[Pressenza] L’Obesità che avanza tra sottovalutazione, stigma e scarsa prevenzione. Il caso della Campania

Rassegna 03/03/2024

Pressenza

Notizie da Pressenza IPA – 03.03.2024

L’Obesità che avanza tra sottovalutazione, stigma e scarsa prevenzione. Il caso della Campania

Giovanni Caprio

L’eccesso ponderale, inteso come sovrappeso e obesità, favorisce l’insorgenza di numerose patologie e/o aggrava quelle preesistenti, riducendo la durata della vita e peggiorandone la qualità. Secondo le ultime stime disponibili a sovrappeso e obesità sarebbero attribuibili oltre 5 milioni di decessi in tutto il mondo (pari al 9% di tutti i decessi) e complessivamente oltre 40 milioni di anni vissuti con disabilità. In Italia, invece,  si stima che sia responsabile di oltre 64.000 decessi (ovvero del 10% di tutti i decessi) e di oltre 571.000 anni vissuti con disabilità. Nel 2022 si attestano a più di un miliardo le persone nel mondo con obesità. A livello mondiale, l’obesità tra gli adulti è più che raddoppiata dal 1990, ed è quadruplicata tra i bambini e gli adolescenti (dai 5 ai 19 anni di età).

Sono i numeri di una vera e propria epidemia quelli diffusi dall’OmsOrganizzazione Mondiale della Sanità e frutto di una recente ricerca pubblicata su Lancet, in occasione della Giornata mondiale sull’obesità che si celebra il 4 marzo: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(23)02750-2/fulltext.  Di recente oltre 20 organizzazioni in Italia hanno sottoscritto un Manifesto che traccia le linee di intervento per cercare di arginare l’obesità: dare priorità all’obesità come malattia non trasmissibile, costruire l’alfabetizzazione sanitaria, ottimizzare le strategie di prevenzione, migliorare i servizi alla persona.

Secondo i dati Istat presentati durante il quinto Italian Obesity Barometer Summit, in Italia nel 2022 la percentuale di adulti con sovrappeso e obesità, pari al 46,3 per cento, è tornata ai livelli pre-pandemia, durante la quale si era raggiunto il picco del 47,6 per cento. Tuttavia, è solo il numero di persone con sovrappeso che è sceso, tanto che quello delle persone con obesità è passato dal 10,9 per cento del 2019 all’11,4 per cento nel 2022, con un picco del 12 per cento nel 2021. Solo il 17,2 per cento della popolazione di 3 anni e più in Italia dichiara di consumare almeno 4 o più porzioni di frutta o verdura al giorno. Oltre 21 milioni di persone, ovvero il 37,2 per cento della popolazione di 3 anni e più, dichiarano di non praticare né sport né attività fisica nel tempo libero, con marcate differenze di genere: è sedentario il 40,6 per cento delle donne contro il 33,6 per cento degli uomini. Per quanto riguarda la popolazione infantile, l’Italia è tra i Paesi europei con la maggior prevalenza di sovrappeso e obesità. Il 59,1 per cento delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga attività fisica adeguata. Una scorretta alimentazione e una inadeguata attività fisica, seppur legati a comportamenti individuali, sono fortemente influenzati dalle condizioni sociali, economiche e culturali del contesto in cui si vive.

E’ un’emergenza sociale, commenta la Presidente della Società italiana di Pediatria, Annamaria StaianoL’obesità è un modello precursore di malattie croniche, come diabete, malattie cardiovascolari etc, che il Servizio Sanitario Nazionale deve affrontare in epoche successive della vita. Occorre investire maggiormente sulla prevenzione, a cominciare dall’educazione sanitaria nelle scuole. La scuola rappresenta un luogo insostituibile, non solo per l’apprendimento di nozioni ma anche per un complessivo sviluppo psico-fisico dei bambini e dei ragazzi. Per questo motivo è anche il luogo ideale per mettere in atto, sul campo, la vera prevenzione. Insegnare ai bambini, sin dalle prime epoche della vita, quali solo le sane scelte alimentari, gli stili di vita salutari, i comportamenti che mettono a rischio la salute significa formare cittadini preparati sui temi della sanità pubblica e creare le condizioni per migliorare la salute delle future generazioni.

Ad allarmare particolarmente è poi il caso della regione Campania. Secondo un Report dell’Istituto Superiore di Sanità la Campania spicca per lo storico primato di Regione con la più alta prevalenza di persone in eccesso ponderale (50,6%), ovvero il 38% in sovrappeso e il 12% obesa nel biennio 2020-2021: https://www.epicentro.iss.it/ben/2023/1/sovrappeso-obesita-italia“Con un andamento che dal 2008 non accenna ad alcun miglioramento, scrivono Maria Masoccoa, Valentina Minardia, Benedetta Contolia, Giada Minellib, Valerio Mannob, Luigi Cobellisc e Donato Greco  nel loro articolo, l’eccesso ponderale in Campania disegna, come nel resto del Paese, significative differenze per genere, età e gradiente sociale: nel biennio 2020-2021 l’eccesso ponderale fra i residenti campani coinvolge il 59% degli uomini (vs 42% delle donne), il 62% delle persone 50-69enni, il 57% dei più poveri (coloro che riferiscono di avere molte difficoltà ad arrivare alla fine del mese con le risorse finanziarie a loro disposizione) e il 69% delle persone con basso livello di istruzione. L’essere consapevoli del proprio eccesso ponderale favorisce l’adozione di comportamenti adeguati, come seguire una dieta per perdere peso (dalle ultime stime disponibili su questi aspetti, relative al 2017-2019, si evince che solo il 26% delle persone in eccesso ponderale riferisce di seguire una dieta per perdere peso, ma questa quota sale al 34% fra le persone in eccesso ponderale consapevoli di esserlo). Tuttavia, la consapevolezza di essere in eccesso ponderale non è così frequente: fra le persone in sovrappeso meno della metà (49% in Italia e 38% in Campania) ritiene troppo alto il proprio peso corporeo; questa quota aumenta nelle persone obese fra le quali però non è trascurabile chi ritiene il proprio peso adeguato (più di 1 su 10).”

Occorre intervenire con urgenza per superare l’attuale disattenzione nei confronti della cura dell’obesità, per contrastare lo stigma sociale, per prevenire con interventi mirati su alimentazione e sport, ma soprattutto per far sì che l’obesità sia considerata dal Governo, dal  Sistema Sanitario Nazionale (a quando la sua inclusione nei LEA?) e dalle stesse persone con obesità, una malattia cronica che richiede la giusta attenzione le cure appropriate e una gestione di lungo termine.

Qui gli approfondimenti dei pediatri della SIP: https://sip.it/2022/03/04/dai-5-pasti-al-giorno-alla-convivialita-in-famiglia/https://sip.it/2017/09/25/non-solo-sport-ma-anche-gioco-la-piramide-dellattivita-fisica-e-motoria-per-combattere-lobesita/.

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