Tra poche settimane nasceranno duecento orti nello splendido monumento naturale di Mazzalupetto. “E una buona notizia per i cittadini, un obiettivo che si raggiungerà dopo la proposta lanciata proprio da Legambiente un anno fa e prontamente raccolta e rilanciata dall’Assessore Valentini -ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, siglando il protocollo sul tema-. E’ fortemente simbolico che si parta dagli immensi spazi agricoli all’interno delle aree protette della campagna romana, in modo da rilanciare un’ agricoltura di qualità, gestita direttamente dal cittadino, con un obiettivo anche educativo e come risposta al desiderio sempre più diffuso di “sapere cosa si mangia”. Nelle prossime settimane lavoreremo, in tal senso, ad una proposta di regolamento per avviare alcune questa prima iniziativa. Da sottolineare che l’iniziativa nasce mettendo assieme istituzioni ed associazioni, un valore aggiunto per il futuro degli orti a Roma e nel Lazio. C’è tanta voglia di natura, di verde nella Capitale e nella nostra region e quella degli orti può essere una risposta decisamente interessante.” Così Legambiente commenta la firma del protocollo di intesa con Assessorato all’agricoltura della Regione Lazio, ARSIAL e RomaNatura, oltre che con Legambiente Lazio e Associazione Acqua Sole Terra.
LEGAMBIENTE SIGLA PROTOCOLLO INTESA CON REGIONE LAZIO
Dagli orti nei giardini reali agli orti anti-recessione, dai city farmer agli orti sociali, dagli orti per il tempo libero agli orti familiari fino agli orti per gli anziani sono decine e decine le iniziative di orti urbani avviate in città italiane ed europee, ma anche spesso oltre Oceano, che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore e avanzano e s’ accrescono di giorno in giorno. Sin dagli anni ‘20 s’avvio il fenomeno degli orti in Europa, e oggi gli orti urbani in Svizzera o in Germania costituiscono vere e proprie fasce verdi, in Olanda fanno parte integrante della progettazione dei grandi parchi urbani e in Gran Bretagna sono previsti come servizi complementari alla residenza. Grande successo anche in Francia dove sono molteplici i casi a Parigi ed in altre regioni, piuttosto che ad Helsinki in Finlandia e recentemente addirittura nel St. James Park, il bellissimo parco di fronte a Buckingham Palace di Londra. A New York è in atto una vera e propria “rivoluzione orticola”, che vede gli orti hanno superato piante e fiori, piazzandosi al secondo posto subito dopo i giardini, con associazioni, comunità, coalizioni di bio-coltivatori metropolitani, mentre a Provindence sono i Community Gardens, orti di quartiere condivisi tra più persone, ad andare per la maggiore. In Italia una delle più interessanti esperienze è quelle di Torino, anche se pure Parma ha seguito una via molto simile e sono da segnalare anche le esperienze di Ancona e Modena.
Obiettivi degli orti urbani non sono quasi mai solo legati alla produzione, ma anche al miglioramento delle interrelazioni tra le persone, delle risorse naturali e del territorio, azioni per ridurre la quota personale di inquinamento e diminuire il senso di dipendenza dall’industria del cibo cambiando il nostro modo di pensare risparmi energetici. Un efficace sistema anche per intervenire sulle situazioni di degrado e abbandono di molte zone delle città, per vivacizzare le zone parco particolarmente vocate all’agricoltura e per incentivare il cittadino a frequentare di più le stesse aziende agricole romane. Dal punto di vista sociale la coltivazione amatoriale dell’orto può costituire una valida risposta al desiderio di “sapere cosa si mangia”, rappresentando, allo stesso tempo, un’opportunità per investire positivamente il proprio tempo libero, per stare all’aria aperta, per fare esercizio fisico producendo beni di consumo, per socializzare, uscendo dalla monotonia della routine cittadina. La firma del protocollo segue ad una prima fase di studio ed analisi realizzata da Legambiente, che ha permesso di scoprire numeri da primato, di grandissimo interesse – 56mila ettari su 286.898, ossia il 9,12% dei parchi laziali, sono destinati alle coltivazioni-, con una seconda fase che si è focalizzata nella Capitale sulle undici aree protette gestite da RomaNatura, sul Parco Naturale Regionale di Veio e sul Parco Regionale dell’Appia Antica, proponendo sul loro territorio il rilancio di un’agricoltura di qualità, attraverso la ricostituzione di orti urbani che i cittadini possano gestire o in cui possano acquistare direttamente.
Roma, 9 Febbraio 2010
Ufficio Stampa
Legambiente Lazio