Novità per la vicenda di Julia, lavoratrice licenziata dalla cooperativa che lavorava per la residenza per anziani San Rocco di Segrate, per l’acquisto della struttura da parte di KOS.
Julia, lavoratrice peruviana lasciata senza lavoro da Anni Azzurri mentre era in regolare aspettativa perché in corso d’adozione. Gelli, CUB-Sanità: “Senza occupazione non può inviare i soldi ai nipoti in Perù e men che meno perfezionare la loro adozione”. Recente interessamento alla vicenda anche da parte del ministro Carfagna.
28 settembre 2010. Novità per la vicenda di Julia, lavoratrice licenziata dalla cooperativa che lavorava per la residenza per anziani San Rocco di Segrate, per l’acquisto della struttura da parte di KOS – Residenze Anni Azzurri, passaggio di proprietà, avvenuto proprio durante l’aspettativa regolarmente concessa alla lavoratrice per il viaggio in Perù necessario al perfezionamento all’adozione internazionale dei suoi nipoti, orfani per la prematura scomparsa della madre, sorella di Julia.
“In un primo momento Anni Azzurri ha candidamente affermato che la lavoratrice è stata licenziata perché non era presente al momento del passaggio” rende noto Walter Gelli, segretario generale di CUB-Sanità “ma poi, al di là del contrattino di un mese scaduto il 15 settembre, non c’è stato nessun reale impegno, se non parole, circa una sua riassunzione a tempo indeterminato”.
“Premesso che in questa vicenda Anni Azzurri non ha rispettato il passaggio diretto dei lavoratori previsto dai contratti nazionali di lavoro, finalmente questo mese il tribunale di Lima le ha affidato i nipotini” prosegue Gelli. “Il problema è che adesso, oltre ad essere senza lavoro, Julia, non soltanto non è in grado di mandare in Perù il denaro per il loro mantenimento, ma men che meno, senza lavoro, è in possesso dei requisiti per il perfezionamento dell’adozione”.
A occuparsi della vicenda è stata la consigliera di parità della provincia di Milano, dottoressa Tatiana Biagioni, oltre all’Ufficio Provinciale del Lavoro, che ha convocato le parti il 14 settembre scorso, ma senza che dall’incontro scaturisse alcun esito.
A interessarsi attualmente alla vicenda è anche lo staff dello stesso ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, chiamata in causa il 22 luglio con una lettera dallo stesso Gelli e da Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della CUB.
Confederazione Unitaria di Base