“Da Roma e dalle città devono venire le risposte concrete che servono a battere il riscaldamento globale”.
Legambiente rilancia al Sindaco Alemanno, in partenza per Copenhagen dove domani parteciperà ad un Forum di città europee e si confronterà la delegazione dell’associazione ambientalista, l’appello ad azioni immediate da attuarsi a partire da Roma.
Degli 11 milioni di tonnellate di anidride carbonica prodotta ogni anno nel Lazio dal traffico privato, ben il 75% si produce nell’area metropolitana di Roma. E’ circa un quarto del totale delle emissioni del Lazio, che si attestano a circa 42 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, un’enormità. Traffico ed energia sono i principali responsabili delle emissioni: nel complesso ai trasporti si deve il 42% della CO2, alla produzione di energia il 34%, agli usi civili il 17%, all’industria il 5% e all’agricoltura il 2% (dati Lazio Inventario Annuale delle Emissioni di gas serra pubblicato da Enea nel 2009, con riferimento al 2005).
“E’ nelle città che si deve vincere la sfida contro i cambiamenti climatici: a Roma invece le emissioni di anidride carbonica sono cresciute di almeno il 20% negli ultimi dieci anni – hanno dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Servono scelte immediate e concrete su più fronti: bisogna limitare il traffico privato e fare spazio al mezzo pubblico e alle bici; si deve soprattutto risparmiare energia ma anche sulle fonti rinnovabili serve una rivoluzione, devono coprire i tetti di tutti i palazzi; vanno attuate campagne per la riduzione dei rifiuti passando al porta a porta in tutta la città; i parchi e l’Agro Romano devono vedere profonde azioni di forestazione piantando migliaia di alberi. Non c’è tempo, i danni dei cambiamenti climatici sono già enormi, serve un cambiamento nelle città con scelte ben concrete ed incisive da parte di chi amministra.”
“La Conferenza delle parti non può fallire, da Copenhagen si deve lanciare una grande sfida contro i mutamenti climatici e le loro conseguenze –ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria nazionale di Legambiente, da Copenhagen-. Serve un nuovo protocollo che preveda misure drastiche per ridurre le emissioni con azioni nette e precise e sanzioni severe per coloro che non rispetteranno gli impegni, ma anche azioni e risorse per mitigare gli impatti delle conseguenze dei mutamenti climatici su quelle comunità e sui quei territori già così sofferenti e fragili. Sei milioni di persone ogni anno diventano profughi ambientali. Tutto ciò passa però anche attraverso un potenziamento del futuro protocollo dal basso, e cioè da azioni quotidiane di ognuno di noi più sostenibili e da un protagonismo delle Amministrazioni locali sempre più forte.”
Roma, 14 dicembre 2009
Ufficio Stampa Legambiente Lazio