Fulvio Grimaldi: “A Mosca si ricorda come i russi sanno affrontare i nazisti”

Oggi gli toccano quelli dell’era biotecnototalitaria

Quanto i sedicenti giornalisti nella colonia Italia oppongono all’impegno russo di salvare i russi del Donbass dal genocidio farebbe ridere i polli. Molinari (Repubblica) per tutti: “La Russia è allo sfascio economico, i cittadini non riescono nemmeno a trovare un paio di jeans… Putin ha tutta la società contro” (col 70% di consensi contro il 35% di Biden). Stesso discorso per il pollo Fassino cui la chiaroveggenza di questo regime ha affidato la presidenza della Commissione Esteri: “Sono passati i tempi del bipolarismo tra USA e URSS, siamo nel mondo nuovo dell’unico polo”.

Superando con disinvoltura l’assunto del geniale ex-sindaco torinese, Wladimir Putin ha ristabilito, con il recupero della Crimea russa e, ora, con la difesa dei martiri della democrazia in Donbass, il vitale bipolarismo geopolitico, garanzia del rifiuto atomico e della sovranità delle nazioni. Quelli che si sono assegnati la nuova etichetta di “popolo eletto” pretendendo un “Destino manifesto” di ammazzare popoli, disintegrare Stati e governare il globo, rimangono con un lunghissimo palmo di naso che, come è successo con gli uccelli a Pinocchio, gli viene rosicchiato un po’ per volta dall’orso russo.

Tornerò sull’argomento, ma voglio esprimere subito la mia incondizionata ammirazione per come i nostri amanuensi hanno saputo elevare l’informazione in pratica dell’occultamento dei fatti sgraditi ai loro padroni. Tutto quello che va succedendo in merito all’Ucraina, ha la sua origine e motivazione in un cruento colpo di Stato attuato appena 8 anni fa, da Obama e Hillary, con sul campo l’operativa Victoria Nuland (“Vaffanculo Europa!”) e i cecchini reclutati in Lituania, Georgia e Cecenia. Procedimenti già collaudati in Libia, Siria, Myanmar, Egitto, Iran e tentati, in termini arcobaleno, qua e là.

Un presidio di partigiani della libertà e della democrazia non si è piegato al complotto e alle milizie neonaziste che da allora ne guidano e conservano l’esito. Le repubbliche di Donetsk e Lugansk pagano il loro rigetto dell’affossamento di libertà, democrazia e sovranità, venendo da otto anni aggrediti, bombardati, uccisi. Facendoli scampare al genocidio promesso, la Russia ha fatto ora il miracolo di accoglierne 700.000 civili tra donne e bambini, mandati al riparo dai loro padri, mariti, fratelli, figli, compagni.

I nostri copia e incolla del Dipartimento di Stato-CIA sono autentici maestri di un’altra qualità insita nel nuovo giornalismo. Nessuno come loro sa praticare la saggia formula del due pesi e due misure. Il Kosovo, messo nelle mani di un masskiller e trafficante di organi estirpati a prigionieri serbi, Hashim Thaci (”il Serpente”), staccato a forza di bombe all’uranio dal resto della sua nazione, è legittimo, anche se riconosciuto da appena 12 governi, appendici dell’Impero. Le manomissioni e i colpi di Stato finalizzati a “esportare la democrazia”, installando obbedienti ladroni autocratici, tipo Pinochet, Videla, in almeno tre dei cinque continenti, sono cosa buona e giusta. La scelta di restare in libertà e democrazia di fronte a un colpo di Stato e a una successiva guerra d’aggressione e di accettare la protezione contro chi fa, dal Vietnam in poi, una guerra all’anno, è cosa cattiva e ingiusta.

Come quella di restare russi nel paese in cui la Russia è nata. Torneremo sull’argomento. Intanto ci tocca una cosa subito e senza né-né: stare con l’orso.

Non è la stessa, impeccabile e indiscutibile morale del destino sanitario assegnatoci? Visto che quelli che fanno questa cosa, fanno anche l’altra.

Fulvio Grimaldi

22/02/2022

MONDOCANE: 1943-2022: A MOSCA SI RICORDA COME I RUSSI SANNO AFFRONTARE I NAZISTI. — Oggi gli toccano quelli dell’era biotecnototalitaria (fulviogrimaldi.blogspot.com)

 

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