Perché l’accostamento con la foto di Tommie Smith e John Carlos è privo di senso

Il Belgio sicuramente si inginocchierà, e quindi lo faremo anche noi. Se lo facessimo col pugno chiuso, come fa Lukaku, il gesto avrebbe un senso molto più forte, ma non si può chiedere troppo a cultura e sensibilità dei nostri Bonucci e Donnarumma.

Tutto bene dunque? La questione va circoscritta alla sua effettiva rilevanza, che è decisamente flebile.

C’è un “però”…

Inginocchiarsi non è un gesto di ribellione, ma di sottomissione. Si tratta di capire a cosa. Molti pubblicano le foto di Carlos e Smith a Mexico ’68 oppure del futuro partigiano Bruno Neri che rifiuta il saluto fascista nello stadio Berta di Firenze. Ma è un accostamento privo di senso. Allora si trattava di un gesto dirompente di sfida e di rifiuto, che esponeva a rischi e ritorsioni. Oggi si tratta di un gesto conformista.

Che somiglia molto a quell’ordine simbolico intriso di ipocrisia che spingeva i deputati PD a intonare Bella Ciao in aula dopo avere approvato la legge incostituzionale dell’Italicum. O che spinge oggi Nostra Signora degli Asterischi a genuflettersi in aula dopo avere approvato le peggiori nefandezze governative.

In realtà agli sportivi che si inginocchiano si chiede di dar prova di affidabilità, di adesione alle campagne promosse dagli apparati ideologici del potere, di confluenza nell’ordine simbolico sostitutivo della realtà.

In un mondo che accetta senza fiatare mondiali organizzati nel Qatar dove lavorano a 40 gradi come schiavi migliaia di immigrati senza tutele e senza diritti e che muoiono come mosche.

GIANPASQUALE SANTOMASSIMO

Storico e docente italiano. Ha insegnato presso il Dipartimento di storia dell’Università di Siena. Autore di “Antifascismo e dintorni” (Manifestolibri, 2004)

Perché l’accostamento con la foto di Tommie Smith e John Carlos è privo di senso – OP-ED – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

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