Il fascista Roman Protasevich è finito dove merita

Il nuovo eroe dell’occidente liberale si chiama Roman Protasevich. Oppositore bielorusso di simpatie neonaziste (ça va sans dire), tratto in arresto nella giornata di ieri a Minsk dopo che il volo di linea Ryanair diretto a Vilnius su cui volava è atterrato in Bielorussia, in seguito a un allarme bomba poi rivelatosi infondato.

In seguito all’arresto del presunto giornalista, noto per le sue attitudini diciamo estremiste, gravi accuse sono cadute sul capo della Bielorussia. Con parole tuonanti tutto il mondo occidentale, dal Segretario Generale della Nato ai leader dell’Unione Europea, intima a Lukashenko di rilasciare immediatamente il simpatizzante neonazista. Il tutto ovviamente accompagnato dalla minaccia di sanzioni, il nuovo modo di muovere guerra ai popoli liberi da parte occidentale.

Una visione diversa della questione arriva dalla Russia. Scrive infatti la versione in lingue inglese della Pravda: “Il suo arresto è arrivato come regalo del presidente bielorusso Alexander Lukashenko a tutti gli antifascisti e gli antimperialisti. Il trionfo della giustizia dovrebbe essere assicurato con ogni mezzo”.

Il media russo evidenzia inoltre che il nuovo eroe dei liberali occidentali, adesso residente in Lituania per sfuggire alla giustizia bielorussa, in passato aveva pubblicato su internet i dati relativi agli agenti di polizia bielorussi con una didascalia che lasciava poco spazio all’immaginazione: “Sapete cosa fare”. Così come che Protasevich ha partecipato a operazioni punitive contro i civili nel Donbass inquadrato nel battaglione neonazista Azov (riconosciuto nella Federazione Russa come organizzazione terroristica).

Per questo – sottolinea la Pravda – il KGB bielorusso “ha condotto un’operazione impeccabile”. Preparata bene e che le proteste occidentali non hanno ragione di esistere.

Viene anche posto all’attenzione del pubblico un particolare passato sotto traccia nella narrazione occidentale. Il volo non è affatto stato costretto ad atterrare dal MiG-29 bielorusso alzatosi in volo  per scortare l’aereo di linea come è prassi comune a livello internazionale in una situazione potenzialmente pericolosa, quale un allarme bomba. Dalla trascrizione dei colloqui tra un ufficiale del controllo di volo a Minsk e il pilota, si evince che il pilota del volo di linea ha deciso di far atterrare l’aereo: “Questa raccomandazione per atterrare a Minsk, da dove è arrivata? Dalla compagnia aerea, dall’aeroporto di partenza o dall’aeroporto di arrivo?”.
L’equipaggio dell’aereo ha indicato che il pilota a deciso di atterrare a Minsk, segnala Pravda.

Quindi “i speciali della Bielorussia hanno trovato il criminale ricercato in Bielorussia, cittadino bielorusso, a bordo dell’aereo Ryanair dopo l’atterraggio, dopo che le identità di tutti i passeggeri evacuati erano state verificate. Pertanto, tutto è stato fatto all’interno di un quadro giuridico.
Ci sono stati precedenti che non hanno avuto conseguenze”.

Qui si fa riferimento ad alcuni casi eclatanti che non hanno per niente indignato il mondo occidentale. Evidentemente perché non si trattava di personaggi con forti simpatie neonaziste.

Scrive la Pravda: “Ad esempio, nell’ottobre 2016, l’UkSATSE ucraino ha chiesto che un aereo della Belavia tornasse a Zhulyany e ha minacciato di intercettarlo se non lo avesse fatto. Lo scopo della richiesta era la necessità di cercare una chiavetta USB contenente informazioni pericolose per la sicurezza dell’Ucraina. La chiavetta non è stata trovata e Kiev non ha chiesto scuse a nessuno, per non parlare del fatto che non sono state imposte sanzioni”.

Viene pure ricordata la vicenda che vide protagonista l’allora presidente boliviano Evo Morales costretto ad atterrare in Austria nel viaggio di ritorno che lo riportava in patria dopo una visita a Mosca, perché gli Stati Uniti sospettavano a bordo del suo aereo vi fosse Edward Snowden.

Sulla minaccia di sanzioni, il quotidiano russo ritiene che il divieto di transito per i voli su Minsk comporterà perdite multimilionarie per le compagnie occidentali, poiché questa è la rotta più breve per la Russia dall’Europa. Ragion per cui molto probabilmente vedremo sanzioni personali, ma questa non è più una novità.

Come non stupisce più l’ipocrisia occidentale nel cavalcare battaglie per una presunta e ipotetica libertà, in realtà esclusivamente volte a portare avanti l’agenda dell’imperialismo occidentale.

FABRIZIO VERDE (Direttore de l’AntiDiplomatico)

Il fascista Roman Protasevich è finito dove merita – GUERRE E IMPERIALISMO – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

Sharing - Condividi