Rassegna del 17/07/2023
Il ruggito del coniglio del sindaco pro pfas di Alessandria.
“Non perdo tempo. Adotterò una specifica ordinanza”: l’annuncio di Giorgio Abonante fa sobbalzare. Non può che essere l’ordinanza di fermata delle produzioni Pfas (cC6O4 e ADV) della Solvay di Spinetta Marengo. E’ suo dovere: lui per legge è la massima autorità sanitaria locale: conosce dalle indagini epidemiologiche dove e come si muore. Ma finora aveva messo la testa sotto la sabbia. Ora è in possesso del drammatico monitoraggio aria dell’Arpa: non è una novità bensì l’ennesima conferma del grave inquinamento atmosferico e idrico che scorre dal sobborgo alessandrino fino al lontano Comune di Montecastello. Però questa volta, evidentemente, per il sindaco la misura è colma: “Non perdo tempo” esclama in una intervista ad una emittente locale. Una ordinanza di chiusura della Solvay: clamoroso. Si richiamano alla memoria i precedenti del sindaco Mirabelli per impianti in marcia senza autorizzazione e del pretore Di Serafino per sversamenti incontrollati in Bormida.
“Adotterò una specifica ordinanza”. Però, se procediamo nella lettura dell’intervista, apprendiamo la vera natura del provvedimento: “L’ordinanza potrebbe prevedere alcune limitazioni o obblighi a carico della popolazione, come era capitato quando venne trovato Cloroformio in alcune cantine di Spinetta”. Abonante impose agli abitanti di non accedere alle proprie cantine senza mezzi di protezione per il cloroformio che risaliva dalle falde, ma non prescrisse alla Solvay di eliminare lo scarico della sostanza tossica e cancerogena -secondo l’Arpa- dal cielo e nell’acqua. Cosa ordinerà ora agli abitanti per limitare i Pfas tossici e cancerogeni che piovono dal cielo: di respirare meno? Oppure ordinerà a Eolo di modificare direzione ed intensità dei venti (Sud Ovest-Nord Ovest per Spinetta e Nord-Nord Est per Montecastello) di modo che le postazioni di monitoraggio Arpa non siano più sottovento rispetto alle ciminiere di scarico?
E’ grottesco questo ruggito del coniglio, è scandaloso questo sindaco, al quale sfiora appena “l’ipotesi più estrema, imporre eventuali limitazioni alla produzione di queste sostanze”. Tappare le ciminiere, no? Non si sente né Mirabelli né Di Serafino, e scarica le proprie peculiari responsabilità su Arpa, Asl, Provincia, Regione, con le quali in realtà si narcotizza annusando il programma “Solvay One Planet” della multinazionale: “Emissioni in atmosfera verso impatto zero nel 2030”.
Si avvale, per la prossima conferma elettorale, della compiacenza dei giornali locali che, nelle loro censure, non riescono certo a oscurare la nostra martellante denuncia.
Giovani all’attacco della Solvay di Spinetta Marengo.
Chi l’ha detto che i giovani non alzano lo sguardo dal telefonino e non si accorgono che l’ambiente circostante colpito da Solvay sta irrimediabilmente compromettendo la loro vita? Sono giovani i cittadini del “Comitato Stop Solvay” che hanno dato vita alle manifestazioni per le vie di Alessandria sotto gli striscioni “Solvay incompatibile con la vita. Chiusura e bonifica subito”, e che hanno organizzato tramite l’Università di Liegi il clamoroso monitoraggio della presenza di Pfas nel sangue della popolazione.
A sua volta, Ànemos è un gruppo di cittadini che si è unito per tutelare la salute contro l’inquinamento di Spinetta Marengo e Alessandria, e al suo interno sono proprio ragazzi e ragazze il nucleo attivo, tramite anemos.salute@gmail.com, pagina Facebook Ànemos salute-inquinamento Alessandria- Fraschetta e Instagram anemos.alessandriafraschetta.
300 residenti si erano illusi, presentando una proposta popolare di delibera del consiglio comunale, per una conclusione dell’indagine epidemiologica che sfociasse nell’eliminazione delle cause delle malattie e delle morti in eccesso, in altre parole nella fermata delle produzioni incriminate. E’ naturale che si siano sentiti presi in giro nelle promesse dell’inerte sindaco, vieppiù dopo l’ultimo monitoraggio dell’Arpa sui Pfas nei cieli tra i comuni di Alessandria e Montecastello.
Nelle prossime assemblee in preparazione, sarà importante un primo censimento delle Vittime: ammalati e famigliari dei deceduti, che intendono partecipare alla causa civile collettiva -class action- di risarcimento dei danni fisici ed esistenziali.
I compagni sopravvissuti ai Pfas.
Diamo a Cesare quello che è di Cesare: la CGIL fu, nel 2002, la prima (dopo Lino Balza) a denunciare l’estrema pericolosità dei Pfas sulla salute. Lo fece con un giornalino aziendale “Informa Filcea” (clicca qui) distribuito ai lavoratori dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo. Ma, a differenza di Balza, da allora in poi la CGIL ha fatto “Zitto e mosca!” e l’“esortazione” (di Solvay&Comune) a fare totale silenzio e a mantenere assoluta riservatezza è stata osservata fino all’eccezione della testimonianza della dimissionaria segretaria della Camera del Lavoro al processo del 2009.
15 anni dopo, la CGIL (Spi Cgil) prende la parola tramite il comitato “Vivere in Fraschetta” che comprende i pensionati: abitanti anziani tutto sommato soddisfatti di essere fino ad oggi sopravvissuti, e dunque non troppo esigenti a pretendere decisioni dal primo cittadino (peraltro della stessa corrente politica), men che meno una ordinanza di chiusura delle produzioni di Solvay che tutti sanno -loro per primi- responsabili “della maggiore incidenza di alcune tipologie di tumori”: più che dimostrata dalle numerose indagini epidemiologiche. Così, con consumata ipocrisia, i vecchi compagni di sopravVivere in Fraschetta giurano “non vogliamo la chiusura della Solvay, ma vorremmo sapere” dal compagno sindaco “se c’è ‘un nesso’ tra le produzioni del Polo Chimico e la maggiore incidenza di alcune patologie.” Come sono candidi. Che tenerezza il candore dei capelli.
Pfas nel Garda.
Secondo le analisi commissionate dal Coordinamento Ambientale Alto Garda e Ledro, dal depuratore del Linfano i Pfas finiscono nel Rio Salone, poi nel Sarca e infine nel lago di Garda.
Stop acqua potabile nel vicentino.
Premesso che, per tutelare sul serio la salute, il limite di Pfas nell’acqua dovrebbe essere zero, è stato superato lo stesso parametro di 0,100 µg/l previsto dal decreto legge entrato in vigore per nota della Regione Veneto il 30 maggio 2023. A nulla serve il sistema di filtraggio, così il sindaco di Montebello Vicentino ha emesso un’ordinanza che stabilisce la temporanea sospensione dell’uso dell’acqua potabile a scopo alimentare su tutto il territorio comunale.
Pfas dalla Lombardia alla Toscana.
Mentre il Corriere della Sera pubblica l’anteprima di uno studio effettuato da Greenpeace sull’acqua ad uso potabile della Lombardia con allarmanti concentrazioni di Pfas in diverse zone, in Toscana l’Arpat si conferma avanguardia italiana nei controlli pubblicando l’ennesimo dossier del suo “Monitoraggio ambientale corpi idrici superficiali: fiumi, laghi, acque di transizione”, ovvero la ricerca di sostanze pericolose in organismi che occupano l’apice della catena alimentare in ecosistemi fluviali. Il monitoraggio sulle circa 250 stazioni dislocate in fiumi, torrenti, laghi e foci, è stato suddiviso in tre anni.
Ebbene: “Tutti i campioni di biota fluviali risultano classificati non buono, a causa del superamento della concentrazione ammessa dalla normativa ambientale vigente, di mercurio e Pfas. Sono evidenti sostanze utilizzate dalle industrie, di tutta Italia, che finiscono a varie concentrazioni nelle acque fluviali e nei pesci d’acqua dolce fino alla foce di Arno, Serchio, Ombrone, Cornia, San Rocco”.
Commentano i giornali toscani: “E’ evidente che con queste sostanze chimiche non è lecito “scherzare” perché ne va della salute degli esseri umani e viventi e della natura in generale e, se si pensa che l’inquinamento proviene chiaramente dalle industrie, la domanda che da anni ci si pone resta invariata: perché anche a costi maggiori l’industria italiana non produce prodotti privi di sostanze chimiche pericolosissime come i pfas? La politica regionale fino a quando potrà continuare a tacere su questi temi?”
Perché, aggiungiamo, il parlamento non mette al bando la produzione dei Pfas della Solvay di Spinetta Marengo? (Disegno di Legge Andrea Crucioli).
Lo scandalo Pfas scuote gli Stati Uniti.
Nell’acqua che esce dai rubinetti di quasi la metà di uffici e abitazioni americane ci sono più di 12 mila prodotti chimici legati ai PFAS. Secondo uno studio dello United States Geological Survey (USGS) metà dell’acqua della nazione è inquinata. La ricerca è stata condotta raccogliendo campioni da 700 rubinetti nelle case, scuole e uffici, equamente distribuiti fra zone rurali e urbane. Secondo USGS, i PFAS sono stati rilevati con maggior frequenza nelle aree urbane o nelle zone ad alta densità industriale. La stima è che il 75% dell’acqua nelle zone urbane contiene almeno una tipologia di PFAS, nelle zone rurali questa percentuale scende al 25%. Le Grandi Pianure, la regione dei Grandi Laghi e la California sono le regioni con la più alta concentrazione di PFAS nelle acque potabili.
I risultati dello studio dello USGS non giungono a sorpresa per gli esperti Già nel 2020 gli scienziati dell’Environment Working Group avevano pubblicato una ricerca in cui stimavano che oltre 200 milioni di americani potevano avere PFAS nell’acqua delle loro abitazioni. Nel 2015 un report del Center for Disease Control and Prevention aveva rilevato la presenza di PFAS nel sangue di oltre il 95% degli statunitensi.
L’EPA (Agenzia per la Protezione ambientale) associa ai PFAS gravi rischi per la salute incluse alcune forme di cancro, ritardi nello sviluppo e ripercussioni sulle donne incinte, nella consapevolezza che i processi industriali in cui i PFAS sono coinvolti sono moltissimi: nei processi per il trattamento dei tessuti, delle pentole antiaderenti, nei detergenti, negli articoli medicali e nelle protesi mediche o nei camici chirurgici. senza contare la placcatura dei metalli e la lavorazione del petrolio ecc.
Class action contro Solvay: risarcisca le Vittime dei PFAS.
Solvay paghi i danni del disastro ecosanitario di Spinetta Marengo Alessandria.
Clicca qui il video CIVG della Conferenza di presentazione della causa civile collettiva dei lavoratori, cittadini, comitati e associazioni.
Il Dossier (500 pagine) del Movimento di lotta per la salute Maccacaro è disponibile a chi ne fa richiesta.
In merito ai Pfas, sul Sito www.rete-ambientalista.it alla voce PFOA sono disponibili 711 articoli.
Sito: www.rete-ambientalista.it
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