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Energia, ‘Governo fuori rotta in Europa sul cambiamento climatico?’

“Il Governo Renzi è impegnato a dare ai quotidiani segnali di cambiamento al Paese su molte questioni. Sin qui però la voce dell’Esecutivo risulta molto debole sulla lotta al cambiamento climatico”.

 

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Energia. Greenpeace, WWF, Legambiente e Kyoto Club: Governo fuori rotta in Europa sul cambiamento climatico?

Il Governo Renzi è impegnato a dare ai quotidiani segnali di cambiamento al Paese su molte questioni. Sin qui però la voce dell’Esecutivo risulta molto debole sulla lotta al cambiamento climatico, in contrasto con il ruolo di priorità che la questione sta assumendo nell’agenda politica internazionale. Un comunicato congiunto di Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e WWF.

“Il Governo Renzi è impegnato a dare ai quotidiani segnali di cambiamento al Paese su molte questioni. Sin qui però la voce dell’Esecutivo risulta molto debole sulla lotta al cambiamento climatico, in contrasto con il ruolo di priorità che la questione sta assumendo nell’agenda politica internazionale. Anzi, e peggio: si hanno segnali contrastanti e frammentari da più componenti del Governo, che lasciano intendere come non vi sia nessuna strategia condivisa e come il tema non sia una priorità per questa maggioranza”.
Ad esprimersi così, oggi, sono Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club, WWF commentando l’intervento del viceministro De Vincenti nell’audizione congiunta davanti alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla green economy. Il viceministro ha infatti espresso il favore del Governo per un singolo target europeo, in materia di energia e clima, che prevederebbe la sola riduzione delle emissioni di gas serra.

Ma un solo target non basta e nessuna misura di protezione del clima può ritenersi efficace senza impegni vincolanti per la crescita delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Peraltro, questa posizione risulta di retroguardia rispetto agli ultimi sviluppi del dibattito sulla sicurezza energetica, in particolare sull’efficienza energetica.

Ora che USA e Cina stanno finalmente prendendo provvedimenti contro il cambiamento climatico, l’UE non può tirarsi indietro e deve continuare ad avere una posizione di leadership. Non è ammissibile che l’Italia, futura presidente dell’Unione, prenda posizioni contro obiettivi precisi e obbligatori sulle rinnovabili e l’efficienza energetica, che devono essere i due pilastri della politica energetica futura dell’UE.

“Alla vigilia dell’inizio del semestre di presidenza italiano, verificare una posizione così conservatrice da parte del nostro Governo è sconsolante. Pare si voglia giocare una partita di retroguardia e non comprendiamo il perché, dal momento che il nostro Paese in materia di rinnovabili può vantare un primato industriale. Anche il Parlamento europeo si è già espresso in favore di target vincolanti anche per rinnovabili ed efficienza. Vorremmo che il nostro Governo linea partisse da quella posizione. Come annunciato dal presidente Renzi nel Consiglio Europeo di marzo, il nostro turno di Presidenza UE deve avere un profilo e un impegno forte per la salvaguardia del clima e la trasformazione del nostro sistema energetico”, hanno concluso le associazioni.

Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e WWF.

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