“L’altra faccia delle integrazioni Terna S.p.A.”

Terna S.p.A. avrebbe apportato modifiche sostanziali al progetto “Razionalizzazione della rete AT nella Val Formazza” e “Interconnector Svizzera – Italia” considerando le istante/osservazioni prodotte nel 2017 da cittadini ed Enti Locali coinvolti nella costruzione dell’opera? Pubblichiamo la lettera giunta in redazione.

 

A TUTTI I MASS MEDIA
Alla cortese attenzione dei sig.ri DIRETTORI

COMUNICATO STAMPA

Egregi Direttori,
aperta parentesi; chi scrive è un tecnico, perito di parte, che nella Regione Abruzzo per difendere i diritti e gli interessi delle persone che rappresentava ed in parte ancora rappresenta, coinvolte nella costruzione dell’elettrodotto ad altissima tensione 380 kV in doppia terna “Villanova – Gissi” è stato, tra il 2014 ed il 2015, decine e decine di volte denunciato penalmente e citato in causa per 46 volte dalla multinazionale Terna S.p.A. con una richiesta di risarcimento danni in ogni atto di citazione superiore a 20 milioni di Euro per un totale pari a circa Euro 936.897.665,00.

Mentre i procedimenti penali, aperti su denuncia della multinazionale, sono stati tutti archiviati, le 46 milionarie cause civili sono arrivate, tra il 2016 ed il 2018, tutte a sentenza e quattro giudici diversi hanno condannato Terna S.p.A. per 46 volte (5 condanne emesse dal Tribunale civile di CHIETI e 41 emesse condanne dal Tribunale civile di LANCIANO) (All. 1) al pagamento delle spese di lite per un totale che supera i 400.000,00 Euro, cifra dimezzata dai Giudici su richiesta dei difensori di Terna S.p.A. in considerazione della serialità (???) dei contenziosi (dimezzamento di più di 800.000,00 Euro e serialità ancora tutti da capire); senza dilungarci nelle proprie vicissitudini che possono essere eventualmente verificate e/o approfondite attraverso la rete https://www.facebook.com/groups/345279498973605/  chiusa parentesi.

Non potevano, pertanto, passare inosservate al sottoscritto, intervenuto su invito del Comitato “Salviamo il Paesaggio Valdossola” durante il periodo “marzo – aprile 2017” per presentare osservazioni avverso l’integrazione documenti da parte di Terna S.p.A. per la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto “Razionalizzazione della rete AT nella Val Formazza” e “Interconnector Svizzera – Italia”, le controdeduzioni fatte dalla multinazionale in questione, al proprio elaborato (All. 2), controdeduzioni allegate alle nuove integrazioni attraverso il documento “Razionalizzazione rete AT nella Val Formazza e Interconnector Italia – Svizzera Allegato 3 – Controdeduzioni alle osservazioni pervenute” codifica RERX10004BIAM02637 del 24/05/2018 pag. 23/26 (All. 3).

Le osservazioni redatte dal sottoscritto il 07 aprile 2017 a seguito dell’esame della documentazione integrativa prodotta a febbraio 2017 da Terna S.p.A. al progetto “razionalizzazione della rete AT nella Val Formazza” e “Interconnector Svizzera – Italia”(All. 2) composte da 44 pagine concludono, in relazione alle varie tematiche prese in considerazione, nel modo seguente:

A) VALUTAZIONE IMPATTO PAESAGGISTICO;

(…) in relazione all’impatto ambientale e paesaggistico il progetto peggiorerà notevolmente l’attuale situazione perché a fronte di 218,8 km di nuove linee elettriche aeree con l’installazione di n. 721 sostegni saranno dismesse 176 km di linee elettriche aeree esistenti con un totale di 609 relativi sostegni, di conseguenza si avrà un incremento di linee elettriche ad alta tensione pari a + 42,8 km con un aumento di sostegni pari a + 112.

Se si considera inoltre che le seguenti nuove linee elettriche aeree:
– Elettrodotto DT 380 kV All’Acqua – Pallanzeno e 220 kV All’Acqua – Ponte per una lunghezza di 6.347 metri ed un numero di sostegni pari a 19;

– Elettrodotto ST 220 kV All’Acqua – Ponte per una lunghezza di 4.097 metri ed un numero di sostegni pari a 14;

– Elettrodotto ST 220 kV Ponte – Verampio per una lunghezza di 26.730 metri ed un numero di sostegni pari a 79;

nonché le seguenti linee elettriche aeree da demolire:

– Linea ST 220 kV T.220 Ponte V.F. – All’Acqua per una lunghezza di 10.006 metri ed un numero di sostegni pari a 43;

– Linea 220 kV T.221 Ponte V.F. – Verampio per una lunghezza di 18.501 metri ed un numero di sostegni pari a 71;

– Linea 220 kV T.222 Ponte V.F. – Verampio per una lunghezza di 11.570 metri ed un numero di sostegni pari a 37;

– Linea ST 132 kV T.427 Ponte – Fondovalle per una lunghezza di 4.548 metri ed un numero di sostegni pari a 27;

– Linea ST 132 kV T.426 Morasco – Ponte per una lunghezza di 2.774 metri ed un numero di sostegni pari a 15;

sono opere che si sarebbero già dovute realizzare in relazione all’impegno preso con la Regione Piemonte a fronte della costruzione della linea 380 kV tra S.E. di Trino (VC) e di LACCHIARELLA e che non hanno nulla a che vedere con il progetto “Interconnector Svizzera – Italia” pertanto devono essere sottratte allo stesso, abbiamo, salvo errori, un aumento di linee elettriche aeree per una totale lunghezza pari a:

(218,8 – 6,347 – 4,097 – 26,73) – (176 – 10,006 – 18,501 – 11,57 – 4,548 – 2,774) = 181,626 – 128,601 = + 53,025 km

ed un aumento di sostegni pari a:

(721 – 19 – 14 – 79) – (609 – 43 – 71 – 37 – 27 – 15) =
= 609 – 416 = + 193

B) LOCALIZZAZIONE DELLE OPERE PER EVITARE QUALSIASI SQUILIBRIO IDROGEOLOGICO NEGLI AMBITI INTERESSATI;

(…) La documentazione allegata al procedimento VIA, sopra esposta, non appare esaustiva perché le indagini geologiche, geotecniche e idrogeologiche di dettaglio non sono state fatte e/o completate ma vengono rinviate al progetto esecutivo e/o ad esecuzione dell’opera. All’attualità non è possibile verificare le soluzioni tecniche che si dovranno adottare per evitare qualsiasi squilibrio idrogeologico negli ambiti interessati.

Si evidenzia inoltre che le caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi (con particolare riguardo a quelli alluvionali dei Fiumi Toce, Rio di Anzola e del Torrente Strona) non risultano avere il dettaglio necessario per comprendere le modalità con le quali, nel corso delle attività di perforazione e di esecuzione delle fondazioni, sono stati previsti l’insorgenza del rischio di diffusione delle sostanze inquinanti (es. tra acquiferi di profondità diversa) e l’alterazione della permeabilità complessiva delle formazioni litologiche interessate.

Il sottoscritto, nel rilevare che persiste, in violazione delle Norme Tecniche di Attuazione del Vigente Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), una grave carenza nella documentazione progettuale relativa alle verifiche già evidenziate, manifesta la necessità che tale criticità trovi adeguati oggettivi chiarimenti in assenza dei quali si ritiene che il progetto non possa ottenere l’autorizzazione VIA se non con una serie infinita di prescrizioni rischiando di ripetere quanto accaduto nella Regione Abruzzo dove l’opera denominata “Elettrodotto a 380 kV in doppia terna, Villanova – Gissi e opere connesse” è stata realizzata in violazione del Decreto di Autorizzazione e delle propedeutiche prescrizioni impartite con il relativo Decreto VIA.

C) VALUTAZIONE COSTI – BENEFICI;

Per quanto attiene l’impatto delle opere in progetto, la società Terna nelle controdeduzioni alle osservazioni del Comune di Montecrestese e Comitato Mo.N.Te. (rif. Documento “Controdeduzioni alle osservazioni pervenute” RERX10004BIAM0220 del 01/12/2016 pag. 21 e 22/71) dichiara: (…) la corretta scelta del tracciato ha permesso l’allontanamento delle linee dai centri abitati, centri storici, strade panoramiche, piste ciclabili ecc. ecc.. A discapito di aree meno fruite con una visibilità circoscritta ad utenza di nicchia e con caratteristiche tali da rendere, l’impatto delle opere accettabile (?)

(…).Rimane estremamente difficile, dalla lettura degli elaborati allegati al procedimento VIA, capire da dove si possa dedurre oggettivamente che l’impatto delle opere può definirsi accettabile.

Nel progetto non risulta essere stata fatta alcuna valutazione COSTI – BENEFICI dalla quale si potrebbe dedurre oggettivamente l’accettabilità dell’opera da parte dei territori interessati alla costruzione della stessa.

Viene da chiedersi: in virtù di quale fondato motivo o vantaggio un abitante delle zone interessate dalla costruzione delle opere, a partire dalla Val D’Ossola fino ad arrivare al Comune di Settimo Milanese, dovrebbe accettare/sottostare ad un personale sacrificio con indubbio detrimento del proprio habitat?

Detrimento causato:
1. dall’inevitabile peggioramento delle seguenti caratteristiche posizionali estrinseche:
 Centralità dell’ubicazione dell’immobile rispetto al centro urbano. Livello dei collegamenti e del servizio dei trasporti;
 Presenza di attrezzature collettive (scuole, mercati, edifici pubblici ecc.) a distanza pedonale;
 Qualificazione dell’ambiente esterno. Idoneità insediativa. Previsioni di peggioramenti o miglioramenti ambientali;
 Livello di inquinamento ambientale. Presenza di verde pubblico o privato;
 Disponibilità di spazi pubblici o privati utilizzabili a parcheggio.

2. dall’inevitabile peggioramento delle seguenti caratteristiche posizionali intrinseche:
 Caratteristiche di panoramicità;
 Caratteristiche di prospicienza e di luminosità.

3. dall’inevitabile peggioramento delle seguenti caratteristiche produttive:
 Suscettibilità di trasformazioni, adattamenti e modifiche di destinazione.

(…) potrebbe essere accettato a fronte di un indubbio vantaggio inerente la cura della salute pubblica ma nel caso del progetto in esame, all’attualità, non ne vedo il motivo di accettazione e, comunque, ammesso e non concesso che gli impianti siano veramente necessari per il bene della collettività, per raggiungere questo lodevole scopo non si può danneggiare la singola persona ma la stessa dev’essere opportunamente risarcita dal punto di vista patrimoniale e morale.

D) VALUTAZIONE CONSUMO DEL SUOLO/IMPATTO AMBIENTALE;

(…) Si evince inoltre che in merito al minor consumo di suolo che si avrebbe nell’utilizzo dei sostegni monostelo tubolari, appare alquanto rocambolesca la spiegazione data dalla società Terna tant’è che nella relazione paesaggistica (rif. documento REAR10004BSA00339_01 pag. 292/415) si legge:

(…) La progettazione preliminare delle opere ha previsto l’impiego di sostegni a traliccio di tipo tradizionale ed è stata valutata l’opportunità di impiegare sostegni tubolari monostelo (considerati “di tipo compatto”), laddove le caratteristiche tecniche relative al tracciato della linea ed orografiche del terreno ne permettessero l’impiego, nonostante tale tipologia di sostegni comporti un incremento dei costi di realizzazione dell’infrastruttura, rispetto ad un sostegno convenzionale.
Questi ultimi permettono infatti di ridurre da circa 10 a 2,5 m la base del traliccio, con un notevole risparmio in termini di sottrazione di suolo, ma per contro le ridotte prestazioni meccaniche ne limitano fortemente il campo di utilizzazione (campate brevi, ridotti angoli di deviazione di linea, ridotti dislivelli): per tali ragioni non è possibile adottare tale tipologia di sostegno in tutti i casi.
La società proponente, per imprecisati motivi, dimentica che la base di fondazione del sostegno monostelo tubolare, come si evince dalla figura di seguito riportata (rif. documento REAR10004BSA00339_01 pag. 326/415), è costituita da due dadi uno sovrastante l’altro di dimensioni circa, il dado superiore 4,40 x 4,40 m mentre il dado inferiore 10,00 x 10,00 m.
tant’è che nei capitoli successivi nuovamente si contraddice dichiarando, per quanto attiene i sostegni a traliccio (rif. Fondazioni superficiali sostegni a traliccio – fondazioni a plinto con riseghe tipo CR Pag 323 di 415):

(…) Predisposti gli accessi alle piazzole per la realizzazione dei sostegni, si procede alla pulizia del terreno e allo scavo delle fondazioni. Ognuna delle quattro buche di alloggiamento della fondazione è realizzata utilizzando un escavatore ed ha dimensioni di circa 3×3 m con una profondità non superiore a 4 m, per un volume medio di scavo pari a circa 30 mc; una volta realizzata l’opera, la parte che resterà in vista sarà costituita dalla parte fuori terra dei colonnini di diametro di circa 1 m .

(…). e, di contro, per quanto attiene i sostegni monostelo tubolari (rif. Fondazioni superficiali sostegni monostelo Pag 326 di 415):

(…) Predisposti gli accessi alle piazzole per la realizzazione dei sostegni, si procede alla pulizia del terreno e allo scavo delle fondazioni. La buca di alloggiamento della fondazione è realizzata utilizzando un escavatore ed ha dimensioni di circa 8×8 m con una profondità non superiore generalmente a 3 m, per un volume medio di scavo pari a circa 190 mc; una volta realizzata l’opera, la parte che resterà in vista sarà costituita dalla sola parte superiore della flangia di raccordo con il sostegno metallico

Risulta pertanto che la quantità di consumo del suolo ascrivibile all’installazione di un sostegno monostelo tubolare è pari a circa: 10,00 x 10,00 = 100,00 mq,

mentre quella ascrivibile alla costruzione di un sostegno a traliccio, come si evince dalla figura di seguito riportata (rif. documento REAR10004BSA00339_01 pag. 323/415), è pari a 3,70 x 3,70 x 4 = 54,76 mq.

La differenza di consumo di suolo per ogni sostegno costruito risulta così pari a circa:

100,00 mq – 54,76 mq = + 45,24 mq

che moltiplicata per il numero dei sostegni monostelo previsti, n. 284, porta ad un maggiore consumo di suolo pari a:

45,24 mq x 284 = + 12.856 mq

che unitamente al consumo di suolo stimato per le costruzioni delle 2 stazioni di conversione (23 ettari) portano ad un incremento di consumo del suolo rispetto all’attuale situazione, solo per la realizzazione delle opere sopra considerate, pari a circa:

230.000 mq + 12.856 mq = + 242.856 mq

Per quanto sopra esposto, si constata nuovamente un oggettivo peggioramento delle condizioni paesaggistiche/ambientali delle zone interessate alla costruzione delle opere in progetto con conseguente consumo di risorse ed inevitabile aumento dell’inquinamento.

Alla luce delle suddette considerazioni si osserva inoltre che rimane abbastanza incomprensibile, per quanto attiene la valutazione dell’impatto ambientale delle opere considerate nel progetto in esame, così come in fase di autorizzazione VIA di tanti altri impianti quali l’elettrodotto Villanova – Gissi, il Sorgente – Rizziconi ecc. ecc., il non utilizzo e/o non considerazione del metodo afferente la valutazione del ciclo di vita LCA “Life cycle assessment”.

La valutazione del Ciclo di Vita fa parte dei nuovi strumenti metodologici, messi a punto negli ultimi anni, per rendere ecosostenibili le attività umane, sviluppando soprattutto interventi di natura preventiva.

La definizione, formalizzata nella ISO 14040 (UNI EN ISO 14040.1998) è la seguente: “è un procedimento oggettivo di valutazione di carichi energetici ed ambientali relativi ad un processo o un’attività, effettuato attraverso l’identificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati dell’ambiente. La valutazione include l’intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo l’estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale”.
LCA è un metodo utile per comparare gli aspetti ambientali di prodotti specifici come autorizza il paragone ecologico di due o più prodotti (es. traliccio – monostelo tubolare) fatti di materie prime diverse e/o simili ma usati per gli stessi scopi.
I risultati, di uno studio di LCA comparato, auspicabile e ad avviso del sottoscritto da rendere obbligatorio in tutti i progetti a rilevante impatto ambientale come quello in esame, provvedono a fornire dati utili ed incontrovertibili nella fase decisionale di selezione ambientalmente compatibile di materie prime, prodotti, produzione e scelte tecniche.

E) ANALISI DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO;

(…) A differenza di quanto sopra esposto, come si evince dalle tabelle in avanti riportate che riassumono le analisi eseguite e che riportano: con riquadro rosso i valori in rosso che superano le CSC; con riquadro rosso i valori che superano le CSC evidenziati nelle analisi ma non riportati nelle rispettive tabelle e con riquadro blu i valori che superano le CSC ma non considerati; dalla lettura dei risultati delle analisi si rileva che non sono stati presi in considerazioni i seguenti campioni che comunque esulano dai limiti di accettabilità previsti dal D.L. 03/04/06 n. 152 TITOLO V All. 5 – 1A siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale pubblicato su SO N.96 GU N.88 DEL 14/04/2006:

(…)
Alla luce delle sopracitate evidenti discrasie si ritiene che le analisi riportate nella relazione “Piano preliminare di gestione delle terre e rocce da scavo” (rif. Documento RERX10004BIAM2205 del 16/12/2016) debbano essere oggetto di necessari approfondimenti e verifiche.

CONCLUSIONE

Per tutte le ragioni sopra esposte, a parere del sottoscritto, il progetto in esame, esclusa la “razionalizzazione della rete AT nella Val Formazza” (derivante dall’impegno preso con la Regione Piemonte a fronte della costruzione della linea 380 kV tra S.E. di Trino (VC) e di LACCHIARELLA e che non ha nulla a che vedere con il progetto “Interconnector Svizzera – Italia), salvo l’auspicabile bocciatura per evidenti insormontabili criticità, dev’essere oggetto di approfondite riflessioni, considerazioni e necessarie integrazioni perché per quanto attiene le tematiche importanti quali:

A) VALUTAZIONE IMPATTO PAESAGGISTICO;

B) LOCALIZZAZIONE DELLE OPERE PER EVITARE QUALSIASI SQUILIBRIO IDROGEOLOGICO NEGLI AMBITI INTERESSATI;

C) VALUTAZIONE COSTI – BENEFICI;

D) VALUTAZIONE CONSUMO DEL SUOLO/IMPATTO AMBIENTALE;

E) ANALISI DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO;
appare a dir poco carente, non esaustivo e spesso contraddittorio.

La Società Terna S.p.A. il 24/05/2018 a distanza di più di un anno controdeduce con il documento sopra citato “Integrazione del 31/05/2018 – Controdeduzioni osservazioni” RERX10004BIAM02637 a pag. 23/26 (All. 2) con le seguenti quattro righe:

(…) L’osservante lamenta la non esaustività della documentazione presentata in ordine alle tematiche di cui all’oggetto. La scrivente, viceversa, ritiene di aver formulato per tali tematiche le analisi e gli approfondimenti adeguati a consentire l’espressione dei pareri agli organi competenti.

Incredibile ma vero, la società Terna S.p.A. ritiene di aver formulato per le tematiche sopra esposte, le analisi (quali ???) e gli approfondimenti (quali ????) adeguati a consentire l’espressione dei pareri agli organi competenti (???).

E’ evidente che quanto dedotto è fondato e veritiero talmente tanto che la società Terna S.p.A. non è stata in grado, in nessun modo, di controdedurre puntualmente a tutte le osservazioni fatte pertanto, fermo restando le ulteriori osservazioni che saranno prodotto entro il 17 agosto 2018, a maggior ragione si ribadisce che:

il progetto in esame, salvo l’auspicabile bocciatura per evidenti insormontabili criticità, dev’essere oggetto di approfondite riflessioni, considerazioni e necessarie integrazioni perché per quanto attiene le tematiche importanti quali:

A) VALUTAZIONE IMPATTO PAESAGGISTICO;

B) LOCALIZZAZIONE DELLE OPERE PER EVITARE QUALSIASI SQUILIBRIO IDROGEOLOGICO NEGLI AMBITI INTERESSATI;

C) VALUTAZIONE COSTI – BENEFICI;

D) VALUTAZIONE CONSUMO DEL SUOLO/IMPATTO AMBIENTALE;

E) ANALISI DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO;
appare a dir poco carente, non esaustivo e spesso contraddittorio.

Grato per la Vs. cortese attenzione porgo distinti saluti.

Antonio DI PASQUALE

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