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Cop16, davanti alla FAO “l’assemblea degli esseri viventi” del Climate Pride

Manuela Murgia (TeleAmbiente) – 25/02/2025

Cop16, davanti alla FAO “l’assemblea degli esseri viventi” del Climate Pride – Notizie da TeleAmbiente TV News

 

Inizia la seconda sessione dei negoziati della Cop16(bis) alla FAO e nuovo Flash mob davanti alla sua sede, questa volta è la Rete del Climate Pride a far sentire la sua voce.

Legambiente, Greenpeace, Rete Asud e WWF, le associazioni che compongono il Climate Pride, hanno dato vita a una “COP16 della natura” in cui sono le specie animali a decidere come salvaguardare la biodiversità proteggendo e ripristinando gli ecosistemi naturali in modo giusto ed equo, per le generazioni che verranno. Le associazioni ambientaliste chiedono non solo che il denaro sia stanziato ma che ciò venga fatto ascoltando il punto di vista delle popolazioni autoctone che poi dovranno utilizzare le risorse loro affidate per salvaguardare la natura.

Obiettivo della riapertura dei lavori, dopo il flop dei negoziati a Cali, in Colombia, tra il 21 ottobre e il 1° novembre 2024, è il rafforzamento del Global Biodiversity Framework di Kunming-Montreal (KMGBF) della COP15, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, per fermare la perdita di natura entro il 2030.

Laura Greco, del Climate Pride, ha dichiarato a TeleAmbiente: “Crediamo che sia importante che questi fondi debbano essere stanziati ascoltando quelli che sono i diritti delle popolazioni che abitano i luoghi dove c’è la biodiversità. È molto importante che le soluzioni alla protezione della biodiversità non vengano definite soltanto dalla finanza globale, ma anche dalle comunità che storicamente hanno sempre protetto la biodiversità con pratiche sostenibili ed ecologiche.”

Mattia Lolli, del Climate Pride, ribadisce la necessità di non accettare un accordo al ribasso: “Un buon accordo significa trovare i fondi per proteggere la biodiversità attraverso il protagonismo della scienza, ma anche delle comunità indigene e le comunità locali. E per farlo secondo noi è facile, basta tagliare i sussidi ambientalmente dannosi, i sussidi alle fonti fossili e cominciare a investire nelle rinnovabili e nella biodiversità.”

Martina Borghi, del Climate Pride, ha dichiarato: “L’accordo di Montreal per proteggere la biodiversità, il 30% delle terre e il 30% degli oceani entro il 2030, è stato siglato nel 2022. Ora siamo nel 2025, è tempo davvero di andare verso azioni concrete e di sbloccare questi fondi senza i quali tutte le promesse fatte per la manutenzione e la protezione della biodiversità mondiale non hanno un senso.” Il 24 febbraio Greenpeace ha organizzato un’altro flash mob davanti alla FAO per dare un segnale forte di presenza e pressione.

Era presente anche Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente di Fondazione UniVerde, associazione che ha lanciato un appello al governo, sottoscritto anche da TeleAmbiente, sulla salvaguardia della biodiversità nel nostro Paese: “Il tema della protezione della biodiversità è stato inserito nella nostra Costituzione nel 2022 con una modifica, l’articolo 9, e si trova quindi tra i nostri principi fondamentali. Per la salvaguardia della natura rimane però ancora molta strada da fare, tanto in Italia quanto nel resto del mondo. C’è la conferenza mondiale per la tutela della biodiversità, è una delle convenzioni importanti, una delle convenzioni firmate a Rio insieme al cambiamento climatico, alla desertificazione, e il governo italiano è sostanzialmente assente. Questo è il livello,  la Presidente del Consiglio di un paese che ha la biodiversità in Costituzione, doveva venire qui. Noi dobbiamo pretendere che le norme non siano solo scritte ma siano applicate, questo è il dovere, ed è l’appello che abbiamo lanciato insieme anche a TeleAmbiente per fare in modo che le leggi dello Stato siano aggiornate al nuovo articolo 9 della Costituzione e che gli statuti comunali e regionali siano adeguati.

Intanto i manifestanti si danno appuntamento al prossimo evento: “Non ci fermeremo, ci rivediamo per le strade di Roma e anche in Brasile per la COP30 a novembre“, promettono.

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