“In missione per conto della biodiversità”


Cypripedium calceolus, Adonis distorta, Androsace mathildae, Iris marsica, Astragalus aquilanus, Klasea lycopifolia e Jacobaea vulgaris: sono queste le sette specie di fiori bellissimi e fragili tipici dell’Appennino abruzzese, che potrebbero sparire a causa dell’impatto antropico. Sette specie di fiori oggetto del progetto Floranet Life per la salvaguardia delle specie vegetali di interesse comunitario.

 

Roma, 7 dicembre 2017 Comunicato stampa

In missione per conto della biodiversità

Riduzione dell’impatto turistico, informazione e sensibilizzazione dei visitatori, protezione delle piante esistenti attraverso la creazione di sentieri dedicati

I Parchi della Majella, Abruzzo Lazio e Molise e Sirente Velino insieme per Floranet life, il progetto di salvaguardia e valorizzazione delle specie vegetali di interesse comunitario presenti nei Parchi Naturali dell’Appennino Abruzzese

Cypripedium calceolus, Adonis distorta, Androsace mathildae, Iris marsica, Astragalus aquilanus, Klasea lycopifolia e Jacobaea vulgaris: sono queste le sette specie di fiori bellissimi e fragili tipici dell’Appennino abruzzese, che potrebbero sparire a causa dell’impatto antropico. Sette specie di fiori oggetto del progetto Floranet Life per la salvaguardia delle specie vegetali di interesse comunitario, cofinanziato dalla Commissione Europea, che vede tra i partner il Parco Nazionale della Majella (capofila), il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Naturale Regionale Sirente Velino, insieme a Legambiente e all’Università di Camerino.

Per tutelare i “magnifici sette” e favorire la loro propagazione, da luglio 2016 (inizio del progetto) ad oggi, sono stati realizzati diversi interventi: numerosi rilievi per la raccolta dei dati sui popolamenti delle specie nei tre parchi coinvolti, la predisposizione di un geodatabase da parte dell’Università di Camerino, un protocollo di ricerca con l’Università di Napoli per lo svolgimento di analisi citogenetiche sulla specie Iris marsica, ma non solo. Per tutelare concretamente le specie più a rischio sono stati predisposti appositi sentieri con lo scopo di informare adeguatamente i turisti sulla rarità e sul rischio di estinzione delle specie target del progetto.

“Oltre un quinto del totale delle specie presenti nel nostro Paese sono a rischio di estinzione – ha dichiarato il responsabile del progetto Oremo Di Nino -. Lo straordinario patrimonio di biodiversità che caratterizza l’Italia è spesso minacciato dalle attività antropiche, dal turismo, dallo sfruttamento delle nostre risorse, e se in passato sono stati realizzati progetti condivisi tra realtà diverse per la protezione di particolari specie di animali, questa è la prima volta che tre Parchi si uniscono per tutelate delle specie botaniche a rischio. Oltre alle attività dedicate alla propagazione delle specie, per aumentare la sensibilità nei confronti delle specie target del progetto, tutti insieme lavoreremo con l’obiettivo di realizzare una adeguata formazione nelle scuole e per diffondere una corretta informazione tra i turisti e nelle comunità locali”.


Per garantire la propagazione dei fiori è iniziata anche la raccolta semi di tutte le specie (Astragalus aquilanus, Adonis distorta, Androsace mathildae, Iris marsica e Cypripedium calceolus) e dei rizomi di Iris marsica utilizzati per la riproduzione vegetativa delle piante.

Il progetto ha coinvolto anche l’Università della Tuscia di Viterbo per una convenzione mirata alla micropropagazione delle specie Adonis distorta, Androsace mathildae e Cypripedium calceolus, mentre le attività vivaistiche sono seguite dal Giardino Botanico di Sant’Eufemia a Maiella.

Queste attività hanno ottenuto già notevoli risultati, con la riproduzione di Iris marsica proveniente da materiale vegetativo delle popolazioni localizzate nelle tre aree protette (520 piantine) e di Klasea lycopifolia (oltre un centinaio) ottenute da semi raccolti nel Parco Regionale Sirente Velino.

Per garantire un futuro fruttuoso ai “magnifici sette” ci si è avvalsi anche della Banca del germoplasma del Parco Majella con il supporto dell’Università degli Studi dell’Aquila, con la quale è stato siglata una convenzione quadriennale per lo svolgimento delle prove di germinazione. Al momento tutte le specie target sono state fatte germinare con successo anche se gli obiettivi sono stati raggiunti solo per l’Astragalus aquilanus, la Klasea lycopifolia e la Jacobea vulgaris.

Tra le specie più delicate, la Scarpetta di venere (Cypripedium calceolus) per la quale, grazie alla fecondazione manuale, si è ottenuto un leggero aumento della fruttificazione: una azione fondamentale per permettere una riproduzione da seme, l’unica in grado di assicurare un futuro a questa pianta delicata.

Le azioni di Floranet Life, condotte dai tre parchi dell’Appennino Abruzzese proseguiranno ancora per i prossimi tre anni, per assicurare alle nostre montagne primavere fiorite e ricche di biodiversità.

www.floranetlife.it

www.legambiente.it

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