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Catena umana antinucleare sulla spiaggia di Montalto di Castro (Vt)

Una lunga e colorata catena umana sulla spiaggia di Marina di Montalto di Castro per ribadire un deciso “No” all’ipotesi del ritorno delle centrali atomiche in Italia.

 

Montalto di Castro (Vt), 1 agosto 2010 – Comunicato stampa

BLITZ DI GOLETTA VERDE DI LEGAMBIENTE
A MONTALTO DI CASTRO:
UNA CATENA UMANA ANTINUCLEARE SULLA SPIAGGIA

LA CENTRALE ATOMICA MAI NATA DI MONTALTO DI CASTRO
È COSTATA AGLI ITALIANI 7 MILA MILIARDI DI LIRE

LEGAMBIENTE: “ATOMO? UNA SCELTA VECCHIA,
COSTOSA E INQUINANTE, CHE METTEREBBE A RISCHIO
ANCHE AGRICOLTURA, TURISMO E GREEN ECONOMY”

Una lunga e colorata catena umana sulla spiaggia di Marina di Montalto di Castro, storica culla del movimento e della battaglia antinuclearista italiana, per ribadire un deciso “No” all’ipotesi del ritorno delle centrali atomiche in Italia. Il nucleare è una scelta pericolosa, retrograda e antieconomica. Al suono della sirena della Goletta Verde di Legambiente i partecipanti alla catena umana – fra i quali molti bagnanti mobilitati sul momento – hanno simulato uno scenario post-atomico accasciandosi sulla sabbia, dove campeggiavano sparsi alcuni grandi fusti con il simbolo della radioattività.

Goletta Verde, storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, ha solcato questa mattina i mari di Montalto di Castro per una nuova tappa della battaglia contro il nucleare. Alla catena umana no-nuke hanno partecipato centinaia persone e tante associazioni e comitati locali, tra i quali il Comitato antinucleare di Garigliano e le associazioni Tana libera tutti e Assopaguro, insieme al Sindaco di Montalto di Castro. A più di vent’anni dal referendum che portò l’Italia fuori dal nucleare e dall’incidente di Cernobyl, infatti, torna attuale il rischio che in Italia si realizzino centrali atomiche. Tra i siti in prima linea per ospitare una nuova centrale ci sono anche Montalto di Castro (Vt), con l’installazione di due reattori Epr per un totale di 3.300 MW, e Borgo Sabotino (Lt).

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“La centrale nucleare mai nata di Montalto di Castro ci è costata 7 mila miliardi delle vecchie lire, senza contare il giro di mazzette che coinvolse imprese, partiti ed amministratori per altri 200 miliardi di lire grazie a un tacito accordo di un guadagno di circa il 2% su ciascun appalto assegnato per la riconversione –dichiarano Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio e Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio- Per la nuova avventura nucleare si stimano almeno 20 miliardi di euro, ognuno dei 4 reattori costerà 5 miliardi, che pagheranno ancora una volta i cittadini grazie a soglie minime garantita nelle tariffe di vendita dell’elettricità nucleare. Con la catena umana di oggi rilanciamo l’azione contro il nucleare, siamo pronti a vincere di nuovo contro questa scelta assurda, saremo noi a informare i cittadini dei rischi e dei problemi visto che il governo vorrà invece magnificare loro la soluzione atomica, evidenzieremo i costi, i pericoli di incidente, la gestione millenaria delle scorie radioattive, la ordinaria contaminazione dovuta al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento, i danni per il turismo. Chi mai vorrà villeggiare su una spiaggia radioattiva?”

Avocata a Roma con l’antidemocratica legge Sviluppo, la localizzazione delle eventuali nuove centrali nucleari italiane andrebbe concordata con il territorio.

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“È folle imporre localizzazioni a regioni, enti locali e popolazioni coinvolte –commenta Stefano Ciafani, Responsabile scientifico Legambiente- Realizzare una centrale nucleare a Montalto di Castro, o a Borgo Sabotino, non è affatto indifferente per le comunità che dovranno ospitarle e ne pagheranno le conseguenze.  L’atomo infatti, non solo rappresenta una scelta energetica vecchia, costosa, pericolosa e inquinante, ma non è neanche compatibile con ipotesi di sviluppo sostenibile, quali l’agricoltura e il turismo di qualità. Detto in altre parole, la sola presenza di una centrale nucleare comprometterebbe il turismo e l’agricoltura di domani. Non solo. Si ripercuoterà anche sulla qualità della vita, sulla salute e sulla sicurezza di una comunità che, con il vicino polo di Civitavecchia, già subisce da decenni una servitù elettrica tra le più pesanti del Paese”.

La catena sulla spiaggia di Montalto è stata una ‘prova generale’ della ben più grande ‘catena umana contro il nucleare anche nel Lazio’ che, sospinta da diverse migliaia di adesioni sul Gruppo Facebook è annunciata per il prossimo autunno, con l’ambizioso obiettivo di coprire tutti i 170 km tra il sito di Borgo Sabotino (Lt) e quello di Montalto di Castro (Vt), entrambi coinvolti nei nuovi piani nucleari del Governo Berlusconi.

Da Montalto di Castro, Legambiente rilancia anche la richiesta di riunire il “tavolo della trasparenza” previsto per legge sulla dismissione della ex centrale nucleare di Borgo Sabotino in provincia di Latina: la costruzione del deposito temporaneo per lo stoccaggio dei rifiuti è in corso e costerà 5 milioni di euro, come si evince dal bando, e si sa che le sue dimensioni sono un po’ “esagerate” per ospitare solo le scorie della centrale di Borgo Sabotino. E peraltro, secondo una relazione consegnata dalla Corte dei Conti a Camera e Senato, solo durante il 2009 dagli oneri sulle bollette elettriche sono arrivati 450 milioni per lo smantellamento del nucleare.

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