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“Piacenza : città murata o città cementificata ?”

“La città storica delle cento caserme e chiese, la millenaria città murata sarà sostituita da un’anonima città cementificata.”

 

 

Piacenza : città murata o città cementificata ?


Sinistra Ecologia Libertà ( SEL )nasce come forza politica per riunificare il popolo di sinistra, e anche nel nome, propone un modello di società che abbia al centro la parola Ecologia. Un’Ecologia intesa come Valore irrinunciabile così come è irrinunciabile l’acqua, l’aria, la terra.

Per quanto riguarda la terra, qui a Piacenza si ha l’impressione di rivivere una situazione già vissuta in tempi lontani: un’orchestra che suona……..i passeggeri che ballano ………la nave che sta affondando.

Questa è la situazione della città di Piacenza.

Gli amministratori suonano trombe e tromboni, trombette  e pifferi ( organizzando convegni autocelebrativi e mostre in cui si autoassolvono), i cittadini sopraffatti da tali magnificenze sono affascinati dai suoni e da mille luci. Nel frattempo la barca Piacenza sta affondando!

Piacenza ha superato attacchi e assedi militari, ha subito numerose carestie, epidemie e pestilenze ma l’attacco che sta subendo nell’anno 2010 non ha paragoni dalla sua fondazione.

La città storica delle cento caserme e chiese, la millenaria città murata sarà sostituita da un’anonima città cementificata.

Il progetto o meglio la cementificazione  delle aree militari approvato da tutte le forze politiche e sindacali ( eccetto la CGIL) nel tavolo comunale del luglio scorso è un vero atto vandalico senza precedenti.

La fretta e la furia di tale decisione da parte dell’amministrazione comunale, e di tutti i parlamentari piacentini  ha dell’incredibile.

Mai vi fu  una così inverosimile comunanza di intenti, ed il tutto in una sola riunione della durata di tre ore.

Per le pietre di piazza cavalli sono state spese decine e decine di giornate tra riunioni, perizie, pareri, consulenze, opinioni. Un milione di metri quadrati ( 1.200.000 mq  è questo l’enorme estensione delle aree militari, pari all’estensione del centro storico) sono stati liquidati cioè cementificati in solo tre ore nella mattinata del 19 Luglio 2010, non avendo ben presente che le decisioni prese in tema urbanistico sono per sempre e che quando si cementifica un metro quadrato di suolo cancellando il verde, questo bene prezioso sarà negato per sempre per i nostri figli e per i figli dei nostri figli.

Sinistra ecologia e libertà ha aspettato circa tre mesi per esprimersi su tale inconcepibile accordo di distruzione di massa del territorio della città di Piacenza, si aspettava un ripensamento, una rettifica o ritrattazione: Nulla.

Il recente accorato appello delle Parrocchie di Borgotrebbia, Infrangibile e S. Antonio è caduto inesorabilmente nel vuoto. Nessuno ha replicato all’esortazione di :” …..La questione ambientale è di vitale importanza……………. è necessario unirsi in modo trasversale, fare pressione su chi ha responsabilità, stanare i cittadini dai propri loculi in cui tentano di sopravvivere magari…. arrabbiarsi un po’  “.

Ecco arrabbiarsi un po’. Noi di SEL eravamo già arrabbiati con quest’amministrazione su come aveva affrontato la questione ambientale a Piacenza cementificando di tutto e di più, salvando solo spazi verdi quando vi erano state sollevazioni popolari e raccolta di firme a sostegno, mai autonomamente e mai come prima ipotesi di sviluppo territoriale.

La recente comunanza di intenti tra l’Amministrazione Comunale e l’Ass. Industriali di procedere inesorabilmente verso la cementificazione totale è stata la decisione di SEL di intervenire pubblicamente su tal enorme scandalo che sta per attuarsi.

Le Aree Militari rappresentano per Piacenza una straordinaria opportunità ed un’immensa ricchezza in termini di aree verdi, immobili di pregio e di archeologia industriale. Una ricchezza pubblica inestimabile e incomparabile per l’intrinseco valore ambientale, urbanistico, culturale, sociale, artistico e turistico.

Sulla destinazione futura di queste immensa ricchezze appartenenti non all’amministrazione pro tempore ma ai cittadini di Piacenza, si è da qualche tempo sviluppato un articolato dibattito con un ampio ventaglio di proposte, progetti e ipotesi per la migliore valorizzazione.

I migliori urbanisti e ambientalisti, architetti e paesaggisti piacentini si sono concordemente espressi da qualche tempo, nessuno escluso,  per la tutela sia del verde che è stato preservato negli anni dai militari dalla speculazione e cementificazione, che dei vari immobili di pregio, uno per tutti l’ex ospedale militare che rinchiude un porticato di rara bellezza architettonica, abbattendo le varie opere murarie di recinzione che ne impediscono la visione e la fruizione da parte della Città.

Purtroppo le attese di molti sono rimaste disattese e ci riferiamo specificatamente a tutti i cittadini che hanno partecipato all’abbraccio ( epocale) del Parco della Pertite e degli oltre 11.000 undicimila firmatari che hanno delegato il Comitato Parco Pertite ( “sedicente comitato”secondo il primo cittadino!!) a rappresentare la loro voglia di un Bosco in Città.

I partiti, tutti i partiti che siedono in comune sia nella maggioranza sia nella minoranza, hanno affidato la Piacenza futura agli immobiliaristi e ai costruttori di case e centri commerciali.

A giustificazione di questo scempio ambientale e urbanistico si racconta la favola che l’acquisizione delle aree sarebbe troppo oneroso per le casse comunali.

A parte l’assurda spesa per un Palazzo uffici che in un momento di crisi globale svuoterà  le casse comunali di oltre cinquanta milioni di euro, basterebbe che tutte le aree fossero destinate, a seguito di una delibera comunale, a verde e a pubblici servizi. In tal modo il valore commerciale sarebbe ridotto a zero.

Il Ministero Difesa non avrebbe più nessun acquirente e sarebbe obbligato a cederli negli anni al Demanio che,  in seguito,  tramite il federalismo fiscale, sarebbe obbligato a cederle  gratuitamente al comune.

Sinistra Ecologia e Libertà dice NO a questa caporetto del comune sentire, delle speranze di tutti di vivere in una città a misura di bambino ( Piacenza CITTA’ DEI BAMBINI UNICEF !!)  e di anziano, di uomini e donne che pensano che si debba interrompere la cementificazione e la scomparsa dell’anima di una città sostituendola con case, palazzi, ville e centri commerciali ( a Piacenza vi sono oltre 8.000 case sfitte, queste non sono sufficienti?).

L’aggravarsi del cambiamento climatico è un fatto indiscutibile, rimanere inattivi non è più possibile. Serve una diversa gestione delle risorse naturali in area urbana, a partire dalle aree verdi e dalla gestione dell’acqua, rafforzando la biodiversità, la presenza di alberature, il recupero e riutilizzo delle acque piovane, andando contro l’esorbitante consumo di suolo che insieme alla polverizzazione del tessuto urbano ha peggiorato le relazioni sociali e le condizioni di vita dei Piacentini.

L’ultimo rapporto sulla qualità delle aree urbane con dati elaborati dall’ Istituto di Ricerche Ambiente Italia, ha evidenziato la scarsa quantità  a Piacenza di estensione pro capite di Verde urbano fruibile, che è risultato pari a 18 metri quadrati per abitante ben lontano dai 30 mq per abitante  previsti dalla legge sugli standard urbanistici e che a Piacenza non saranno mai raggiunti essendo le aree militari le ultime superstiti con una dotazione di verde consistente. La Provincia di Piacenza (Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2009 pubblicato il 30 settembre u.s.) dispone che i comuni possano prevedere di urbanizzare nuovo territorio solo dopo aver dimostrato che non e possibile soddisfare la domanda prevista attraverso interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Perchè il Comune di Piacenza non si attiene a questa diposizione?.

Per quanto riguarda l’assurda proposta di delocalizzare l’ex Arsenale Militare nell’area della Pertite, inserita all’ultimo momento nel progetto di cementificazione, al fine di garantirne l’occupazione (sic), Sinistra Ecologia e Libertà la giudica un maldestro tentativo ( Bocciato dagli stessi lavoratori !) di nobilitare l’assurda  proposta di cementificazione di massa.

Se veramente l’Amministrazione comunale volesse salvaguardare l’occupazione dell’Ex Arsenale e mantenere a Piacenza mille e forse più posti di lavoro dovrebbe commissionare al Politecnico un masterplan sulla logistica militare ( Non solo su progetti immobiliari !! )  per avere convincimenti documentati per un futuro occupazionale certo da presentare al Ministero Difesa.

Nel Manifesto fondativo di Sinistra Ecologia e Libertà un intero paragrafo è dedicato alla partecipazione.

Testualmente “ Libertà è partecipazione”.

A Piacenza la ricerca di partecipazione, coinvolgendo costantemente i cittadini nelle scelte dell’Amministrazione è molto scarsa quasi nulla.( All’ingresso del comune deve esserci una scritta tipo: ”Non disturbate il conducente”.)

Ciò significa che la Libertà dei cittadini, di partecipare e decidere personalmente il proprio futuro, a Piacenza non se la passa troppo bene, essendo ad esclusivo appannaggio della casta politica?

Per avere una Libertà certa bisogna andare solo in edicola?


Antonio Tagliaferri

 


 

Perchè Pertite

COM’È NATA E COME SI EVOLVE L’IDEA DI FARE IL PARCO NELL’AREA MILITARE PERTITE

●    L’area Pertite, un bosco in città

 

piacenza

 

La Pertite è un’ex polveriera militare inglobata nel tessuto urbano  di Piacenza, in Via Emilia Pavese, a circa 600 metri dalle mura rinascimentali che delimitano il centro storico della città.

L’area ha un’estensione  di 270.000 mq, contiene numerosi capannoni  da tempo inutilizzati e in parte diroccati. Tutta la superficie inedificata è, da decenni,  ricoperta da una lussureggiante vegetazione spontanea.

Per questo motivo, nel 1998, nelle analisi del Piano Regolatore  tuttora vigente, la Pertite è stata qualificata da uno dei consulenti del Comune, l’architetto paesaggista Andreas Kipar, come area di particolare pregio ambientale, denominata “bosco in città” e proposta per la destinazione a parco naturale; ma nelle fasi di approvazione del Piano l’area è stata classificata, in un primo tempo, come edificabile e, infine, ne è stata confermata la destinazione  militare (ancora oggi in vigore).

●    La scuola media Calvino propone che la Pertite diventi un parco naturale.

Il 17 aprile 2009 la scuola media Calvino e la scuola elementare De Gasperi di Via Stradella, confinanti con l’area militare Pertite, hanno presentato alla città,  con una mostra di testi e immagini e uno spettacolo presso l’oratorio della Parrocchia della Sacra Famiglia, la proposta di trasformare l’intera area Pertite in un  parco pubblico naturale, compreso in un   più ampio sistema di parchi, destinato a formare   la Cintura Verde della città.

Il lavoro, prodotto nell’ambito del progetto di educazione ambientale, “Adotta un’area verde” che ha coinvolto numerose scuole piacentine, è iniziato nell’anno scolastico 2007-2008. Con le loro   attività didattiche,  gli approfondimenti teorici e pratici e le    elaborazioni multidisciplinari, gli  studenti e le insegnanti delle scuole di Via Stradella hanno adottato l’area Pertite allo scopo di:

Conservare e potenziare  le vaste aree boscate e a prato dell’area, per farne il “bosco in città” di Piacenza;

Recuperare parte delle  costruzioni esistenti per usi pubblici culturali, della memoria, didattici e ricreativi;

Svolgere nell’area manifestazioni pubbliche compatibili con l’ambiente naturale.

●    Il Consiglio Comunale delibera che la Pertite  diventi  area edificabile.

Poche settimane prima, il 19 febbraio 2009, il Consiglio Comunale aveva approvato un documento d’indirizzi per il nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC) che, tra l’altro, prevede che l’ex polveriera “Pertite” di Via Emilia Pavese sia destinata dal Piano a: “ recupero del verde, nuovi quartieri urbani eco-compatibili e funzioni attinenti”.

La destinazione dell’area Pertite all’edificazione  è stata spiegata con la necessità di compensare gli operatori privati che, a proprie spese, sulla base dell’intesa sottoscritta nell’aprile 2008  dal Ministero della Difesa e  dal Comune di Piacenza, avrebbero dovuto costruire,  nella zona industriale della città, un nuovo Polo di mantenimento pesante nord, in luogo di quello esistente nel centro storico,  nonché realizzare interventi di riqualificazione urbana  in alcune aree militari interne alla città, destinate ad essere cedute al Comune. Recentemente, però, è  stata abbandonata l’ipotesi di costruzione di un nuovo Polo di mantenimento pesante e l’intesa Governo-Comune è in fase di revisione.

Nel frattempo sono state  pubblicate sulla stampa locale e su internet numerose  ipotesi progettuali di iniziativa privata per la  riqualificazione urbana delle aree militari.  Pressoché tutte prevedono interventi di nuova edificazione nell’area Pertite. Nessuna prevede che la Pertite sia un parco naturale.

●    Si forma il Comitato per il parco Pertite e inizia la raccolta di firme.

Il 21 maggio 2009 un gruppo di cittadini, dopo aver presenziato allo spettacolo delle  scuole di Via Stradella, ha raccolto la proposta dei ragazzi e, allo scopo di darle concretezza, ha formato un Comitato spontaneo per chiedere all’Amministrazione Comunale di modificare la delibera di indirizzi del PSC e di destinare l’intera area Pertite a parco pubblico. Il Comitato ha, quindi, iniziato una raccolta di firme, nell’intento di  ottenere  l’appoggio di  tutti quei cittadini che non vogliono che,  per fare spazio all’edificazione di nuovi quartieri urbani, scompaia  il bosco in città.

Le firme raccolte da fine maggio ad oggi sono   oltre 6.100. Il Comitato ha anche preso contatto con le quattro Circoscrizioni Comunali, per  proporre ai rispettivi Consigli di aderire all’iniziativa. La Circoscrizione 2, interpellata per prima perché territorialmente competente, si è espressa favorevolmente all’unanimità.

Esaurita l’acquisizione dei pareri  delle Circoscrizioni, il Comitato  chiederà un incontro  all’Amministrazione Comunale per presentare formalmente la proposta, corredata dalle firme e dai pareri raccolti,  di modificare la delibera di Consiglio del 19 febbraio scorso, nel senso di destinare l’area Pertite a parco pubblico e chiederne la cessione gratuita da parte dello Stato. Inoltre, in  un successivo incontro, il Comitato intende presentare le stesse richieste ai parlamentari piacentini. Nel frattempo proseguirà la raccolta di firme, anche con l’organizzazione di iniziative pubbliche.

PERCHE’ IL COMITATO VUOLE IL PARCO ANZICHE’ NUOVI QUARTIERI URBANI  NELL’AREA MILITARE PERTITE

●   A Piacenza vi è carenza di aree verdi pubbliche.

La dotazione di spazi verdi pubblici di Piacenza, in rapporto alla quantità di spazi costruiti,  è tuttora inferiore allo  standard minimo stabilito  dalla legge, in particolare nelle zone più densamente edificate, come quella di via Emilia Pavese; inoltre la qualità dell’aria della città è tra le peggiori della regione.

●   Realizzare il parco nell’area  Pertite migliora la vita di tutti i cittadini, edificarla giova a pochi.

La Pertite già ora, con   la sua  densità arborea e le vaste aree a prato, contribuisce sensibilmente alla  riduzione dell’inquinamento dell’aria e del surriscaldamento e dell’impermeabilizzazione  del suolo della zona; se viene destinata interamente a parco, conserva il suo altissimo valore ambientale e acquisisce un altrettanto grande valore d’uso per l’intera popolazione urbana e per  quella extra-urbana che gravita su Piacenza,  con  molteplici possibilità di utilizzazione  e di svago (anche al coperto, grazie alla presenza di capannoni e tettoie).

Se invece fosse edificata, anche solo in parte,  gli spazi verdi pubblici  realizzati  all’interno del nuovo  quartiere avrebbero superficie, qualità ambientali e possibilità d’uso  incomparabilmente minori rispetto al parco; inoltre ne beneficerebbero i   residenti e gli utenti del nuovo insediamento  mentre tutti gli altri cittadini, e in particolare gli abitanti  delle zone residenziali  circostanti, dense di edifici e di traffico e povere di verde, vedrebbero peggiorare le loro condizioni di vita, a causa dell’aumentato carico urbanistico.

●   Il parco Pertite è una componente  fondamentale della cintura  verde della città.

La Cintura Verde, proposta dalla scuola Calvino, prendendo spunto dalle  indicazioni dell’architetto paesaggista Andreas Kipar, in parte è già esistente,  in parte è  prevista dal vigente Piano Regolatore e può essere integrata con aree contigue. Essa forma un semianello che si estende  dal fiume Trebbia, a ovest, al torrente Nure, a est, lungo il tracciato della tangenziale sud; comprende i parchi e le grandi aree verdi di Montecucco, Galleana, Polisportivo, Madonnina, Farnesiana, Montale; inoltre si sovrappone per un lungo tratto  alla linea esterna delle fortificazioni ottocentesche, ancora parzialmente conservate e, perciò, ha anche un  valore storico-documentario; infine  è  percorsa da piste ciclabili collegate con la città,  con le frazioni e con i fiumi, ad imitazione dei modelli di parchi realizzati e previsti nelle più evolute città europee.

●    Costruire sull’area Pertite non risponde ai bisogni abitativi dei cittadini.

Il patrimonio edilizio della  nostra città è sovradimensionato rispetto agli abitanti e l’espansione del  territorio urbanizzato del Comune sta divorando la campagna in modo sempre più accelerato, come attesta lo stesso documento di indirizzi per il PSC approvato dal Consiglio Comunale.

Dal 1861 ad oggi la popolazione è aumentata di 2,5 volte e negli ultimi 30 anni si è stabilizzata, mentre  il territorio urbanizzato è aumentato di quasi 10 volte e   continua a crescere.

●    Il modello di sviluppo eco-compatibile  per tutti è : parchi e recupero edilizio

La previsione di “nuovi quartieri urbani eco-compatibili e funzioni attinenti”, quindi, non è determinata da un  fabbisogno della popolazione, ma dalla domanda di aree edificabili proveniente dal mercato immobiliare. La realizzazione nell’area Pertite dei nuovi quartieri e dei relativi spazi pubblici (verde, parcheggi e strade) andrebbe a vantaggio degli operatori coinvolti nella trasformazione urbanistica, nonché dei residenti e degli utenti dell’insediamento, ma  sottrarrebbe questo grande polmone verde alla città e provocherebbe l’aumento della densità edilizia, del traffico e dell’inquinamento atmosferico della zona.

Invece la destinazione a parco naturale  tiene conto del valore naturalistico e paesaggistico  dell’area, risponde alle esigenze espresse da numerosissimi cittadini e alle oggettive carenze di verde urbano, in particolare di parchi; valorizza le abitazioni  circostanti l’area militare, migliora la qualità ambientale, paesaggistica e fruitiva della  zona e dell’intera città.

Se fare riqualificazione urbana significa rendere più bella e vivibile la città, allora gli interventi necessari a Piacenza non sono quelli che costruiscono sulle  ultime aree libere rimaste,  ma quelli che  rivitalizzano la città esistente: il  centro storico,  la periferia, le frazioni, mediante il  recupero dell’immenso patrimonio edilizio inutilizzato o sotto-utilizzato,  l’adeguamento energetico degli edifici,  il potenziamento e la riqualificazione del verde, dei servizi e degli spazi pubblici, della rete commerciale minuta e del sistema della mobilità ciclo-pedonale e ferro-tranviaria, come da tempo si è iniziato a fare nelle più  evolute città europee.

OTTENERE LA RESTITUZIONE DELL’AREA MILITARE  PERTITE A TITOLO GRATUITO  O A UN PREZZO SIMBOLICO

E’ un atto di riconoscimento  del valore storico e sociale della massiccia e  plurisecolare  presenza militare in città, presenza che è stata per molti piacentini fonte di lavoro, ma anche causa di gravi  danni materiali, della perdita  di  vite umane, in particolare proprio nella  Pertite.

Negli anni recenti questa presenza, con la caduta in disuso delle aree militari,  si è tramutata in un’oggettiva sottrazione alla città di spazi di grande valore urbanistico.

La proposta di restituzione gratuita, nel caso particolare della Pertite, si fonda, altresì:

Sulla vocazione  dell’area a diventare un parco per il suo indiscutibile pregio ambientale e storico-documentario, che ne comporta l’inedificabilità;

Sulla sua  condizione di bene demaniale dello Stato, la cui cessione al Comune non implica necessariamente una compravendita, ma può avvenire mediante un semplice accordo o convenzione tra enti;

Sul fatto che è venuto meno uno dei presupposti  su cui era impostato l’accordo di permuta fra Stato e Comune: ripagare con la “valorizzazione” delle  aree militari dismesse la spesa (220-250 milioni) per la costruzione del nuovo Polo.

DECIDERE SULLA PERTITE  CON LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI

L’ultimo capoverso del  documento di indirizzi per il PSC, approvato dal Consiglio Comunale il 19 febbraio scorso, recita:

Prevedere per tutte le fasi di costruzione del PSC, a partire dalla discussione degli indirizzi in corso, procedimenti partecipativi tipo “Agenda 21”, per coinvolgere tutte le forme associative e i singoli cittadini, secondo criteri di corretta informazione e trasparenza delle decisioni da una parte, ed educazione alla conoscenza del proprio territorio dall’altra. Può a ciò contribuire anche il raffronto con altre esperienze italiane ed europee.

È  evidente che, per poter incidere sulle decisioni definitive, i processi partecipativi previsti dalla delibera devono essere svolti nella fase di formazione delle diverse opzioni  urbanistiche e non dopo. Nel caso delle aree militari, però, il documento di indirizzi stabilisce già le future destinazioni, precorrendo inopinatamente le analisi e le scelte del PSC e senza che siano stati attivati, preventivamente, momenti di informazione e consultazione.

Finora le notizie, le opinioni e le proposte sul destino delle aree militari, e della Pertite in particolare, sono state diffuse esclusivamente dai mezzi di informazione e, per quanto si è potuto apprendere tramite  gli organi di stampa, la sorte  dell’area Pertite e delle altre aree militari sarà decisa dal Comune  prendendo spunto  dalle sollecitazioni e dalle “suggestioni” progettuali degli operatori immobiliari e delle costruzioni, nonché dalle indicazioni  tecniche del “masterplan” in corso di redazione ad opera del Politecnico, di cui i cittadini conosceranno solo l’esito finale.

Ma le  scelte sulla destinazioni  d’uso delle aree militari e dell’area Pertite incideranno  in modo rilevante sulle  condizioni di vita degli abitanti di   Piacenza !

Per questi motivi  il Comitato per il Parco Pertite  chiede, anche a nome di tutti i  cittadini che hanno sottoscritto l’istanza di destinazione  dell’area a parco, che nella formazione delle scelte   del Comune e dello Stato sul futuro uso dell’area Pertite sia coinvolta tutta la cittadinanza, affinché le Amministrazioni illustrino  i propri intendimenti e i cittadini, organizzati e non, possano a loro volta  manifestare le proprie esigenze d’interesse generale, in modo che  le Istituzioni ne apprezzino la fondatezza e l’ampiezza e, nel formulare i propri atti e accordi, tengano nel debito conto le aspettative dei loro amministrati.

PIACENZA, 12 OTTOBRE 2OO9

IL COMITATO PER IL PARCO PERTITE

 

 


 

Il futuro della Pertite

Le nostre parrocchie  per un bosco in città


Della questione ambientale si fa sempre un gran parlare, ma pochi sono i fatti almeno qui da noi (pensiamo alle enormi difficoltà nel mettere in piedi il Parco Fluviale del Trebbia, ostacolato dalla inevitabile maledizione dei politici piacentini che quando arrivano a responsabilità provinciali, regionali o nazionali sembrano dimenticarsi della città da cui provengono…).

In effetti un bosco ci mette anni a crescere e le elezioni arrivano sempre prima di qualche risultato ambientale… Si fa prima a cementificare, a mettere cartelloni, a fare rumore con gli amplificatori.

Ci rendiamo conto che gli amministratori pubblici, spesso uomini e donne che hanno intrapreso l’impegno in politica con rette intenzioni e buona volontà, devono poi mediare, scendere a compromessi che vanno a cozzare contro gli stessi ideali di partenza, indotti da strettoie burocratiche paurose, ricattati da potentati economici che, qualunque colore rivestano, come sempre vogliono mettere le mani sulla città.

E’ uno dei motivi per cui a Messa preghiamo sempre per gli amministratori delle cose pubbliche…

Non apparteniamo alla cosiddetta categoria delle “anime belle”, capiamo benissimo che ci sono in ballo posti di lavoro, interessi di altre amministrazioni… ma il compromesso stavolta deve scendere a favore della qualità della vita di tutti e non dei privilegi di pochi.

E non ci si dica che mancano risorse per riscattare quest’area… quando si sprecano fior di milioni per operazioni spesso molto discutibili e non certo di primaria importanza.

Pensiamo che sia urgente fare una scelta: le nostre Comunità Parrocchiali hanno deciso già da un po’ di tempo di stare dalla parte di quelli che (apparentemente) non contano: perché non hanno cultura, dialettica, forza, giovinezza, salute, soldi…

Dentro questa ottica la questione ambientale è di vitale importanza insieme all’emergenza educativa. Purtroppo, impegnare risorse in questa direzione non dà un tornaconto immediato, ma ripaga abbondantemente nei tempi più lunghi.

Per poter far passare questa battaglia è necessario unirsi in modo trasversale, fare pressione su chi ha responsabilità, stanare i cittadini dai propri loculi in cui tentano di sopravvivere e magari… arrabbiarsi un po’.

La questione del “bosco in città” è una tappa dell’inevitabile scontro tra il bene e il male, tra l’interesse di una parte e il bene di tutti.

Perché non cominciare a chiedere a chi ha avuto la nostra delega rappresentativa interventi concreti perché si possa realizzare il Bosco in Città? (basta parole, per carità!).
Così magari potremo regolarci meglio la prossima volta che dovremo scegliere chi ci amministrerà.
Le parrocchie della Sacra Famiglia (Infrangibile), Santi Angeli Custodi (Borgotrebbia) e Sant’Antonio Abate (Sant’Antonio a Trebbia) – Unità Pastorale n° 3 – Piacenza
20/09/2010

 

(il ritaglio di giornale non è pubblicabile causa bassa risoluzione)

 

Bellissima

Appassionante  e emozionante lettera  delle Parrocchie che  difendono  il  LORO/NOSTRO Bosco in Città

NON SIAMO SOLI

 

Perorare

 

 

abbraccio-panoramico-piacenza-sera.it-2

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