C’è una parola magica che nel nostro paese tutto giustifica, con la quale è possibile scavalcare regole e responsabilità stabilite, aggirare le forme di controllo democratico, snaturare le funzioni di enti ed istituzioni. Questa parola magica è Emergenza; uno dei suoi strumenti d’elezione è la decretazione di urgenza.
Con l’ennesimo ricorso alla decretazione d’urgenza, il Governo sta procedendo allo smantellamento della tutela del territorio e del Ministero dell’Ambiente, ad essa preposto. Il decreto legge n. 195 varato il 30 dicembre 2009, lo stesso attraverso il quale viene posto temine all’emergenza rifiuti in Campania e viene costituita la Protezione Civile S.p.A., sottrae infatti risorse economiche e riduce dirigenti e uffici al Ministero dell’Ambiente, mettendo così il Ministero nell’impossibilità di operare per i suoi scopi istituzionali di monitoraggio e prevenzione.
Lo scopo del provvedimento è quello di istituire e pagare un nuovo Ispettorato, con dei commissari dotati di poteri straordinari, a cui saranno trasferite le competenze della gestione dell’emergenza nelle situazioni a più elevato rischio idrogeologico sul territorio nazionale, un’emergenza che però è stata generata dalla mancanza di pianificazione e di progetto da parte del Ministero e che contraddistingue l’operato del Governo.
Nessuna riposta è stata fornita alle domande avanzate dalla RdB Pubblico Impiego in merito al destino di tanti lavoratori del Ministero dell’Ambiente impegnati negli uffici coinvolti dal provvedimento.
La RdB si oppone a questo nefasto progetto e, come già avvenuto col sostegno dato ai lavoratori dell’ISPRA, sosterrà la lotta dei lavoratori del Ministero dell’Ambiente ponendo in essere ogni possibile azione di contrasto e di informazione e rivolgendo un appello a tutte le forze politico-parlamentari, sociali e dell’ambientalismo per costruire un’iniziativa comune e rilanciare un Ministero dell’Ambiente di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile e la tutela delle risorse, con fondi e competenze adeguate.
Roma, 13 gennaio 2010
Ufficio Stampa