“Gaza, il blocco israeliano continua a soffocare la vita quotidiana”

Un anno dopo la fine dell’offensiva militare a Gaza, Amnesty International ha dichiarato che Israele deve porre fine al soffocante blocco della Striscia di Gaza…

…che isola 1.400.000 palestinesi dal mondo esterno e li
costringe a vivere in condizioni di poverta’ disperate. L’organizzazione
per i diritti umani ha raccolto e reso note una serie di testimonianze di
persone che ancora hanno difficolta’ a ricostruire le loro vite a seguito
dell’operazione ‘Piombo fuso’, che provoco’ 1400 morti e alcune migliaia
di feriti.

‘Le autorita’ israeliane affermano che il blocco di Gaza, in vigore dal
giugno 2007, e’ la risposta al lancio indiscriminato di razzi contro il
sud d’Israele da parte dei gruppi armati palestinesi. La realta’,
tuttavia, e’ che il blocco non prende di mira i gruppi armati ma piuttosto
punisce l’intera popolazione di Gaza, limitando l’ingresso di cibo,
forniture mediche, strumenti educativi e materiale da costruzione’ – ha
dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa
del Nord di Amnesty International. ‘Ai sensi del diritto internazionale,
il blocco rappresenta una punizione collettiva e va tolto immediatamente’.

A Israele, in quanto potenza occupante, il diritto internazionale richiede
di assicurare il benessere degli abitanti di Gaza, tra cui i loro diritti
alla salute, all’educazione, al cibo e a un alloggio adeguato.

Durante l’operazione ‘Piombo fuso’, dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio
2009, furono uccisi 13 israeliani tra i quali tre civili nel sud d’Israele
e decine furono i feriti a seguito del lancio indiscriminato di razzi da
parte dei gruppi armati palestinesi.

A Gaza, gli attacchi israeliani danneggiarono o distrussero edifici e
infrastrutture civili, tra cui scuole, ospedali e impianti idrici ed
elettrici. Migliaia di case vennero distrutte o furono gravemente
lesionate.

Delle 641 scuole di Gaza, 280 vennero danneggiate e 18 distrutte. Poiche’
piu’ della meta’ della popolazione di Gaza ha meno di 18 anni,
l’interruzione dei programmi educativi a causa dei danni provocati
dall’operazione ‘Piombo fuso’ sta avendo un impatto devastante.

Anche gli ospedali hanno subito le conseguenze dell’offensiva militare e
del blocco. Le autorita’ israeliane negano spesso, senza fornire
spiegazione, l’ingresso a Gaza dei camion dell’Organizzazione mondiale
della sanita’, contenenti aiuti sanitari.

I pazienti con gravi patologie che non possono essere curati sul posto
continuano a vedersi negare o ritardare il permesso di lasciare la
Striscia di Gaza. Il 1° novembre 2009, Samir al-Nadim, padre di tre figli,
e’ deceduto dopo che il permesso di lasciare Gaza per subire un’operazione
al cuore era stato rimandato per 22 giorni.

Amnesty International ha parlato con molte famiglie, le cui abitazioni
vennero distrutte nel corso dell’operazione militare israeliana e che a un
anno di distanza vivono ancora in alloggi temporanei.

Un anno fa, durante il conflitto, Mohammed e Halima Mslih lasciarono il
villaggio di Juhor al-Dik insieme ai loro quattro bambini. Mentre erano
assenti, la loro casa venne demolita dai bulldozer israeliani. ‘Quando
siamo tornati, c’erano tutte macerie. La gente ci dava da mangiare,
perche’ non ci era rimasto piu’ niente’ – ha raccontato Mohammed Mslih. La
famiglia Mslih ha trascorso i primi sei mesi dopo il cessate il fuoco in
una tenda di nylon. Ora e’ riuscita a costruire un’abitazione permanente
ma teme che le continue incursioni israeliane possano abbatterla
nuovamente.

La disoccupazione a Gaza sta crescendo vorticosamente, dato che le piccole
attivita’ commerciali rimaste in piedi stentano a sopravvivere a causa del
blocco. Lo scorso dicembre, le Nazioni Unite hanno reso noto che il dato
era superiore al 40 per cento.

‘Il blocco sta strangolando praticamente ogni aspetto della vita della
popolazione di Gaza, oltre la meta’ della quale e’ composta da giovani. Il
crescente isolamento e la sofferenza degli abitanti di Gaza non possono
continuare. Il governo israeliano deve rispettare i propri obblighi legali
in quanto potenza occupante e togliere il blocco senza ulteriore ritardo’
– ha concluso Smart.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 18 gennaio 2010

 

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