[Pressenza] Piombino capitale della mobilitazione

Notizie da Pressenza IPA – 12.03.2023

 

Pressenza

Piombino capitale della mobilitazione

Redazione Italia, Piombino

“Perché una manifestazione nazionale proprio lì e non a Roma? Non verrà mai la stessa quantità di persone”.

Questo si sono sentite obiettare la Rete Norigass NoGnl e la campagna nazionale Per il Clima Fuori da Fossile, quando hanno proposto la manifestazione definita Liberiamoci dal Fossile a Piombino. Non c’era bisogno dei numeri per sapere che fosse la scelta giusta, bastava la motivazione: Piombino è la città-simbolo delle scelte assurde in tema di energia che questo governo, in continuità con quello precedente, sta attuando ai danni del clima e della sicurezza dei territori. I piombinesi vedranno infatti a breve arrivare a pochi passi dalle proprie abitazioni, dai luoghi in cui lavorano e vivono, un rigassificatore con un potenziale inquinante e distruttivo che lo dovrebbe rendere, a rigor di logica, improponibile.

Ma i numeri ci sono stati, e sono entusiasmanti: a Piombino oggi si sono presentate oltre 5000 persone, da ogni parte d’Italia. Sono arrivate con ogni mezzo pur di dare sostegno ad una cittadinanza compattamente mobilitata da mesi, ma anche per ribadire l’assurdità di queste scelte su questo e su tutti gli altri territori.

Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche, Lazio, Sardegna, Emilia Romagna, Piemonte, come altre regioni sono interessate da progetti vecchi e nuovi che mirano a far diventare l’Italia l’hub del gas europeo, e da ognuno di questi luoghi migliaia di persone hanno sentito la necessità di sfilare lungo le vie di Piombino, partendo dal Centro Giovani fino a Palazzo Appiani, in un corteo pacifico, gioioso, anche se giustamente carico della rabbia di chi vede il proprio diritto alla vita e alla salute calpestato quotidianamente. Uno spazio di democrazia fatto per sua natura di applausi e fischi.

Nel serpente umano che ha attraversato la città svettavano le bandiere di tante organizzazioni ambientaliste, di sigle politiche e di sindacati di base che hanno aderito convintamente e con entusiasmo alla mobilitazione.

Tanti gli interventi al microfono, ognuno a testimonianza della voglia di cambiamento, che non è un vezzo di ambientalisti nostalgici, ma un’indicazione precisa e un monito severo della scienza mondiale.

Durante gli interventi ci siamo collegati con la manifestazione di Crotone per solidarietà ma soprattutto per condividere indignazione e forte protesta per quello che da anni viene perpetrato nei confronti della popolazione migrante. Inoltre sono stati condivisi anche i messaggi delle Mamme no pfas e di Unomaggio Libero e Pensante di Taranto.

Questi sono alcuni dei dati riportati dai portavoce dei movimenti intervenuti, a dimostrazione di quanto sia necessario fermare ora ogni ulteriore passo verso estrazione, trasporto e stoccaggio di gas e altre fonti fossili:

  • Le nuove opere fossili porteranno a una capacità di importazione e trasporto di 106 miliardi di mc all’anno, con una sovracapacità del 45% rispetto al fabbisogno nazionale attuale, in costante calo

  • A Piombino è in arrivo una nave lunga trecento metri e alta quaranta, con una capacità rigassificatrice di cinque miliardi di mc di gnl

  • Altri due rigassificatori sono previsti entro breve tempo a Ravenna (ma forse anche tre o quattro), cinque in Sardegna, il più grande del mondo in Calabria e altri nelle Marche e in Sicilia, oltre a quelli già attivi a Panigaglia (La Spezia), a Livorno e a Porto Viro (Rovigo)

  • Per di più si incentiva l’estrazione di gas in Adriatico, anche a fronte della scarsità di giacimenti (secondo i dati ministeriali 40 miliardi di mc certi e altrettanti probabili) ad uso esclusivo, e prezzi calmierati dal governo e dal Gse, delle grandi aziende energivore in crisi, alla faccia del caro bollette per i cittadini e degli extraprofitti per l’Eni

  • Sono già in atto i lavori per la realizzazione della Linea Adriatica, il gasdotto che attraversa l’Italia dalla Puglia all’Emilia-Romagna per portare il gas verso l’Europa, trasformando l’Italia nell’hub del gas, con nessun vantaggio ma tanti danni per i territori interessati.

  • Cominciano a moltiplicarsi le azioni legali verso multinazionali e governi: Shell è stata obbligata dal tribunale dell’Aja a ridurre del 45% le emissioni di gas serra entro il 2030, Giudizio Universale ha portato in tribunale lo stato italiano, Greenpeace sta intraprendendo un’azione legale contro la decisione della Ue di includere il gas e il nucleare nella «tassonomia verde». Anche i territori, come Sulmona e Falconara, hanno intrapreso percorsi legali contro l’avanzata del fossile.

  • 600 grandi progetti rinnovabili sono fermi al Ministero dell’Ambiente in attesa di autorizzazione

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