“Perché a pagare non siano sempre lavoratori e pensionati”

Dopo aver ingrassato i pescecani della finanza, evasori, tagliato salari, pensioni, scuola, sanità e servizi sociali le banche centrali e i governi ci mettono un’altra volta le mani in tasca.


Tiboni, CUB: “In alternativa a una manovra che mette un’latra volta le mani nelle tasche di lavoratori e pensionati, tassazione dei grandi patrimoni, taglio delle spese militari, lotta all’evasione fiscale, e impiego delle risorse recuperate per garantire il diritto al lavoro, trasformazione dei contratti precari a tempo indeterminato e garanzia alla continuità del reddito percepito”. Appello allo sciopero generale del 25 giugno.

26 maggio 2010. – Dopo aver ingrassato i pescecani della finanza, evasori, tagliato salari, pensioni, scuola, sanità e servizi sociali le banche centrali e i governi ci mettono un’altra volta le mani in tasca – è l’ovvia considerazione dei sindacalisti della CUB, che fa appello a lavoratori, delegati, sindacati di base e realtà sociali per costruire uno sciopero generale per il 25 giugno.

“Bancarottieri e speculatori fanno soldi sul disastro che hanno creato loro stessi, quello che ora ricade sulle spalle di milioni di lavoratori che perdono lavoro e reddito” afferma Piegiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della CUB “E la finanziaria Berlusconi e Tremonti asseconda in pieno questa operazione”.

Perché non siano i salariati, i pensionati, i giovani, i settori popolari a continuare a pagare la crisi è indispensabile individuare misure alternative a quelle proposte e sostenerle con la lotta comune di tutti i lavoratori evitando ingiustificate e perdenti divisioni settoriali.

“CUB propone di tassare i grandi patrimoni, tagliare drasticamente le spese militari, recuperare i 120 miliardi di tasse non pagate per evasione fiscale e contributiva” continua Tiboni “Le risorse recuperate devono essere impiegate per garantire il diritto al lavoro, attraverso la riduzione degli orari di lavoro, la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari investimenti in settori innovativi”.

Per la Confederazione Unitaria di Base è da garantire la continuità del reddito percepito, che comunque non deve essere  inferiore a 1.300 euro mensili.

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Confederazione Unitaria di Base

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