che l’avvicinamento ai BRICS (il blocco in espansione che comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sia l’opzione migliore in questo momento.

A questo proposito, il ministro nicaraguense delle Finanze e del Credito Pubblico, Iván Acosta, ha ribadito che la de-dollarizzazione è “una tendenza molto chiara” che ha preso slancio negli ultimi due anni, a causa della guerra in Ucraina e dell’uso delle sanzioni come arma.

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Damiano Palano: L’eroe sui generis di un’Italia senza politica

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L’eroe sui generis di un’Italia senza politica

Silvio Berlusconi, “Citizen Kane” a via Volturno

di Damiano Palano

Una volta Silvio Berlusconi confessò di avere una “concezione eroica della vita”. Come avviene per gli eroi, l’ombra della morte, prima di raggiungerlo nel reparto del San Raffaele in cui era ricoverato, lo ha davvero inseguito da sempre. Fin da quando, ancora relativamente giovane, il fondatore di Mediaset volle far erigere nel giardino della propria villa il mausoleo funebre che avrebbe custodito i suoi resti. O quando chiese a don Verzé di consentirgli di arrivare fino a centocinquant’anni.

Se Silvio Berlusconi è stato davvero un eroe, certo non lo è stato nel significato ordinario che attribuiamo a questo termine. Ha indubbiamente lasciato una traccia indelebile nella storia, nella cultura e nella società del nostro Paese, prima come imprenditore, poi ridisegnando il sistema della comunicazione e rivoluzionando il mondo del calcio, infine diventando un leader politico. Ma il suo eroismo sui generis è stato molto diverso da quello celebrato nei pantheon ideologici della modernità, da quello dei martiri politici otto e novecenteschi, disposti a sacrificare la vita per coronare la missione storica di nazioni, partiti e classi. Silvio Berlusconi è stato piuttosto l’eroe di un’Italia “impolitica”, se non addirittura “antipolitica”.

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Piccole Note: La missione di pace africana seppellita sotto le bombe dei media

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La missione di pace africana seppellita sotto le bombe dei media

di Piccole Note

 

La missione di pace africana guidata dal presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa non ha avuto una bella accoglienza a Kiev, nonostante fosse animata da buone intenzioni. Zelensky ha detto che non capiva quale fosse il loro piano per mettere fine alla guerra e che, in realtà, era semplicemente irrealistico.

Insomma, ha fatto capire chiaramente che Ramaphosa e i leader africani che si erano associati alla missione (il presidente dello Zambia Hakainde Hichilema e quello del Senegal Macky Sall) non erano i benvenuti, nonostante li abbia incontrati (non poteva evitarlo…).

 

Inconvenienti da record

D’altronde, che la missione di pace africana non fosse ben vista in Occidente, da cui la reazione stizzosa di Zelensky, lo si era capito fin dall’inizio. Il giornale sudafricano Daily Maverick riferisce che il viaggio ha subito contrattempi inusitati, tanto che Il capitano della South African Airways Mpho Mamashela ha dichiarato che “qualcuno dovrebbe prenderne nota e inserirlo nel guinness dei primati”.

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Ascanio Bernardeschi: Il capitalismo delle piattaforme web

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Il capitalismo delle piattaforme web

di Ascanio Bernardeschi

Alcune riflessioni sul contributo di Andrea Fumagalli sul capitalismo delle piattaforme nel libro Sfruttamento e dominio nel capitalismo del XXI secolo. In che senso l’utente di un servizio fornito da una piattaforma tecnologica produce ricchezza? È giustificato legare il reddito di cittadinanza alla sua attività in rete?

Il libro Sfruttamento e dominio nel capitalismo del XXI secolo [1] si occupa di problemi oggi al centro dell’attenzione: la questione ambientale, il capitalismo della sorveglianza, la produzione immateriale, la finanziarizzazione, l’imperialismo e la guerra. All’interno di questi importanti “capitoli”, e alla meritoria scelta dei curatori di dare spazio a posizioni diverse fra di loro, consentendo un dibattito in campo aperto, Andrea Fumagalli, nel suo Valorizzazione e sussunzione nel capitalismo delle piattaforme: il nodo della distribuzione del reddito, come è suo costume, sostiene in maniera approfondita e documentata alcune tesi assai interessanti, che però mi permetto di commentare criticamente, come ho fatto in sede di presentazione del libro, anche perché l’Autore fa conseguire alla sua analisi concrete proposte di rivendicazione politica (e anche questa intenzione è senz’altro meritoria).

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