“L’acqua è un diritto, non è una merce!”

Con questo slogan anche Legambiente Lazio partecipa a Roma alla manifestazione nazionale promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua.

ACQUA PUBBLICA: LEGAMBIENTE ADERISCE A MANIFESTAZIONE.
NO AL BUSINESS DELL’ORO BLU, L’ACQUA E’ DIRITTO DA GARANTIRE A TUTTI E NON UNA MERCE. DOMANI TUTTI IN PIAZZA CONTRO PRIVATIZZAZIONE. A ROMA NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI ACEA.
“L’acqua è un diritto, non è una merce!” Con questo slogan anche Legambiente Lazio parteciperà domani a Roma alla manifestazione nazionale promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua “per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, biodiversità e clima, per la democrazia partecipativa”, contro l’obbligo di privatizzazione dell’acqua ed il business dell’oro blu.
“L’acqua è un diritto fondamentale e universale, una risorsa primaria senza la quale è impossibile vivere, non un servizio pubblico qualsiasi, non può essere ridotta a merce -ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria nazionale di Legambiente-. La gestione del privato in questi anni per questo servizio non è stata efficace: la qualità dell’acqua è peggiorata, è aumentato il consumo -tanto che l’Onu ha dimostrato come si sia ridotta la quota pro capite nel mondo- e sono sicuramente aumentate anche le bollette. Oggi stiamo parlando di una politica che va verso un monopolio, proseguendo così il 65% del patrimonio idrico dell’Europa e del Nordamerica sarà in mano a tre sole multinazionali, due francesi e una tedesca. La progressiva privatizzazione dimostra che il pubblico non riesce a controllare il privato nella fornitura de i servizi idrici, cosa che diventerà impossibile quando i privati dovranno rispondere alla logica internazionale delle multinazionali.”
A Roma tiene banco in queste settimane il rischio di privatizzazione di ACEA, l’utility che gestisce la rete idrica capitolina, che il Comune di Roma avrebbe intenzione di cedere ai privati. L’Acea fornisce ogni anno ai romani oltre 309 milioni di metri cubi di acqua potabile. Nella sola Capitale e nel Lazio Centrale, attraverso l’Ato 2, essa raggiunge circa 3,5 milioni abitanti, per un totale di 500mila utenze, con un’estensione delle reti di 10mila chilometri e 6mila chilometri di fognatura, per una depurazione, come riportano i dati di Ecosistema Urbano, pari al 97% (mentre con una percentuale del 25% risultano molto alte le perdite di rete).
“Anche nel Lazio è già chiaro che la gestione dell’acqua da parte dei privati è fallimentare, addirittura in situazioni dove la maggioranza rimaneva pubblica come nel caso di Acqualatina o dell’ACEA Ato 5 a Frosinone, l’aumento delle tariffe è stato esorbitante e a volte si è determinata anche la riduzione della disponibilità della risorsa –ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. L’acqua è un bene comune e tale deve rimanere, continuando ad essere erogata a tutti, mantenendo i tanti controlli che già ci sono e lavorando di più su riduzione delle perdite di rete e dei consumi e depurazione. A Roma il Sindaco Alemanno non può svendere il futuro dell’acqua e dei suoi cittadini, quel patrimonio deve restare universale ed inalienabile.”
Legambiente ricorda che la dotazione minima di acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno ma a Roma ne consumiamo mediamente 233, mentre un africano fortunato di una regione subsahariana ne consuma meno di 20. Nel mondo più di 1 miliardo di persone, oggi, non ha accesso all’acqua e 2,6 miliardi mancano di servizi sanitari. Siamo inoltre in un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno già riducendo le riserve di acqua potabile, a causa dei processi di desertificazione, favoriti anche dalla diminuzione della portata dei fiumi e delle precipitazioni nell’area mediterranea.
Roma, 19 Marzo 2010
Ufficio Stampa
Legambiente Lazio
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