Newsletter n.6 del 7 febbraio 2025
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Editoriale
Non sono razzista, ma…
Durante un volantinaggio ai cancelli di un’azienda, all’ingresso di un ospedale, a una scuola o al mercato, anche a una manifestazione della Cgil, a un certo punto salta fuori, sempre più spesso, qualcuno che durante la discussione dice “io non sono razzista, ma…”.
Di fronte a una frase simile la sinistra radical chic perde la brocca. Quel ma sarebbe proprio la dimostrazione che il razzismo dilaga fra le masse popolari, che sono razzisti i giovani, i lavoratori, i cassintegrati, i pensionati, ecc.
È curioso notare che, secondo questa interpretazione chic del mondo, sarebbero razzisti tutti quelli – e soprattutto quelli – che per vivere sono costretti a lavorare.
Noi siamo di un altro avviso. Crediamo che l’operaio di fabbrica, il muratore, l’autista di autobus, la studentessa, la pensionata delle poste non siano affatto razzisti e che quel loro ma sia manifestazione dell’esigenza di un confronto e, in molti casi, anche una richiesta di aiuto. Perché, davvero, razzisti non lo vogliono diventare.
Siamo dell’avviso che le masse popolari italiane siano sottoposte a una grande prova di resistenza e che di fronte alle difficoltà che essa comporta debbano avere il sostegno dei comunisti, debbano poter contare sui comunisti, debbano poter trovare nei comunisti un orientamento e un centro di organizzazione e di mobilitazione.
Quando esponiamo la nostra linea e i nostri obiettivi, quando facciamo propaganda del Governo di Blocco Popolare, raccogliamo sistematicamente un generico consenso (sarebbe giusto, sarebbe bello, ci vorrebbe proprio questo), combinato a una montagna di scetticismo e di sfiducia (le formule più gettonate sono “non ci sono le condizioni”, “le masse non lottano più come una volta”). E questo anche – ma forse è meglio dire soprattutto – da parte di lavoratori e lavoratrici, compagni e compagne, elementi delle masse popolari che sono già attivi e, in certi casi, promotori e protagonisti della lotta di classe in corso.
È a tutte queste persone che, idealmente, ci rivolgiamo, a tutti coloro con i quali condividiamo iniziative, mobilitazioni, partecipazione agli scioperi e alle manifestazioni, campagne politiche e battaglie, benché i referenti di questo ragionamento siano effettivamente più ampi.
Dopo l’omicidio di Ramy. Insabbiamenti e rivolte
Solo la mobilitazione e i disordini hanno squarciato la menzogna e impedito l’insabbiamento dell’omicidio di Ramy. Tutti quelli che hanno condannato in coro “gli scontri” e “le violenze” o non hanno gli strumenti per capire in che paese vivono o lo sanno perfettamente, ma hanno interesse a difendere lo schifo che lo avvolge.
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Contro il turismo predatorio. Il diritto alla casa e la questione del governo del paese
Sovranità e autodeterminazione
Fratelli d’Italia (Fdi) e Lega hanno inquinato per anni il dibattito pubblico con la loro propaganda “sovranista”. Il polo Pd delle Larghe Intese e la sinistra borghese hanno dato loro un contributo determinante: vedevano sovranisti da tutte le parti e hanno spacciato l’idea che la lotta per la sovranità nazionale fosse roba per nazionalisti e reazionari.
È andata a finire che una parte delle masse popolari si è illusa che votando per “il sovranismo” di Fdi e Lega si sarebbe liberata del Pd e della cieca sottomissione alla Ue, di cui il Pd è fra i principali promotori.
Complice anche il fatto che Fdi era, almeno formalmente, l’unico partito presente in parlamento a essere rimasto all’opposizione del governo Draghi, alle elezioni del 2022 Fdi e Lega hanno preso la maggioranza dei voti validi e sono andati al governo. Il sovranismo di cui sono stati paladini, dunque, è stato messo alla prova dei fatti. E si è sciolto come neve al sole.
Al Masri, un siluro contro il governo Meloni
Chi ha innescato la bomba Al Masri ha agito su mandato di una o più fazioni dei vertici della Repubblica Pontificia per togliere qualche settimana di sonno al governo Meloni. O, forse, ai piani alti della Repubblica Pontificia stanno per chiudere un accordo (temporaneo, fragile, parziale) su chi debba essere il capo del prossimo governo tecnico e stanno disseminando con altre bombe il terreno intorno al governo Meloni, per farlo cadere con un “intrigo di palazzo” alla prossima occasione buona.
Prospettive del movimento di solidarietà con il popolo palestinese
Le evoluzioni della situazione in Palestina, la tregua nella Striscia di Gaza e l’aggressione sionista in Cisgiordania hanno ripercussioni anche nel movimento italiano in solidarietà con il popolo palestinese. Il bivio di fronte a cui si trova è il seguente: concentrarsi, moltiplicandole, sulle iniziative di sostegno alla ricostruzione della Striscia di Gaza oppure combinare le iniziative di sostegno alla ricostruzione con la mobilitazione per sviluppare il ruolo politico contro l’entità sionista e i suoi servi in Italia, contro il governo Meloni e contro la Nato.
Sulle azioni della Resistenza e la loro strumentalizzazione
Lo scorso 27 dicembre è stato pubblicato su Contropiano un lungo articolo firmato da Bassam Saleh, giornalista palestinese vicino all’area politica della Rete dei Comunisti e attivista nel movimento di solidarietà al popolo palestinese. Le quattro righe d’esordio sono chiarissime: il genocidio contro i palestinesi a Gaza è stato causato dal contrattacco del 7 ottobre 2023. E sono anche sufficienti, il resto dell’articolo non ha motivo di menzione.
Bassam Saleh non è l’unico paladino di questa tesi. C’è una nutrita area di “agguerriti democratici” che la sostiene ed equipara gli occupanti sionisti e i loro crimini ai partigiani palestinesi e alle azioni della Resistenza palestinese.
Non usiamo casualmente i termini occupanti e partigiani. La stessa equiparazione e la stessa strumentalizzazione furono fatte anche per l’attentato di via Rasella a Roma, nel 1944, con cui i partigiani italiani dei Gap inflissero pesanti perdite agli occupanti nazisti, che risposero con la rappresaglia delle Fosse Ardeatine.
Tragedia e farsa. L’insediamento di Trump
C’è un altro modo di porsi per analizzare e capire quello che succede negli Usa. Non quello che conferisce a Trump, miliardario gretto e parafascista a capo della più grande potenza mondiale, il potere e la facoltà di fare e disfare a proprio piacimento, ma quello che riconosce il panico degli imperialisti Usa, potenza in decadenza e lacerata dalla guerra civile, che devono affidarsi a un miliardario gretto e parafascista – anziché a un cervellone dell’accademia – nella speranza che la politica del bullismo e delle minacce possa evitare il loro tracollo.
Revisionismo storico e valori europei
La borghesia imperialista prova a riscrivere la storia perché anche la storia la condanna all’estinzione. Questo instancabile e poderoso lavorìo che ha coinvolto accademici di tutto il mondo (dei paesi imperialisti), prestigiose università (dei paesi imperialisti), centri di elaborazione (dei paesi imperialisti), industria dello spettacolo e dell’intrattenimento (dei paesi imperialisti) qualche risultato lo ha prodotto.
(…) Ci riferiamo alla Risoluzione del 2019 con cui il parlamento europeo ha equiparato nazismo e comunismo e a quella più recente, del gennaio scorso, con cui si vietano “i simboli del regime nazista e del regime comunista”.
Una risoluzione a cui Alice Weidel, la capa del partito di estrema destra tedesco Afd, si è in qualche modo ispirata per dimostrare la sua incrollabile lealtà ai valori europei dichiarando che “Afd è molto diverso dal nazismo perché Hitler era comunista”. Questa idiozia è l’espressione più compiuta dei valori europei, dei risultati della pacificazione e di cosa comporta la nuova verginità degli imperialisti.
Sul commissariamento della Segreteria Federale Campana
Lo scorso dicembre la Direzione Nazionale (DN) ha deciso il commissariamento della Segreteria Federale Campania ed è stato nominato commissario il compagno Marco Coppola, membro della DN e della stessa Segreteria Federale.
Si tratta di una misura straordinaria – che appartiene alla tradizione del movimento comunista da Lenin in poi – necessaria a rafforzare il Partito e a promuovere la mobilitazione politica, morale e intellettuale dei dirigenti e di ogni compagno. Una misura finalizzata a costruire una Segreteria Federale più adeguata ai compiti della fase.
Trattiamo il tema pubblicamente perché siamo convinti che le questioni – anche interne – che riguardano un partito o un’organizzazione comunista, al netto delle particolarità e specificità, riguardino tutti i comunisti del nostro paese. E trattare le difficoltà che i comunisti incontrano, le contraddizioni, i “fallimenti”, ma anche le scoperte, gli insegnamenti e le soluzioni che sperimentano è una specifica materia della rinascita del movimento comunista nel nostro paese.
Firenze, 23 febbraio 2025. Prima assemblea nazionale dei giovani del P.Carc
Intervista a Chiara Pastacaldi
membro della Direzione Nazionale e Responsabile Nazionale del Lavoro Giovani
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Reintegro di Simone Casella. Il 13 febbraio la sentenza d’appello
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Corrispondenza dalla Sda. A proposito di “spinta dal basso” sui vertici dei sindacati
Il mondo dei padroni è in fiamme, viviamo in un’epoca di sconvolgimenti, di guerre e di rivoluzioni.
Viviamo un’epoca in cui non serve la fede, ma la fiducia. Fiducia nella forza delle masse popolari e fiducia nel fatto che il movimento comunista che rinasce avrà la capacità e la forza di superare i limiti e di correggere gli errori per i quali non è mai stata fatta la rivoluzione socialista in un paese imperialista.
Possiamo farlo noi? Dobbiamo farlo noi.
Quello che chiediamo a chi ha la falce e il martello nel cuore, a chi si sente rivoluzionario, a chi aspira al comunismo è di dare uno schiaffo allo scetticismo e aderire al P.Carc. Quello che gli proponiamo è rompere gli indugi e aderire al P.Carc per portare le proprie energie e metterle al servizio delle mille attività che il P.Carc conduce. Sono tante per elencarle tutte, ma è certo che c’è un posto di combattimento per tutti e che il contributo di ognuno è prezioso.