Molte famiglie haitiane, a causa della poverta’, sono obbligate a mandare
i figli e le figlie a lavorare presso altre abitazioni, dove finiscono col
pulire, cucinare, fare lunghi tragitti per andare a prendere l’acqua e
badare agli altri bambini della famiglia.
‘In molti casi, si tratta di una condizione di effettiva schiavitu’’- ha
affermato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Haiti. ‘I
bambini e le bambine lavorano in condizioni disumane, subiscono violenze e
abusi da chi li ospita, solo per un piatto di cibo’.
La condizione delle bambine e delle ragazze impiegate come collaboratrici
domestiche e’ drammatica: secondo l’Unicef, nel 2007 erano almeno 100.000.
Intrappolate in una situazione di totale dipendenza, molte ragazze sono
costrette a sopportare violenze e abusi sessuali. Alcune abbandonano il
lavoro o la famiglia che le ospita e vanno a vivere in strada dove non
hanno altra opzione, per sopravvivere, che vendere il proprio corpo.
Re’gina, una ragazza di 15 anni, ha raccontato ad Amnesty International
che, all’eta’ di 10 anni, e’ stata mandata a lavorare come domestica, ma
e’ scappata via perche’ le bastonate erano diventate insopportabili. Ha
passato i successivi quattro anni a Foyer Maurice Sixto, un rifugio per ex
collaboratori domestici. In questo periodo ha potuto andare a scuola.
All’eta’ di 14 anni e’ tornata a casa, dove ha subito ulteriori abusi.
‘Le ragazze di Haiti sono intrappolate in una spirale di poverta’ e
violenza’- ha dichiarato Gerardo Ducos. ‘Sradicare questa moderna forma di
schiavitu’ e’ il solo modo per proteggere i diritti di migliaia di bambini
e bambine’.
Le leggi haitiane non contemplano un quadro giuridico per la protezione
dei bambini.
La Legge per la proibizione e l’eliminazione di ogni tipo di abuso,
violenza e trattamento inumano dei bambini, entrata in vigore nel 2003, ha
abrogato un capitolo del Codice del lavoro che regolava il lavoro dei
bambini nei servizi domestici, senza mettere al bando la pratica.
Il Codice proibiva ‘l’impiego’ di bambini al di sotto dei 12 anni di eta’
come lavoratori domestici e garantiva che chi aveva piu’ di 15 anni
ricevesse un salario. Stabiliva inoltre che le famiglie di adozione che
intendevano impiegare un bambino come lavoratore domestico avrebbero
dovuto, tra gli altri adempimenti, chiedere l’autorizzazione all’Istituto
per l’assistenza e la ricerca sociale.
‘In vista della Giornata universale dell’infanzia, il governo di Haiti
deve aumentare il suo impegno per proteggere le ragazze lavoratici
domestiche e compiere dei passi concreti per migliorare la loro
situazione’ – ha concluso Gerardo Ducos.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 18 novembre 2009
Il rapporto ‘Overcoming poverty and abuse: Protecting girls in domestic
service in Haiti’ e’ disponibile in lingua inglese all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2802