1) Quella della Russia è una guerra imperialista voluta da un dittatore, pazzo o impazzito, uomo solo al comando ed in procinto di essere abbandonato dal suo stesso establishment. Falso ed errore, in Ucraina, la Russia e non Putin, sta combattendo per la sua stessa vita e futura sopravvivenza. Il terrore, sempre più reale, che si completi l’accerchiamento di armi atomiche puntate contro il Paese è una eventualita’ inaccettabile per l’intera Russia non certo per un uomo solo.
Se l’Ucraina dovesse aderire alla Nato chi impedira’ di fare altrettanto a Finlandia e Svezia? Gli Usa che stanno fomentando da anni i peggiori istinti nazionalisti di parte degli ucraini per impedire una soluzione concertata e pacifica? Quelli che hanno sobillato la Georgia al conflitto suicida del 2008 proprio come ora Zelenski? L’Europa? Ancora una volta prona verso Nato ed Usa, incapace in 8 anni di presentare una soluzione diplomatica accettabile e dignitosa per tutti, in primis per i suoi stessi interessi economici e geopolitici? In Ucraina, la Russia non combatte per conquistare risorse energetiche o nuovi territori, la Russia è enorme e ricca di materie prime non ha certo bisogno dei territori ucraini. Non si tratta di crociata imperialista, lo abbiamo gia’ detto, la Russia sta lottando per la sua stessa futura sopravvivenza e se sara’ costretta, dalla cecita’ altrui, a continuare lo fara’ come un sol uomo fino alla fine.
Nel 89, Gorbacev, senza contropartite scritte, “riconsegno'” la DDR agli occidentali, contestualmente, Nato e Usa garantirono ai sovietici che l’Alleanza non si sarebbe estesa un pollice in più, not one inch, verso Est. Venti anni dopo, la Nato si era gia’ presa tutti i Paesi dell’ex patto di Varsavia. Basi Nato con missili nucleari puntati contro Mosca sono operative, gia’ da anni, nelle vicine Romania e Polonia, come potrebbero placidamente i russi accettare che il cappio nucleare si stringa fino ad ucciderli, con l’ingresso nella Nato di un paese limitrofo e batterie di missili termonucleari a pochi km dai loro confini? Se all’incubo Nato in Ucraina si aggiungessero poi Finlandia e Svezia, una lunga, ininterrotta fila di paesi ostili e armati nuclearmente, dall’estremo nord giù fino a Sud, accerchierebbero, senza via di scampo, l’intero confine russo europeo.
Il pazzo non è Putin ma l’Unione europea che non ha saputo disinnescare per tempo questo inevitabile conflitto. Dopo decenni di umiliazioni diplomatiche, la Russia chiedeva solo un’Ucraina neutrale e la diplomazia EU poteva ben accontentarla, proponendo una soluzione confederale -alla Svizzera- con due aree d’influenza: ad ovest Euro, ad est Rublo. Poteva ed adesso? Potrebbe ancora…ma probabilmente, parleremmo di Europa libera, finalmente dalla sudditanza psicologica verso Washington. E’ vero, Putin ha strumentalmente riconosciuto le repubbliche popolari del Donbass per dare un paravento giuridico all’invasione della sovranita’ territoriale ucraina ed ha orwellianamente trasformato la “guerra” in “missione di pace”, evidentemente, decenni di propaganda imperialista hanno fatto scuola. Ma è pur vero che da 8 anni in Donbass ha luogo un sistematico genocidio delle popolazioni russofone, migliaia di vittime tra i civili a causa del regime dell’apartheid di Kiev, nel complice e colpevole silenzio della democratica opinione pubblica occidentale. Non esiste futuro per un’Europa prospera ed indipendente senza una Russia amica e partner strategico, gli isterismi guerrafondai di queste ore ci conducono solo verso una lunga recessione dai nefasti esiti imponderabili.
2) Putin ha portato la guerra in Europa. Falso, furono i democratici Usa & friends, più di venti anni fa, a ri-portare la guerra, coi criminali bombardamenti nato su Belgrado. Per spodestare un governo democraticamente eletto ma a loro sgradito, le potenze “democratiche” scagliarono quintali di bombe contro l’inerme popolazione civile, radendo al suolo-tra l’altro- l’ambasciata cinese e uccidendone tutto l’incolpevole personale. Una risoluzione Onu scritta sulla carta igienica fu la foglia di fico dietro la quale si nascose diplomaticamente la Nato.
3) Il peso dell’estrema Destra ucraina non è rilevante. Falso, da diversi anni ed in pompa magna, le istituzioni ucraine inaugurano enormi statue in onore di Stephan Bandera, giudichereste l’Italia un Paese democratico e meritevole di acritico sostegno se nel 2021 erigessimo statue di Benito Mussolini? Meriteremmo di ricevere armi dai democratici se poi finissero tutte nelle mani, ad esempio, dei militanti di Forza Nuova, ormai divenuti i membri piu’ celebrati dei corpi speciali dell’esercito? Cio’ è successo in Ucraina con Settore Destro ed affini. E’ vero nella Rada, l’estrema Destra non vanta numeri straripanti ma essa è assolutamente sovradimensionata per il suo peso militare, ha, infatti, sistematicamente fatto fallire il tavolo di pace di Minsk respingendo qualsiasi proposta di accordo e tiene in pugno, come abbondantemente testimoniato in questi anni da foto, filmati e documenti, molti esponenti del blocco di governo. Parliamo di formazioni paramilitari, divenute la punta di diamante dell’esercito ucraino, che in 8 anni, animate da russofobia animale di hitleriana memoria, hanno sterminato migliaia di ucraini nel Donbass. Non possono certo essere questi i riferimenti per gli autentici democratici d’Europa. E in ultimo arriviamo alla questione governo.
4) L’esecutivo di Kiev è un governo di autentici democratici. Falso, come i precedenti dal 2014, infatti, si legittima su un colpo di Stato, orchestrato con la regia ed il sostegno di Usa e Eu, che ha portato alla rimozione illegale del governo, allora, democraticamente eletto. Corrotto ed inefficiente si, proprio come quello attuale di Zelenski ma eletto democraticamente. L’esecutivo Zelenski, invece, si legittima sulla sistematica persecuzione delle popolazioni ad est del Dnepr. Il partito comunista, storico punto di riferimento elettorale per gli orientali è stato arbitrariamente bandito, disperso e perseguitato. Se la carta dei valori europei non funziona a corrente alternata, questo governo non puo’ essere considerato democratico. Un esecutivo, da anni ai minimi di consenso, che tira a campare coi finanziamenti Usa ed Eu, in chiave geostrategica antirussa, non puo’ essere considerato un esempio di virtu’. Un premier che nelle sue uscite pubbliche si augura la “completa distruzione del nemico” per concludere con noti slogan banderisti non puo’ essere considerato un pacifista.
Valerio Gentili (storico)
01/03/2022