“UE non accetti più “assicurazioni diplomatiche” che possono significare tortura

Amnesty International ha chiesto ai governi europei di non fare affidamento sulle promesse che ‘non vi sara’ tortura’, fatte da paesi in cui la tortura e’ una pratica comprovata.

Il rapporto di Amnesty International, ‘Accordi pericolosi: l’Europa si
affida alle ‘assicurazioni diplomatiche’ contro la tortura’, denuncia i
tentativi dei governi europei di espellere cittadini stranieri ritenuti un
pericolo per la sicurezza nazionale verso paesi in cui queste persone
rischiano di subire torture o altri maltrattamenti, in cambio di
‘assicurazioni diplomatiche’ inaffidabili e irrealizzabili secondo le
quali esse saranno trattate con umanita’.

‘Alle assicurazioni contro la tortura da parte di governi che la praticano
regolarmente non si deve credere e basta. I governi europei che accettano
queste promesse vuote stanno mettendo a repentaglio il divieto assoluto di
tortura’ – ha dichiarato Julia Hall, esperta di Amnesty International su
antiterrorismo e diritti umani in Europa. ‘Il modo migliore per prevenire
la tortura e’ rifiutare di inviare persone in posti in cui la loro
incolumita’ e’ a rischio’.

Il rapporto si sofferma sull’uso delle ‘assicurazioni diplomatiche’, da
parte di un certo numero di governi europei, per giustificare espulsioni,
estradizioni o altre forme di trasferimento forzato di cittadini stranieri
considerati una ‘minaccia alla sicurezza nazionale’. Attraverso
l’assicurazione che le persone in questione saranno trattate umanamente, i
governi sostengono che queste procedure sono svolte ‘nel rispetto dei
diritti umani’.

Amnesty International contesta quest’affermazione, rendendo note ricerche
e analisi su come le ‘assicurazioni diplomatiche’ pregiudichino il divieto
assoluto di torture e altri maltrattamenti e come lacune intrinseche a
questa prassi abbiano fatto si’ che alcune persone subissero torture e
maltrattamenti.

I paesi citati nel rapporto sono oltre una decina, tra cui Austria,
Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Danimarca, Francia, Germania, Italia,
Regno Unito, Russia, Slovacchia, Spagna e Svezia.

L’uso delle ‘assicurazioni diplomatiche’ contro la tortura e’ aumentato
considerevolmente dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Stati
Uniti. Alcuni stati hanno introdotti specifiche leggi e procedure per
formalizzare questa pratica.

Sami Ben Khemais Essid e’ stato espulso dall’Italia verso la Tunisia nel
giugno 2008, a seguito della promessa delle autorita’ tunisine che non
sarebbe stato sottoposto a maltrattamenti nel corso della detenzione.
Tuttavia, otto mesi dopo il rimpatrio, egli ha denunciato di essere stato
torturato durante gli interrogatori subiti negli uffici del ministero
dell’Interno. Simili violazioni dei diritti umani sono state denunciate da
persone rimpatriate forzatamente verso altri paesi, tra cui Egitto e
Russia.

Nel Regno Unito, la Commissione speciale d’appello per l’immigrazione
esaminera’ questa settimana il caso di un cittadino etiope che rischia
l’espulsione, sulla base di un ‘memorandum d’intesa’ tra Londra e Addis
Abeba che contiene la promessa che l’uomo non sara’ torturato o sottoposto
a maltrattamenti una volta rientrato in Etiopia.

In Germania, un cittadino turco attende che la Corte europea dei diritti
umani si pronunci sull’intenzione del governo tedesco di estradarlo in
Turchia, sulla base di assicurazioni del governo di Ankara circa la sua
incolumita’ in prigione. Danimarca e Svezia hanno affermato pubblicamente
che in futuro non rinunceranno a basarsi sulle ‘assicurazioni
diplomatiche’.

‘I governi europei devono riaffermare l’impegno verso i principi
fondamentali della protezione dei diritti umani. Cio’ significa tutelare
le persone dalle violazioni dei diritti umani attraverso il rispetto degli
obblighi internazionali. Le ‘assicurazioni diplomatiche’ non forniscono
tali garanzie ed e’ necessario smettere di farvi affidamento’ – ha
concluso Hall.

FINE DEL COMUNICATO
12 aprile 2010

Il rapporto ‘Accordi pericolosi: l’Europa si affida alle ‘assicurazioni
diplomatiche’ contro la tortura’ e’ disponibile in lingua inglese
all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3292
e presso l’Ufficio stampa di Amnesty International Italia.

 

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