Il Mali e il Niger tagliano legami con l’Ucraina perchè Kiev sostiene gruppi considerati terroristi

Andrew Korybko – 08/08/2024

https://korybko.substack.com/p/ukraines-boast-about-being-behind

 

Il Mali e il Niger hanno tagliato i legami con l’Ucraina dopo che il suo rappresentante dell’intelligence militare ha ammesso che Kiev sostiene gruppi che considerano terroristi.

Il ministero degli Esteri ucraino ha criticato la decisione del Mali di tagliare i legami in seguito al vanto del rappresentante del GUR Andrey Yusov secondo cui l’Ucraina era dietro l’imboscata dei Tuareg a Wagner alla fine del mese scorso che, secondo quanto riferito, ha ucciso diverse dozzine di combattenti. All’epoca aveva detto che “i ribelli hanno ricevuto le informazioni necessarie e non solo le informazioni, che hanno permesso loro di condurre un’operazione militare di successo contro i criminali di guerra russi. Certamente non riveleremo dettagli in questo momento; continua”.

Il Niger, membro dell’Alleanza/Confederazione del Sahel, ha poi seguito l’esempio del Mali facendo lo stesso, mentre il loro comune alleato burkinabè non lo ha ancora fatto, anche se ha condannato anche questo e il presidente Ibrahim Traore ha recentemente richiamato l’attenzione su come le armi ucraine abbiano contribuito ad alimentare il conflitto del suo paese. Per lo sfondo, questa analisi dell’inizio della primavera parlava del ruolo dell’Ucraina nell’aiutare le “operazioni nere” americane in Africa, mentre questa del mese scorso ha esposto il suo ruolo nella recente imboscata.

Dopo aver familiarizzato con i fatti, dovrebbe essere più facile per il lettore vedere attraverso l’insincerità dell’Ucraina che critica il Mali per aver tagliato i legami dal momento che fino a quel momento aveva svolto con orgoglio il ruolo di spalla delle “operazioni segrete” americane in Sudan, per non parlare del vanto dietro l’imboscata dei Tuareg. O si esagerava o si inventava completamente quest’ultimo, ma in ogni caso, con il senno di poi, sarebbe stato oggettivamente meglio che Yusov non avesse detto nulla al riguardo.

Il problema però è che il morale in patria e tra i sostenitori dell’Ucraina all’estero, sia a livello statale che della società civile, sta crollando a causa dei graduali guadagni della Russia sul campo. Kiev è in preda al panico, motivo per cui preferisce impegnarsi in acrobazie mediatiche di alto profilo come la vanteria di Yusov e l’attacco a sorpresa dell’Ucraina contro la regione russa di Kursk, il tutto allo scopo di rimodellare le percezioni. Nessuno dei due ha realizzato nulla di utile, eppure ognuno di essi serve ancora a distrarre dal fatto che la Russia sta vincendo.

La sua vanagloria, di cui sopra, è tornata a morderlo dopo che il Mali, il Niger e forse presto anche il Burkina Faso hanno tagliato i legami con Kiev in risposta al suo rappresentante dell’intelligence militare che ha ammesso che il suo paese sta aiutando gruppi che i loro governi considerano terroristi. Se ci fosse stato qualcuno intelligente a capo del soft power ucraino, allora avrebbe potuto raddoppiare il sostegno del proprio paese ai Tuareg in parallelo con la promozione della loro causa, che avrebbe potuto infliggere danni politici al Mali se fosse stata amplificata.

Invece, sono tornati istintivamente a inveire contro la Russia nella loro dichiarazione, che è risultata eccessivamente difensiva e non ha ottenuto nulla per loro per quanto riguarda la conquista dei cuori e delle menti (o piuttosto l’inganno del mondo sulla sua causa). Questa risposta miope e mal ponderata parla di quanto siano incapaci i praticanti del soft power ucraino e riafferma l’osservazione che stanno cercando di sollevare il morale tra i loro sostenitori più che ottenere un reale guadagno di soft power o militare.

Se avessero attuato la politica descritta sopra, allora ciò avrebbe potuto mettere la Russia e l’Alleanza/Confederazione Saheliana sulla difensiva, generando una discussione tra l’opinione pubblica globale sui meriti della causa dei Tuareg, anche se in parte per distogliere l’attenzione dai loro legami terroristici. In ogni caso, l’Ucraina non si sarebbe nemmeno trovata in questo dilemma se Yusov non avesse detto che Kiev era dietro l’imboscata dei Tuareg a Wagner, e avrebbe fatto molto meglio a rimanere in silenzio.

 

Sharing - Condividi