[Sinistrainrete] Claudia Cipriani: Quello che potremmo diventare

Sono in tanti a considerare il green pass come la sintesi di tutta la strategia che il governo ha adottato dall’inizio della pandemia: addossare le responsabilità ai cittadini.

 

 

Claudia Cipriani: Quello che potremmo diventare

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Quello che potremmo diventare

di Claudia Cipriani

protesta 1536x866Sono in tanti a considerare il green pass come la sintesi di tutta la strategia che il governo ha adottato dall’inizio della pandemia: addossare le responsabilità ai cittadini. Per questo c’è chi si chiede come mai molti a sinistra lo hanno giustificato senza avere neanche la curiosità di osservare da vicino un movimento complesso che si oppone al governo Draghi. «Bisognerebbe guardare positivamente al fatto che persone che non si sono mai occupate di politica sentono oggi il bisogno di prendere posizione – scrive Claudia Cipriani, documentarista – Ammetto che io stessa spesso in quelle piazze mi ci sono ritrovata un po’ a disagio perché accanto a chi teneva un cartello con la scritta “Ora e sempre resistenza”, c’era magari quello con l’icona di un santo. Per la prima volta però ho vissuto cortei eterogenei, dove persone di provenienza culturale e politica diversa si sono trovate insieme. È una cosa che non avevo mai visto e mi ha fatto riflettere…». Per chi protesta il re è nudo. Per dirla con Foucault, oggi l’obiettivo non è scoprire che cosa siamo ma rifiutare quello che siamo e «immaginare e costruire ciò che potremmo diventare».

* * * *

In questi ultimi due anni mi tormenta una domanda che non ho mai fatto a mia nonna. Lei fu un’adolescente durante gli anni del fascismo, della guerra, e mi raccontò di come fosse spesso triste, cupa, di come tutto ciò che le accadeva intorno le sembrasse assurdo e ingiusto. “Ma gli altri, quelli che invece andavano avanti come sempre, come facevano?”. Ecco, è questa la domanda che vorrei farle, adesso che purtroppo non c’è più. So che i paragoni con quel periodo fanno arrabbiare molti, ma d’altronde viviamo da più di due anni in uno stato d’emergenza e abbiamo subito per mesi il coprifuoco, provvedimento che non si aveva dai tempi della seconda guerra mondiale. Io più che altro, ancora oggi, dopo tanti mesi, mi chiedo come facciano molte persone a far finta che sia tutto normale.

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Matteo Di Lauro: Politica, miti e realtà delle privatizzazioni in Italia

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Politica, miti e realtà delle privatizzazioni in Italia

di Matteo Di Lauro

Ciampi Amato 1200 1024x538Il milieu ideologico delle privatizzazioni

Dagli anni ‘90 il clima culturale si è fatto ostile alle ideologie politiche e alle posizioni di parte. La democrazia non andrebbe più intesa come scontro tra ideali diversi, ma si ridurrebbe a un presunto “governo dei migliori”, dove le uniche qualità che contano sono la competenza e l’onestà.

Inutile dire che una persona può essere competente ed onesta, fermo restando il carattere politico delle sue idee. Dietro una scelta squisitamente tecnica si nasconde comunque una visione del mondo, degli obiettivi di lungo periodo e una qualche gestione di parte del conflitto distributivo.

Come sappiamo, in economia politica non esistono scelte squisitamente tecniche, ma sempre delle policy a favore o a sfavore di una certa classe sociale. In politica non esistono scelte neutre: è per questo che il tentativo, sia mediatico sia accademico, di ricondurre qualsiasi presa di posizione politica ad un presunto criterio tecnico scientifico ha fatto degenerare profondamente il dibattito pubblico in questo paese.

Ne è un esempio la riforma dell’IRPEF di Draghi, che, per quanto vanti un carattere tecnico scientifico, nasconde dietro di sé intenti chiaramente politici: una politica di classe.

Per questo, applicare un criterio puramente tecnico all’analisi delle riforme ha poco senso, senza prima aver esplicitato la propria posizione circa i possibili conflitti distributivi che scaturiscono dalla riforme stesse. Da qui, l’impossibilità di avere un esito win-win: qualcuno ci perde sempre.

Inoltre, si constata in modo del tutto singolare che, da quando la politica ha iniziato ad essere pervasa dal mito dell’onestà e della competenza, chi ha perso di più sono state le classi subalterne. Strano. Non sarà mai che gli onesti e competenti alla Draghi siano classe dominante e seguano una propria agenda politica a difesa dei propri interessi?

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Manlio Dinucci: L’Europa in trincea contro il nemico inventato

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L’Europa in trincea contro il nemico inventato

di Manlio Dinucci

Il Dipartimento di Stato, «quale misura precauzionale contro una possibile invasione russa dell’Ucraina», ha ordinato l’evacuazione dei familiari e di una parte del personale dall’Ambasciata Usa a Kiev, che con 900 funzionari è tra le maggiori in Europa, e ha elevato a livello 4 di rischio, il massimo, l’avvertimento ai cittadini statunitensi di non andare in Ucraina. Subito dopo il Foreign Office ha annunciato, con la stessa motivazione, il ritiro del personale dall’Ambasciata britannica a Kiev. Queste operazioni di guerra psicologica, miranti a creare allarme su una imminente invasione russa dell’Ucraina e delle tre repubbliche baltiche, preparano una ulteriore e ancora più pericolosa escalation Usa-Nato contro la Russia.

La Casa Bianca ha annunciato che il presidente Biden sta considerando di «dispiegare diverse migliaia di soldati Usa, navi da guerra e aerei nei paesi Nato del Baltico e dell’Europa Orientale». Si prevede che inizialmente arriveranno 5.500 soldati Usa che, unendosi ai 4.000 già in Polonia e seguiti da altre migliaia, estenderanno al Baltico il loro schieramento permanente, come ha richiesto la Lettonia.

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Alessandro Guerriero: Il sistema pensionistico è sostenibile se lo è anche il mercato del lavoro

kriticaeconomica

Il sistema pensionistico è sostenibile se lo è anche il mercato del lavoro

di Alessandro Guerriero

Vi proponiamo un resoconto dell’evento “Mercato del lavoro e sistema pensionistico: criticità e prospettive” organizzato dall’Università degli studi Roma Tre, facoltà di Economia. L’intervento integrale è disponibile sulla pagina YouTube della facoltà

Nel dibattito economico mainstream sembra che la questione dell’insostenibilità del sistema pensionistico italiano si possa risolvere soltanto tagliando le pensioni a chi ha lavorato per anni e anni. Spesso economisti e politici hanno risollevato lo scontro generazionale tra giovani e anziani, affermando che bisognerebbe togliere ai secondi per dare ai primi.

Per fortuna esiste una risposta differente rispetto a questa: una risposta nella quale piuttosto lo scontro diventa di classe. Secondo questa differente visione, se il sistema pensionistico è in affanno, è perché da anni in Italia esiste la convivenza dannosa di salari bassi e disoccupazione alta.

Una possibile spiegazione dell’insostenibilità delle pensioni che va in questo senso è stata affrontata dal Presidente dell’Inps Pasquale Tridico in una conferenza presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tre, dal titolo “Mercato del lavoro e sistema pensionistico: criticità e prospettive”.

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Enzo Pennetta: Il prossimo virus

criticascient

Il prossimo virus

di Enzo Pennetta

Bill Gates ci avverte: il prossimo virus sarà più letale. Un identikit.

Non perde occasione per dirlo, attenzione al prossimo virus perché sarà più letale oltre che più contagioso e manco a dirlo, inevitabile.

Bill Gates ha rilasciato un’intervista riportata dal Corriere della Sera con il titolo: Bill Gates e la profezia sul Covid: «Prepariamoci a virus più letali», in cui afferma:

Rischiamo che una pandemia ancora peggiore del Covid-19 si presenti a breve, e per questo ha invitato i governi mondiali a fare quello che non hanno fatto sette anni fa: prepararsi.

Ma perché dovremmo rischiare una nuova pandemia a distanza così ravvicinata?

Non c’è motivo di pensarlo, le zoonosi con la mutazione di un virus che passa da una specie all’altra sono rare, inoltre come spiegato precedentemente, un virus molto letale uccidendo il corpo su cui viaggia non va molto lontano, tutte le epidemie con queste caratteristiche, come ad esempio Ebola si sono fermate nella zona in cui sono esplose.

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Peter Doshi: Vaccini e cure Covid-19: dobbiamo avere i dati grezzi, ora

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Vaccini e cure Covid-19: dobbiamo avere i dati grezzi, ora

di Peter Doshi

Peter Doshi, professore all’Università del Maryland ed editore associato del British Medical Journal, (che già aveva denunciato con forza la mancanza di trasparenza nelle sperimentazioni alla base dei vaccini Covid e soprattutto la sparizione del gruppo di controllo, vedi qui  e qui) in questo nuovo articolo sul BMJ ricorda come lo scandalo del Tamiflu sembrava aver insegnato a caro prezzo l’importanza della trasparenza dei dati sulla cui base si impostano le politiche sanitarie. Dopo un decennio, ci troviamo di fronte alla stessa opacità e collusione delle autorità di regolamentazione, cosa assolutamente intollerabile tanto più quando si tratta di politiche sanitarie imposte a livello di massa

I dati dovrebbero essere pienamente e immediatamente disponibili per un controllo pubblico

Un decennio fa, nel mezzo di una diversa pandemia, dalle pagine di The BMJ emerse che i governi di tutto il mondo avevano speso miliardi per accumulare antivirali per l’influenza che non avevano dimostrato di ridurre il rischio di complicazioni, ricoveri ospedalieri o morte.

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lorenzo merlo: Poker d’assi

sinistra

Poker d’assi

di lorenzo merlo

Sempre più persone trovano indigesto il menu governativo

Screditare. Deridere. Colpevolizzare. Censurare. Se ci fossero le carte da gioco governative, questi sarebbero i quattro semi del mazzo.

Ora che stanno emergendo collegamenti che le sinapsi imbambolate di molti prima non potevano portare alla consapevolezza, la partita di narrazioni in corso si dimostra gestita da un banco barato.

Nonostante le censure e il dileggio per un banale dissenso, per una elementare critica, che fin dalla prima ora i cosiddetti “ciarlatani”, “terrapiattisti”, “terroristi”, “indegni di cure” e “di parola”, “apoti” perfino, hanno denunciato, a partire dai primi tempi della protopandemia, la maggioranza delle persone non ha avuto lo spirito necessario per avvertire lo stridore di fondo della gestione governativa messa in campo.

Non si tratta di negare il diritto di sorpresa – che tutte le reazioni ammette – a chi si è trovato di fronte allo tsunamico problema dell’infettività del virus.

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Carlo Di Mascio: Lenin e la pratica filosofica

sinistra

Lenin e la pratica filosofica*

di Carlo Di Mascio

lenin filosoficosLa verità non sta all’inizio, ma alla fine, o, più esattamente, nella continuazione. La verità non è l’impressione iniziale
Lenin, Quaderni filosofici

Bisogna ribadire ‘ad nauseam’ […] il fatto che l’idealismo di Hegel non implica la tesi secondo la quale lo scibile è posto da un ‘io’, vale a dire da un sé che è l’essenza di ogni autoscienza, o addirittura da un isolato soggetto-coscienza.
Hans-Friedrich Fulda, Dialektik in Konfrontation mit Hegel

I.

Louis Althusser, nel suo Lenin e la filosofia, analizzando la distanza tra Lenin e la filosofia ufficiale, quella professorale, accademica, distanza che tende ad annullarsi ogni volta che la filosofia si trova costretta a fare i conti con l’urgenza dell’azione politica e della sua inesorabile relazione con essa, commentava come Lenin, «un naïf e un autodidatta in filosofia […] semplice figlio di maestro, piccolo avvocato diventato dirigente rivoluzionario», avesse avuto l’ardire di confrontarsi con la filosofia ufficiale e tutto questo con l’obiettivo preciso di promuovere «una pratica veramente cosciente e responsabile della filosofia»1. Ora, tuttavia, ciò che maggiormente colpisce di questa premessa è il fatto che Lenin, con tutte le inadeguatezze del caso, abbia inteso occuparsi – in un momento storicamente decisivo, connotato dalle conseguenze del fallimento rivoluzionario del 1905, dal disorientamento «ideologico» di molti intellettuali marxisti del tempo2, dalla singolare parabola della Seconda Internazionale, dal 1889 sino al suo crollo nel 19143, nonché dall’avvicinarsi di un conflitto mondiale e di una rivoluzione proletaria inevitabile – proprio di filosofia, ed in particolare tra il 1908 e il 19164, pur riconoscendo a più riprese, come sottolineato in una lettera a Gorki del 7 febbraio 19085 di non essere un filosofo, di essere impreparato, ma purtuttavia di non fare filosofia come quelli che la fanno di professione, i quali, invece, si limitano a «ruminare nella filosofia.

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Fabio Mini: Usa, Cina e futuro del sistema dollaro

lantidiplomatico

Usa, Cina e futuro del sistema dollaro

L’intervista al gen. Mini sui libri di Qiao Liang

Claudio Gallo* intervista il generale Fabio Mini

0 76755Qiao Liang è un ex generale maggiore dell’aviazione dell’Esercito Popolare di Liberazione diventato celebre nel 1999 con il libro Guerra senza limiti (LEG Edizioni, 2001) di cui è coautore insieme con il collega Wang Xiangsui. Con gli usuali occhiali ideologici, i media occidentali hanno presentato lo studio come l’annuncio di un nuovo tipo di guerra che la Cina stava progettando contro l’America. Gli autori affrontavano il concetto di conflitto asimmetrico, prefigurando in qualche modo eventi che sarebbero accaduti di lì a poco, come l’attacco dell’11 settembre.

Qualche anno fa, Qiao ha scritto un nuovo libro, L’arco dell’impero, ancora tradotto dalla LEG (Libreria editrice goriziana). E’ la prima edizione in una lingua occidentale ed è stata curata dal generale Fabio Mini, già capo di stato maggiore del Comando NATO del Sud Europa nel 2000-2001 e comandante della Forza internazionale in Kosovo (KFOR) a guida NATO dal 2002 al 2003. Mini aveva introdotto in Italia anche Guerra senza limiti: la sua prefazione italiana è stata tradotta e inclusa nella seconda edizione cinese.

Il nuovo lavoro di Qiao è uno studio sulla superpotenza americana. Spiega il suo incredibile successo e le possibili ragioni del suo declino. Secondo Qiao, gli Stati Uniti hanno superato la logica imperiale colonialista dell’Impero britannico del XIX secolo adottando un rivoluzionario sistema di dominio economico, che ha raggiunto il suo apice con la fine gli accordi di Bretton Woods del 1971. Il potere del dollaro come moneta universale sostiene il primo impero finanziario della storia. The City Upon a Hill dei Padri Pellegrini, l’immagine dell’eccezionalismo americano amata da Reagan, è, in realtà, la Zecca sulla Collina. Con questa “economia finanziaria coloniale”, la ricchezza americana è pagata dal resto del mondo.

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Andrea Muni: Morire in ‘Alternanza’. Dittatura neoliberale e pedagogia auto-imprenditoriale

chartasporca

Morire in ‘Alternanza’. Dittatura neoliberale e pedagogia auto-imprenditoriale

di Andrea Muni

[L’industrialismo rappresenta] una continua lotta, un processo initerrotto, spesso doloroso e sanguinoso, di soggiogamento degli istinti a sempre nuove, più complesse e rigide norme e abitudini di ordine, di esattezza, di precisione […]. Ma ogni nuovo modo di vivere, nel periodo in cui si impone il nuovo contro il vecchio, non è sempre stato forse – per un certo tempo – il risultato di una compressione “meccanica”? […] Finora tutti i mutamenti del modo di essere e di vivere sono avvenuti per coercizione brutale, cioè attraverso il dominio di un gruppo sociale su tutte le forze produttive della società: la selezione o “educazione” dell’uomo adatto ai nuovi tipi di civiltà, cioè alle nuove forme di produzione e di lavoro, è avvenuta con l’impiego di brutalità inaudite, gettando nell’inferno delle sottoclassi i refrattari e i deboli, o eliminandoli del tutto.

(A. Gramsci, “Americanismo e fordismo”- 1934, in Quaderni del carcere, tomo III)

Dopo la morte di Lorenzo Parrelli venerdì scorso, si sono succedute febbrilmente accorate e sacrosante reazioni contro il PCTO, l’attuale nome dell’Alternanza scuola/lavoro. Su Lorenzo è caduta una putrella, una trave di metallo, che lo ha ucciso durante il suo ultimo giorno di stage. Tranquilli, bimbi e bimbe di Draghi, ovviamente – per lavorare, aveva il Green Pass. Il grottesco della realtà supera ormai ogni fantasia possibile.

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ilsimplicissimus: Tamiflu, la truffa di prova prima dei vaccini

ilsimplicissimus

Tamiflu, la truffa di prova prima dei vaccini

di ilsimplicissimus

Il British medical Journal, la più antica tra le riviste medica e tutt’ora una delle più quotate, sta richiedendo a gran voce che siano finalmente disponibili i dati grezzi delle sperimentazioni dei vaccini a mRna. In un mondo normale questo sarebbe il minimo sindacale, ma invece le aziende produttrici dei sieri genici fanno un’accanita resistenza e dicono di non poter presentare questi dati prima di diversi anni facendo intuire che lo schema utilizzato e osannato da un’informazione truffaldina è lo stesso del famigerato Tamiflu, un farmaco che si rivelò non solo inutile, ma molto pericoloso e tirato fuori in occasione della peste suina del 2009. E’ la stessa rivista inglese a proporre questo paragone, anzi a riproporlo visto che ne aveva già parlato a fine 2020 interpretando la precedente vicenda come un tentativo di infopandemia andata a vuoto. La storia cominciò nella primavera del 2009 quando in un crescendo di allarmi lanciati dall’informazione e rimbalzati attraverso le burocrazie sanitarie si creò il panico tra la gente per la cosiddetta influenza suina (cosidetta perché in realtà si sarebbe dovuta chiamare americana rispetto all’origine, ma questo non era davvero “geopoliticamente corretto”) e il tutto sfociò nel luglio dello stesso anno quando l’Oms dichiarò la pandemia sulla base di pure ipotesi dei soliti esperti avvertendo che “ben 2 miliardi di persone potrebbero essere infettate nei prossimi due anni – quasi un terzo della popolazione mondiale”.

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Peter Genito: Quella violenza non la dimenticheremo mai

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Quella violenza non la dimenticheremo mai

di Peter Genito

A quasi due anni dal primo lockdown. Senza esser complottisti né negazionisti

Mi rivolto, dunque siamo” (A. Camus)

Timore, paura, terrore. Ma siamo sicuri che la nostra paura sia del virus? Siamo sicuri che sia stato così sin dall’inizio? E non di chi, in quel momento e ora, comandava e comanda il gioco? Di chi, in quel momento e ora, faceva e fa la narrazione? Di chi da anni ci sorvegliava ed è pronto a braccarci oggi, se non ci crediamo? È la violenza del potere, che impaurisce. Per questo, siamo tutti ligi e obbedienti. Sull’attenti e pronti a battere i tacchi e signorsì all’ennesimo, demenziale decretino?

Fu forte, fortissima, quella violenza fin dall’inizio, fin dal primo lockdown totale. L’elicottero sopra la testa in piazza Duomo a Milano, che ti inseguiva mentre eri a piedi. Un clima di stato d’assedio, militari ovunque in anfibi mitra e tuta mimetica, camionette nelle stazioni in ogni città. È lì che si è capito che c’era in atto qualcosa di ‘grandioso’. La caccia ai runner sulle spiagge. La colpevolizzazione e criminalizzazione dei comportamenti più normali.

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Mauro Armanino: Cronache di sabbia dal Sahel

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Cronache di sabbia dal Sahel

di Mauro Armanino

Niamey, 9 gennaio 2022. I tre sono spariti nel nulla. Studenti della scuola media superiore, erano andati a passare qualche giorno di vacanza in famiglia nel villaggio natale di Ngoula. il ritorno a scuola, questo lunedì, è stato fatale. Uno dei quattro amici è riuscito a fuggire e gli altri tre, da allora, sono nelle mani di sconosciuti, presunti djihadisti che controllano la regione. Prima di raggiungere il villaggio di Djayeli, situato a circa 20 kilometri da Ngoula, sono stati rapiti e al momento non si hanno notizie. Inesistenti prima e invisibili dopo, perché figli di contadini, nascosti dal grande pubblico e cittadini di seconda categoria perché poveri. La zona è la stessa nella quale, nel mese di settembre del 2018, era stato portato via Padre Pierluigi Maccalli, missionario. Saranno forse rilasciati tra qualche tempo o allora verrà loro proposto di unirsi alle forze combattenti nella zona delle ‘Tre Frontiere’, Niger , Burkina Faso e Mali. Potrebbero scomparire per sempre, così come altre decine di rapiti attorno al lago Tchad, dove Boko Haram, Stato Islamico e banditismo, sono accomunati dalle stesse strategie terroriste.

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Sergio Marotta: L’oligarchia del mondo: l’80% del capitale azionario globale è controllato dal 2% degli azionisti

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L’oligarchia del mondo: l’80% del capitale azionario globale è controllato dal 2% degli azionisti

di Sergio Marotta

Emiliano Brancaccio non è uno che le manda a dire: il suo ultimo libro Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico (ed. Piemme) è un riuscito mix tra una cinquantina di lezioni brevi, di grande attualità, sugli errori ed orrori della politica economica contemporanea; una seconda parte che tratta la questione del lavoro nel quadro internazionale e i nuovi rapporti tra mercato e pianificazione; mentre la terza parte è un approfondimento sui rischi di un cortocircuito tra le tendenze del capitalismo e la tenuta delle democrazie liberali, a partire da un dibattito tra l’autore e Daron Acemoglu, uno dei più citati economisti a livello mondiale. Come scrive nella prefazione Americo Mancini, caporedattore del GR1 RAI, «Emiliano Brancaccio è un eretico pericoloso, proprio perché convincente. Ribelle a ciò che è largamente condiviso nel dibattito politico ma che spesso, come lui dimostra, non trova conferma nell’evidenza scientifica».

Il libro di Brancaccio ha una tesi centrale: la legge di centralizzazione del capitale di cui parlava Karl Marx è una tendenza non solo economica ma anche politica e «la spaventosa concentrazione del potere economico nelle mani di una ristretta oligarchia plasma a sua immagine l’intero sistema dei rapporti in cui viviamo».

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