[Rete Ambientalista] Giorgia e Volodymyr “con tutto il rispetto per il Papa”

Rassegna del 14/05/2023

Giorgia e Volodymyr “con tutto il rispetto per il Papa”.

Indossano la stessa divisa

Il Papa  ha donato a Zelensky la piccola scultura di un ramoscello d’ulivo, simbolo della pace. Zelensky gli ha messo nelle mani un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile, simbolo di guerra. I due doni hanno  appunto simboleggiato la distanza tra i due. Zelensky ha rifiutato  l’intento del Papa di accreditarsi come mediatore, ci ha tenuto a far sapere  di aver consegnato al Papa il suo “piano di pace”, l’unico percorribile: “Con tutto il rispetto per il Papa, la questione è che non abbiamo bisogno di mediatori fra l’Ucraina e l’aggressore che ha occupato i nostri territori, noi dobbiamo fare e scrivere un piano di azione per una pace giusta in Ucraina. Ho invitato il Papa come uno dei leader per lavorare alla formula della pace ma non possiamo invitare la Russia che bloccherebbe tutto. Con Putin non parlo. La via d’uscita è la controffensiva”. Cioè la fantomatica vittoria, cioè  la guerra fino all’ultimo ucraino. Con il pieno appoggio “a 360 gradi” di tutti gli italiani, perché Meloni rappresenta tutti gli italiani.  Si chiamano per nome “cara Giorgia, “caro Volodymyr”. Cari italiani.

Uscendo dal Vaticano, Zelenski si è sbattuto la porta dietro.

Nel suo sito, Costituente Terra (Raniero La Valle) pubblica l’articolo dell’ambasciatore Romano e il testo del discorso di Putin sulla Piazza Rossa nella ricorrenza del 9 maggio, che non è stato fruibile sulla stampa d’informazione. Se è un nemico, perché non sapere quello che dice? Come sostiene il Papa: “Credo che la pace si faccia sempre aprendo canali, mai si può fare una pace con la chiusura. Invito tutti ad aprire rapporti, canali di amicizia”. Dopo il suo incontro con papa Francesco, Zelenski ha dichiarato di rifiutare ogni mediazione con Putin. Pieno sostegno di Meloni e Mattarella (quello dei bombardamenti sulla Jugoslavia). Invece, per il Vaticano il primo punto è smettere di sparare, poi smettere di armare, infine accettare la mediazione. Non puntare dunque  ad un trattato di pace definitivo tra la Russia e l’Ucraina, ma a un cessate il fuoco che permetta a ognuno di mantenere le proprie posizioni, e cominciare a mediare su alcuni punti.


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La guerra fredda è finita sciogliamo la Nato.

Oppure inviamo armi per una guerra sempre più calda, atomica?

Il “Corriere della Sera” dell’8 maggio, forse con qualche imbarazzo, ha pubblicato un clamoroso articolo dell’ex ambasciatore a Mosca Sergio Romano in cui si chiede lo scioglimento della NATO, oggi priva delle ragioni per cui è nata. L’articolo dell’autorevole esperto di politica internazionale  dice infatti così: “L’Alleanza atlantica ha avuto una parte utile e rispettabile. Ma la Guerra fredda è finita, il comunismo è sepolto, gli Stati Uniti hanno avuto un presidente come Trump e sarebbe giunto il momento di fare a meno di un’istituzione, la Nato, che ha ormai perduto le ragioni della sua esistenza“. Clicca qui.

Uscire dalla Nato e anche riformare l’ONU.

Stati Uniti, Russia, NATO, Israele si sentono in diritto di violare la Carta delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale quando ciò fa comodo ai loro interessi. Questo accade dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dall’istituzione dell’organismo la cui Carta dovrebbe essere  una sorta di costituzione globale che regola i 192 Stati che compongono la comunità internazionale.

Per restare negli ultimi decenni. Nel 1979 l’Unione Sovietica occupò l’Afghanistan per proteggere un governo favorevole a Mosca e dovette ritirarsi 10 anni dopo. Gli Stati Uniti lo fecero nel 2001 alla ricerca di Osama bin Laden e rimasero nel paese per due decenni. La NATO, sotto il comando di Washington, ha bombardato ciò che restava della Jugoslavia per tre mesi nel 1991. Poi sono arrivate le guerre di “liberazione” guidate dalla Casa Bianca per ottenere armi inesistenti in Iraq (2003) o per instaurare la democrazia in Libia (2011) e in Siria (2014). Le condanne della comunità internazionale non servono a nulla finché gli Stati Uniti proteggono Israele nel Consiglio di Sicurezza. In Ucraina Usa/Nato si scontrano con Russia   dopo  che il Patto di Varsavia ha cessato di esistere più di due decenni fa con la scomparsa dell’Unione Sovietica. Clicca qui.

L’Ucraina e don Lorenzo.

A cento anni dalla sua nascita, possiamo provare a leggere la guerra che avanza in Europa con il pensiero di don Milani? Risponde Francesco Gesualdi, che del priore di Barbiana è stato allievo: clicca qui. Il punto da cui partire per capire le ragioni e le dinamiche della guerra scoppiata nel cuore dell’Europa è che l’aggressione russa non è un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di 30 anni di rapporti logoranti fra paesi occidentali e Russia. Per ammissione generale la guerra in Ucraina non è solo fra russi e ucraini, ma fra Russia e Nato. Lo dicono gli sforzi profusi dai paesi Nato per sostenere l’Ucraina e le ragioni espresse da Mosca a giustificazione della sua aggressione. Secondo i calcoli del Keil Institute, dal gennaio 2022 al febbraio 2023, i paesi occidentali hanno stanziato a favore dell’Ucraina aiuti complessivi per 143 miliardi di euro, di cui 73 da parte degli Stati Uniti e 55 da parte dell’Unione Europea unitamente ai paesi che la compongono. Oltre un terzo dell’aiuto è stato per armi fornite principalmente da Stati Uniti (44 miliardi di euro) seguiti da Gran Bretagna (4,89 miliardi), Polonia ( 2,43 miliardi), Germania (2,36 miliardi). Per di più alcuni paesi Nato ospitano soldati ucraini per corsi di addestramento e garantiscono servizi di intelligence nel teatro di guerra.

Don Gallo, profezie e eredità del prete “eretico”.

Dieci anni dalla scomparsa di don Andrea Gallo, un’infinità di tempo in cui non si è spenta l’eco della sua voce resa roca dal sigaro e da quella… (continua)

Politiche razziste e criminali dell’attuale governo italiano.

Che sono il continuum della Turco-Napolitano, della Fini-Bossi, del Memorandum Italia-Libia di Minniti e dei noti Decreti Sicurezza di Salvini. “Siamo davvero davanti a un razzismo di Stato. Come missionario, come cristiano, ma soprattutto come essere umano, mi vergogno di questa disumanizzazione in atto”: clicca qui Alex Zanotelli.

L’antifascismo non può essere reato.

La notte del 28 aprile, il compagno ed amico Cecco Bellosi ha tolto i fiori dalla lapide di Benito Mussolini, posti poco prima da una squadra di fascisti. L’11 maggio ha subito una perquisizione durata più ore, gli è stato sequestrato telefonino personale e notes degli appunti. Sempre in quella data, Cecco ha scoperto di essere indagato dalla Procura di Como per “danneggiamento aggravato della lapide di Mussolini”! Per questo, non intende avvalersi né dell’avvocato d’ufficio, né di un avvocato di fiducia, ma intende difendersi da solo, ma contestando al magistrato di non aver agito contro l’apologia di fascismo che quella lapide rappresenta. E’ come se ci fosse la lapide di Hitler sul bunker di Berlino. Cecco Bellosi, amico del popolo kurdo e nostro amico, è presidente della comunità Il Gabbiano, autore di un progetto sui bambini down del campo rifugiati di Makhmour in nord Iraq e di un bel libro sulla Resistenza nel comasco che consiglio a tutti di leggere che si intitola “Sotto l’ombra di un bel fiore”.  Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Cecco. Questo è un Paese che invece di perseguire i fascisti e loro epigoni, dà la caccia agli antifascisti. Il rovesciamento della storia o l’adeguamento ai tempi presenti.  Siamo vicini a Cecco e a tutti gli antifascisti di ieri e di oggi. Ora e sempre Resistenza!  Berxwedan Jiyan
Associazione Verso il Kurdistan Odv

Verso la PerugiAssisi – Prende il via la 3 Settimana Civica.

Clicca qui le informazioni su come partecipare alla marcia  del 21 maggio.

Nel 75° anniversario della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani a 100 anni dalla nascita di don Milani,  dal 15 al 21 si svolgerà la terza “Settimana Civica”, una originale iniziativa dedicata alla valorizzazione e promozione dell’educazione civica delle giovani generazioni. Clicca qui il programma.

Referendum per la sanità pubblica e contro l’invio di armi in Ucraina.

Sono organizzati dal Comitato di Generazioni Future presieduto dal giurista Ugo Mattei e da influenti personalità del mondo accademico e culturale. 500mila firme entro luglio. I cittadini possono firmare ai banchetti organizzati nelle principali città italiane (clicca qui generazionifuture.org), ovvero presso gli uffici elettorali dei comuni di residenza, oppure digitalmente sulla piattaforma Itagile.it

Attraverso il primo quesito, in cui si denuncia il progressivo indebolimento della sanità pubblica in favore delle spese militari, si intende escludere le strutture private da alcuni piani sanitari territoriali e porre fine al conflitto di interessi nell’allocazione dei fondi pubblici per la sanità. Il secondo quesito è invece volto a cancellare le attuali basi giuridiche del trasferimento di armi in Ucraina. Con il terzo quesito, presentato dal Comitato Ripudia la Guerra, si vuole togliere all’Esecutivo il potere di derogare il divieto di esportazioni di armi ai Paesi coinvolti nei conflitti.

Il TAV si schianta contro il muro francese.

Come volevasi dimostrare, la Francia non ha nessuna intenzione di costruire il faraonico, inutile, costoso e inquinante Tav Torino-Lione: il buco di 57 km nelle Alpi e di 15-20 miliardi nelle casse italiane progettato negli anni ‘80 e superato dai tempi e dai dati. Il cronoprogramma del Conseil d’orientation des infrastructures rinvia la tratta francese al 2043, cioè a mai. Fra gli alti lai del cosiddetto ministro Salvini e della retrostante Confindustria.  Quale sorpresa? sono almeno undici anni che Parigi non ne vuol sapere: infatti non ha mai finanziato la sua parte. Senza la tratta nazionale francese va a cadere anche una delle ultime argomentazioni dei promotori dell’opera, cioè il guadagno di mezz’ora di tempi di percorrenza tra Torino e Lione (a costo di sventrare due valli e spendere decine di miliardi). Ora in linea teorica se la scelta del governo francese dovesse essere confermata anche i lavori per il tunnel di base (di cui non è stato ancora scavato nemmeno un metro, sebbene alcuni giornali facciano finta del contrario) dovrebbero fermarsi perchè l’Unione Europea ha condizionato i finanziamenti del tunnel alla costruzione delle linee nazionali.  Clicca qui i commenti.

No al raddoppio aeroportuale di Venezia.

Inquinamento atmosferico acustico e lagunare, traffico terrestre e acqueo, disboscamento, sarebbero le conseguenze del  progetto di  raddoppio del traffico aeroportuale di Tessera, con la crescita dai 10 milioni di passeggeri del 2019 a oltre 20 milioni/anno nel 2037, con circa un decollo o atterraggio al minuto (o due, dipende dagli orari giornalieri) e circa 60mila passeggeri al giorno. Clicca qui.

Gaia primavera.

Questo è l’indice dell’ultimo numero del trimestrale GAIA – ecologia – nonviolenza – tecnologie appropriate con i suoi 40 articoli.

“Sostenibilità” è l’opposto di “Sviluppo sostenibile”.

Il libro “L’imbroglio dello sviluppo sostenibile” di Maurizio Pallante ha vinto il premio Atlante, categoria Narrazioni, promosso dal Circolo dei lettori di Torino, una prestigiosa istituzione culturale della città. La parola «sostenibilità» e la locuzione «sviluppo sostenibile» esprimono lo stesso concetto o invece due concetti opposti? Nel libro si susseguono tutte le domande e le relative risposte su questo tema che Pallante dall’ ormai lontano 2005 sta sviluppando sulle teorie dell’economista Serge Latouche, coniando la locuzione “decrescita felice”. Un’idea eretica e fortunata che non prevede affatto che si torni a vivere in gelide spelonche azzannando coste di sedano e spostandoci su monopattini solari. Il sinonimo di «sostenibilità» infatti è «conversione economica dell’ecologia». Leggi un estratto del libro  Indice del libro

NOTAV, La terra che cura, Guidetti Serra, UG, Contro la guerra, Veloparade, Barocchio, Nakba, DebiTò.

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Sito: www.rete-ambientalista.it

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