Ecosistema Scuola: Lazio, 2° posto per manutenzione ordinaria, 6° per straordinaria

Con 24mila Euro di spesa media per edificio scolastico, il Lazio si piazza al secondo posto tra le regioni che spendono di più per la manutenzione ordinaria delle scuole dell’obbligo.

ECOSISTEMA SCUOLA DI LEGAMBIENTE: LAZIO AL 2° POSTO PER MANUTENZIONE ORDINARIA E AL 6° PER QUELLA STRAORDINARIA. CRESCE ROMA (24°), FROSINONE 10° PRIMA CITTÀ DEL CENTRO SUD DEL PAESE.

Con 24mila Euro di spesa media per edificio scolastico, il Lazio si piazza al secondo posto tra le regioni che spendono di più per la manutenzione ordinaria delle scuole dell’obbligo. Una cifra significativa che a Roma arriva a oltre 26mila Euro, facendo guadagnare alla Capitale il secondo posto nella top ten dei Comuni più virtuosi. Investimenti quanto mai necessari, visto che una scuola su cinque (19,06%) continua ad avere bisogno di interventi urgenti di manutenzione. Volgono finalmente al positivo i dati di “Ecosistema Scuola 2010”, l’indagine di Legambiente sullo stato di salute degli edifici scolastici, che quest’anno celebra il suo decennale, e che nel Lazio ha messo sotto osservazione 1.207 scuole dell’obbligo e dell’infanzia nei cinque capoluoghi laziali in relazione al 2008, dove studiano 255.057 studenti.
Il Lazio si distingue anche per la manutenzione straordinaria, al sesto posto della classifica nazionale con circa 54mila euro per ogni edificio, con Frosinone terza, dopo Milano e Bologna, nella graduatoria dei singoli Comuni, con oltre 93mila euro, e Roma decima con più di 57mila. Buone notizie anche sul fronte classifica generale, che rileva un miglioramento nello stato di salute delle strutture e dei servizi. Nella classifica spicca di nuovo Frosinone, che, proprio grazie agli investimenti nella manutenzione straordinaria, guadagna il 10° posto assoluto (71,43%), rispetto al 53esimo del 2009, prima città del centro sud del Paese. Buona performance anche da parte di Roma, prima delle grandi città, non solo grazie ai fondi per la manutenzione ordinaria, ma anche ad una buona attenzione alla raccolta differenziata, elementi che la fanno posizionare al 24esimo posto della classifica generale (63,68%), rispetto al 35esimo dello scorso anno. Guadagna posizioni anche Rieti, che sale dal 67esimo al 48esimo posto (41,12%), mentre perdono terreno Latina, al 65esimo posto (rispetto al 59esimo), con un percentuale del 29,17%, e Viterbo al 73esimo (rispetto al 64esimo), con il 20,97%.
Il miglioramento dello stato di salute degli edifici scolastici a Roma e nel Lazio dimostra che quando gli interventi si fanno i risultati si vedono, che è possibile vincere la difficile sfida della manutenzione delle nostre scuole. Ora che la strada c’è bisogna andare avanti con gli investimenti, per dare continuità alle iniziative –ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente-. Il futuro della scuola passa anche dalla qualità delle strutture che ospitano studenti e insegnanti, per questo è positivo che crescano gli investimenti nella manutenzione ordinaria, segno di un’attenzione da parte delle istituzioni con interventi programmati nel tempo, piuttosto che adottati solo per rispondere alle emergenze. Chiediamo che si continui in questo senso, puntando sempre più sullo svecchiamento degli edifici, sulla loro messa in sicurezza e sulla diminuzione del rischio ambientale, nonché su pratiche di sostenibilità, raccolta differenziata, risparmio energetico e fonti rinnovabili, incrementando anche in questo settore l’occupazione verde.”
Gli ingenti investimenti nella manutenzione si rivelano quanto mai necessari, visto che una scuola su cinque (19,06%) continua ad avere bisogno di interventi urgenti in tal senso, con quasi due su dieci (18,47%, rispetto al 10,78% dello scorso anno) che ne hanno subiti negli ultimi cinque anni. Sul fronte dell’età degli edifici, quelli che hanno più di trent’anni scendono dal 53,26% al 47,51%, mentre salgono dal 46,29% al 52,49% quelli costruiti dopo il 1974 (anno in cui la legge ha stabilito i criteri di edilizia antisismica). Scendono però dal 10,24% al 5,32% le strutture edificate dopo il 1990. Da rilevare inoltre che circa il 15% degli edifici si trova in strutture che non sono nate all’origine come scuole, ma che erano in particolare costruzioni storiche (8,33%), caserme (3,47%) o addirittura abitazioni (2,08%).
Le scuole dei capoluoghi laziali occupano inoltre la parte più bassa nella graduatoria del rischio (dalla 60esima posizione in poi), anche se è stato appurato il rischio sismico per il 61,90% degli istituti. Gli edifici scolastici migliorano inoltre sul fronte delle normative, in particolare il certificato di prevenzione incendi è presente nell’89,87% dei casi e gli impianti elettrici sono a norma nel 94,86% degli istituti. Sono però dotate di scale di sicurezza solo il 60,83% delle strutture, ma almeno le porte anti-panico sono presenti nel 94,55% dei casi, e sono state inoltre provate più volte nel corso delle esercitazioni (il 94,22% delle scuole ha un piano di evacuazione). La situazione è inoltre migliorata, seppur ancora critica, dal punto di vista dell’agibilità statica, con il 61,88% delle strutture dotata del certificato relativo (49,17% nel 2009) e delle condizioni igieniche, con certificato presente nel 64,09% dei casi (49,17% nel 2009).
Rimane positiva l’attenzione rispetto ad alcune buone pratiche, in particolare da parte degli edifici scolastici con sede a Roma (16esimo posto) e Frosinone (18esimo posto), mentre Rieti, Latina e Viterbo occupano la seconda parte della classifica relativa. In particolare la raccolta differenziata si attesta tra il 94 ed il 100% in relazione ai vari tipi di rifiuti, con le performance migliori sul fronte della carta (99,91%) e della plastica (99,44%). Risale inoltre la percentuale delle strutture che usufruiscono del servizio scuolabus, dal 31,32% al 42,58% e diminuiscono gli edifici privi di strutture per lo sport, dal 10,08% al 5,36%. Le aree verdi fruibili rimangono sui valori alti del 94,30%, mentre, spariti i pasti completamente biologici, quelli parziali fanno registrare una percentuale dell’85,72%. Elemento positivo l’uso dell’acqua del rubinetto nell’83,82% degli edifici. Crescita minima delle scuole che utilizzano fonti d’illuminazione a basso consumo, dal 9,66% al 9,78%, mentre si attestano solo sul 2,11% (1,29% lo scorso anno) gli edifici che usano fonti rinnovabili, tanto che il Lazio si posiziona, su questo fronte, tra le regioni con il risultato peggiore; percentuale però più alta ed in netta crescita, dallo 0,71% al 33,33%, per le strutture che utilizzano altre forme di risparmio energetico. Misera percentuale del 9,62%, infine, anche per gli edifici che hanno realizzato interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, mentre i requisiti per l’accessibilità sono presenti solo nel 72,50% dei casi.
Migliora la qualità delle strutture dal punto di vista della manutenzione, ma rimane molto da fare sulle buone pratiche, su fonti rinnovabili, mense biologiche, risparmio idrico. Le scuole devono imboccare la strada della riconversione ambientale –ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Bisogna da un lato continuare ad investire per la qualità delle strutture, rispondendo alla necessità di interventi urgenti in una scuola su cinque, rilanciando però anche percorsi innovativi sulle politiche che possono dare qualità alla vita nella scuola, come l’efficienza ed il risparmio idrico ed energetico. Anche sul fronte delle normative si vede qualche passo avanti, ma è incredibile registrare ancora l’assenza in molti casi dei certificati di agibilità statica e igienico sanitari. Bisogna puntare di più sulla scuola, far vivere e studiare meglio centinaia di migliaia di studenti e insegnanti significa puntare sul futuro.”
Roma 24 Febbraio 2010
L’Ufficio Stampa
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